Uno stuolo di politologi di tutto il mondo, sta confluendo a Fratta Todina, duemila anime scarse tra Todi e Perugia, dove dal Medioevo governa la sinistra o il centrosinistra (oggi Pd+Psi, con rapporti di forza 90 a 10, grosso modo), feudo non rosso, ma rossissimo. Sembra Lilliput, tutto è bonsai, i rimborsi son pochi spiccioli, il governo son tre-persone-tre: il sindaco, il vicesindaco e un solo assessore.
L’attuale primo cittadino, Giuliana Bicchieraro, ha deciso di non ricandidarsi, così la scelta del successore è “caduta” (pilotata, certo) sull’assessore ai lavori pubblici, Gianluca Coata, pure Pd, in nome della continuità e a capo di una lista civica con solito nome a calembour: “Democratici uniti per il bene Comune”. Il programma è basico: scuola, strade, fogne, sport, giovani. Il colpo d’ala è un “tavolo con Regione e Anci per modificare il pareggio di bilancio imposto a livello nazionale ed europeo”. Anche se, a Bruxelles, nessuno perde il sonno per il monito che arriva da Fratta. Quest’anno, c’è una novità. Il vento sovranista-leghista soffia forte anche sui campi coltivati a grano che circondano il piccolo borgo e la contesa non ha più il risultato scontato come un tempo. La novità è una lista ambiziosa che riunisce Lega (fin qui inchiodata allo zero virgola), Fratelli d’Italia, alcuni dissidenti del Pd (tra i quali anche il capogruppo consiliare negli ultimi 15 anni, Stefano Rubeca), e con un candidato “forte”: Paolo Pascocci, area socialista, nonché – e siamo arrivati al punto – attuale vicesindaco. Nelle ultime tre legislature è stato consigliere, assessore e vice sindaco, sempre di maggioranza. Non bastasse: Pascocci non si è dimesso e così in queste settimane ha uno sfasamento bipolare: da candidato che si ritrova all’opposizione… di se stesso. Una carrellata di pareri. Coata, candidato Pd: “Paolo voleva fare il sindaco, capito che la coalizione avrebbe puntato su di me, è andato con la destra”. La quale, in espansione e inneggiando al “rinnovamento”, non è riuscita ad individuare un candidato diverso dal vicesindaco. Mah. Pascocci invita a superare gli schemi mentali: “Bisognava ribaltare un sistema dove le decisioni venivano prese dal direttivo del Pd e uno doveva solo assecondare”. Nessun problema a candidarsi con la destra? “Non siamo la destra, siamo e sono oltre le ideologie. Il fascismo è morto. Ma se il voto di un Casapound servisse a fare il bene della mia comunità, ben venga”. Il sindaco uscente Bicchieraro rivendica successi: l’adeguamento della scuola elementare (alla fine il vero “scoglio” politico: 622 mila euro, con socialisti e opposizione contrari), i lavori per quella nella frazione Pontecane, l’uso di Palazzo Rivelloni e cose cos. Diversamente da ovunque, nemmeno i migranti (una ventina di colored spediti dalla prefettura e ospitati in un hotel dismesso), qui a Fratta sono diventati “il” tema. Anzi, l’unica infuocata, assemblea pubblica svoltasi, era stata (strategicamente) indetta dal Pd. Non era più giusto dimettersi, Pascocci? “No, sono rimasto per coerenza e responsabilità verso chi mi ha eletto. Senza di noi, non si sarebbe potuto votare nemmeno il bilancio preventivo, e ci avrebbe rimesso solo la comunità, perdendo fondi”.
Il sindaco Bicchieraro, sorride: “Il bilancio preventivo, in effetti, è stato approvato grazie alla serietà delle opposizioni, che hanno votato contro, ma garantito il numero legale. Quel giorno, però, il vicesindaco con delega al Bilancio, era assente”.