C’è una prima sentenza per gli incidenti avvenuti in piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017 che causarono per la morte di due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato, e il ferimento di quasi 1.600 persone, spettatori della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid su un maxischermo.
È stata condannata la banda di giovani rapinatori che, armati di spray urticante, mettevano a segno rapine in mezzo alla folla e hanno scatenato il panico. Ieri il gup del Tribunale di Torino Maria Francesca Abenavoli ha stabilito nei confronti di quattro giovani di origini maghrebine pene superiori ai dieci anni di carcere. L’accusa, sostenuta dai sostituti procuratori Paolo Scafi e Roberto Sparagna, è omicidio preterintenzionale, una fatale conseguenza di cattive intenzioni. Il presunto capo di questa banda, Sohaib Bouimadaghen detto “Budino”, è stato condannato a dieci anni e quattro mesi di reclusione, così come i suoi complici Hamza Belghazi e Mohammed Machmachi. Lievemente inferiore, dieci anni e tre mesi, la pena per Es Sahibi Aymene, che non aveva partecipato ai furti. Nei confronti dei primi tre i pm avevano chiesto condanne a 14 anni e 20 giorni di reclusione e per la quarta una pena di 14 anni e 8 giorni. Nonostante le pene siano inferiori alle richieste, le difese non sembrano convinte dalla decisione: “Mi aspettavo qualcosa di diverso – commentava dopo l’udienza l’avvocato Basilio Foti, legale difensore di uno dei quattro –. Rimango convinto della nostra ricostruzione dei fatti: non ci fu la rapina all’origine della tragedia”. A questa ricostruzione la Procura e la polizia arrivarono per vie traverse: gli agenti del Commissariato Mirafiori, al lavoro su un gruppetto di giovani che compiva dei furti in un centro commerciale al Lingotto, scoprirono sul telefonino di uno di loro messaggi sospetti. Dagli approfondimenti tecnici, poi, venne a galla la presenza di alcuni di loro in piazza San Carlo. Come facevano di solito, era il loro modus operandi, approfittavano della calca per rubare portafogli, catenine d’oro e altro. Il 13 aprile 2018 la polizia li ha arrestati. Il 5 aprile scorso “Budino” e altri nove ragazzi hanno patteggiato per tredici rapine e 29 furti messi a segno così durante concerti, serate in discoteca e altri eventi: lui, presunto capo della banda, si era beccato altri quattro anni e cinque mesi di carcere.
Ci sarà invece ancora molto da aspettare per conoscere l’esito del processo che riguarda gli aspetti amministrativi, quello sulle carenze organizzative della piazza, diventata una gabbia pericolosa. Il 27 giugno prossimo riprende il procedimento penale contro la sindaca Chiara Appendino, l’ex questore Angelo Sanna e altri tredici colletti bianchi accusati di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro. Il gup Abenavoli aveva concesso un rinvio lungo per permettere di trovare un accordo tra imputati, assicurazioni e parti civili. Le assicurazioni hanno proposto un risarcimento di circa trentamila euro a dieci persone che potrebbero ritirare la loro querela e uscire dal processo.