“Quanto accaduto lo considero la più grande amarezza e ferita della mia vita professionale e non parlo del danno economico legato ai giorni di sospensione, ma del danno morale e professionale dopo una intera esistenza dedicata alla scuola e ai ragazzi”. Commenta così Rosa Maria Dell’Aria, 63 anni, professoressa di Italiano da circa 40 anni e da 30 nell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, la sospensione dalla scuola decisa dall’ex provveditorato.
È il 27 gennaio, in un’iniziativa didattica e interna all’istituto sulla Giornata della memoria della Shoah, gli studenti del Vittorio Emanuele presentano i loro lavori, con ricerche ed elaborati. In una slide compare un paragone tra le leggi razziali del 1938 volute da Benito Mussolini e il decreto Sicurezza di Matteo Salvini. Qualcuno manda la foto della slide a Claudio Perconte, autore di articoli sulla rivista sostenitrice di CasaPound il Primato nazionale, nell’orbita di Altaforte, la casa editrice pietra dello scandalo dell’ultimo Salone del libro di Torino, poi cacciata, per le pubblicazioni apologetiche del fascismo.
Perconte rilancia la foto della slide su Twitter, il 28 gennaio, invitando il governo a prendere provvedimenti. Con una celerità incredibile si susseguono i fatti che portano alla sospensione: il giorno successivo la sottosegretaria Lucia Bergonzoni della Lega replica a Perconte pubblicamente, rassicurandolo su un pronto intervento; il 30 gennaio gli ispettori dell’ex provveditorato hanno già eseguito l’ispezione, ascoltando studenti e docenti; il 16 febbraio viene notificata alla professoressa Dell’Aria una contestazione per mancato controllo sull’attività degli studenti; il 10 maggio, infine, la sospensione si abbatte sulla professoressa: quindici giorni. Ritornerà a scuola lunedì 27 maggio. La difende suo figlio, l’avvocato Alessandro Luna: “Faremo ricorso al giudice del lavoro”. Ma lei, per ora, non riesce a darsi pace: “Quel lavoro non aveva alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti che da sempre hanno lavorato in modo libero come hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio, gli stessi ragazzi e i colleghi hanno inviato lettere all’Ufficio scolastico regionale per evidenziare la mia imparzialità e la mia integrità e semmai la mia totale dedizione al lavoro”. Per quarant’anni nessun problema, fino a che non sono arrivati la sottosegretaria Bergonzoni e il governo Lega-M5s.