Lo scontro con la Lega è rimandato a dopo le Europee. Quando il governo tornerà a riunirsi sull’ennesima partita che scotta: la sanità. Solo allora verranno messe in chiaro le cose: la regione Lazio, presieduta dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è in condizioni di uscire, per quanto ancora malconcia, dal commissariamento. Che invece, almeno nelle intenzioni del ministro pentastellato Giulia Grillo dovrà proseguire in Campania. Ma il governatore Enzo De Luca (anche lui commissario alla sanità della regione che governa) sbraita, convinto di aver risanato il settore. Ma soprattutto assai ostile all’ipotesi che laddove risultasse sbarrata la strada del rientro nell’ordinario che il commissario non sia più lui. Fosse per la Grillo la sua testa sarebbe già saltata e da tempo, ma il Carroccio ha detto no. Il fatto è che il nome indicato dal ministro della Salute per subentrare al ras campano, ossia Enrico Desideri già direttore della Asl Toscana sud est, è sul tavolo del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Ma il via libera del Mef ancora non arriva.
Se ne riparlerà minimo fra due settimane dato che con tutta probabilità non si riuscirà a portare la questione all’unico consiglio dei ministri previsto prima del voto. Ma intanto volano gli stracci.
“In Campania si sta consumando un inciucio elettorale tra la Lega e De Luca. La Lega sta bloccando la nomina di un nuovo commissario calpestando una legge dello Stato” dice Valeria Ciarambino, portavoce dei 5 Stelle in Campania denunciando lo strano feeling tra gli alleati di governo e De Luca. Dietro al quale i più smaliziati intravvedono un potenziale incasso elettorale per il Carroccio. “Inciuci? Ma quando mai” spiega Gianluca Cantalamessa che della Lega è il coordinatore regionale: “Personalmente ho apprezzato De Luca sindaco di Salerno, ma nessuno può negare che sia oggetto dei nostri attacchi quotidiani: non siamo interessati a giochini di potere, ci interessa la salute dei cittadini. E quindi seppure riteniamo inopportuno che controllore e controllore siano la stessa persona, siamo convinti che occorra guardare ai dati e ai numeri che segnano miglioramenti”. Ma come detto il Movimento 5 Stelle non ci sente e non solo a livello locale.
Il viceministro all’Economia, Laura Castelli, di fronte ad alcune indiscrezioni di stampa sulla possibilità per la Campania di rientrare dal regime del commissariamento sulla sanità ha chiosato: “Mi dispiace dover smentire quanto emerge da alcune ricostruzioni giornalistiche che attribuiscono al Ragioniere Generale dello Stato, Daniele Franco, valutazioni che evidentemente lo stesso ha fatto a titolo personale. L’ultimo tavolo tecnico tenuto al ministero dell’Economia ha sancito che la Campania non è nelle condizioni di uscire dal Commissariamento”. Insomma per Castelli “non resta che applicare la norma sull’incompatibilità votata dal Parlamento e voluta da questa maggioranza. Questa è la linea ufficiale del ministero”. Opposta la percezione della situazione dal suo omologo leghista a via XX settembre, Massimo Garavaglia. Secondo cui bisognerà aspettare almeno giugno o luglio prima di decidere sul futuro della sanità in Campania e dunque pure su De Luca. Chi da parte sua si dice certissimo di aver fatto bene, anzi benissimo. E che, al solito non ha usato il fioretto, ma la clava: “Il governo è in una posizione di illegalità: secondo la legge si mantiene il commissario se c’è un bilancio in deficit e non si raggiungono i livelli essenziali di assistenza. Da 5 anni il bilancio della sanità campana è in attivo e a gennaio abbiamo raggiunto i livelli dei Lea richiesti. Dovete prendere atto che la Campania ha risolto dopo dieci anni i problemi, se prosegue il commissariamento passiamo sul piano penale, amministrativo e contabile”. Venti di guerra all’ombra del Vesuvio.