L’ordine della Questura è arrivato ai pompieri di Brembate dieci minuti prima delle 8 di ieri mattina: c’è da rimuovere uno striscione contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini in visita in provincia di Bergamo. I pompieri arrivano così con una scala e tolgono il lenzuolo sopra il quale si legge la scritta: “Non sei il benvenuto”. Il capitano dei vigili del fuoco Calogero Turturici spiega: “È stata un’operazione meramente tecnica. L’abitazione era vuota”. In effetti l’appartamento è da tempo disabitato, dalla morte dell’inquilina. Circostanza che conferma anche il questore di Bergamo Maurizio Auriemma.
Nell’ordine, firmato dallo stesso questore, si legge che “dovevano essere segnalate situazioni che potessero turbare l’ordine pubblico”. Altri striscioni contro Salvini sono stati rimossi, ad esempio, nel quartiere popolare di Zingonia dove proprio ieri sono iniziate le operazioni di demolizione delle torri. Ma nei pompieri c’è chi protesta, come Costantino Saporito, sindacalista dell’Usb: “È inaccettabile vedere vigili del fuoco usati impropriamente per rimuovere uno striscione che non rappresenta nessun pericolo”. Ma forse qualcuno è più realista del re, perché il ministro Matteo Salvini dice: “Basta che non ci siano problemi di ordine pubblico, che non si metta in pericolo la sicurezza dei cittadini o delle forze dell’ordine, poi ognuno scriva quello che vuole”. Resta da capire se la frase “Non sei il benvenuto” potesse realmente turbare l’ordine pubblico, anche perché durante la rimozione non si sono registrate proteste di alcun tipo. A 700 chilometri di distanza, nella capitale, invece, lo striscione “Lucano nemico dell’Italia” è stato fatto esibire ai trenta camerati di Forza nuova al seguito di Roberto Fiore, arrivati fino a seicento metri dalla manifestazione degli studenti della Sapienza in favore dell’ex sindaco di Riace.
Che ci sia in questo momento una doppia modalità d’azione delle forze dell’ordine rispetto a chi sta in piazza è più di una sensazione. Domenica pomeriggio a Settimo Torinese, secondo quanto denuncia una madre sulla sua bacheca Facebook, “mio figlio Davide, 18 anni, è stato malmenato e portato via da poliziotti in borghese”. È stato trascinato per alcuni metri dagli agenti dopo un accenno di rissa con un gruppo di leghisti, identificato e denunciato a piede libero. Altro indizio di un clima pesante è lo scambio di tweet al vetriolo di qualche giorno fa tra Roberto Saviano (“la polizia di stato ridotta a servizio d’ordine di un partito”) e l’account ufficiale della polizia che risponde per le rime allo scrittore: “Che pena leggere commenti ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali”. Tweet rivendicato dal capo della polizia Franco Gabrielli in un’intervista al Corriere della Sera. Poi c’è la denuncia di Simone Sapienza (Radicali Roma), Paolo Stasolla (associazione 21 luglio) e Valentina Calderone (A buon diritto) rispetto ai fatti di Casal Bruciato nella periferia della capitale: “Nel pomeriggio del 7 maggio CasaPound ha posizionato un gazebo all’interno della corte di via Satta 20 con l’intenzione di svolgere un’assemblea pubblica. Non si hanno dati in merito all’avvenuta autorizzazione di tale manifestazione da parte della Questura, ma c’erano forze dell’ordine nelle vicinanze e non sono intervenute nonostante i comportamenti minacciosi e intimidatori adottati contro la famiglia rom assegnataria dell’immobile da parte dei promotori del presidio”. Altri striscioni contro Salvini sono stati prontamente rimossi, invece, a Salerno e Avellino.
Ieri sul tema è intervenuto l’altro vicepremier dello stesso governo Conte, Luigi Di Maio: “C’è tensione sociale. Alla Sapienza sono tornate le camionette delle forze dell’ordine come non accadeva da tempo”. La risposta dell’alleato Matteo Salvini arriva a stretto giro: “Le uniche minacce di morte le ricevo io. I reati calano, i morti sul lavoro aumentano”. La campagna elettorale per le Europee continua.