È Magistratura indipendente, la corrente conservatrice dei magistrati, quella con il leader storico Cosimo Ferri, ora deputato renziano del Pd, a condurre la partita per la successione di Giuseppe Pignatone a capo della Procura di Roma. Sono due i candidati realmente in corsa per questo incarico sempre politicamente sensibile e sono entrambi di Mi: Franco Lo Voi, procuratore di Palermo e Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, anch’egli, come Pignatone, per moltissimi anni a Palermo e poi a Trapani come procuratore. Sembra tramontata, invece, la possibilità di nomina per Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze, di Unicost, la corrente centrista, anche per una denuncia a suo carico (ma non è a oggi indagato) che pende a Genova.
Sono settimane che Mi discute su chi appoggiare, se Lo Voi o Viola. La scelta non è ancora definitiva ma, secondo quanto risulta al Fatto, si sta orientando decisamente per Viola. Lo Voi, si dice, ha cominciato a perdere terreno per la sua partecipazione alla cena con Matteo Salvini, organizzata da “Fino a prova contraria” di Annalisa Chirico. I giochi, però, sono ancora aperti e Lo Voi è il candidato più vicino a Pignatone, a cui è legato da amicizia e da anni di lavoro insieme a Palermo. E a Palermo era pm anche il reggente della procura, Michele Prestipino, capo dell’antimafia, pure lui tra i candidati, ma meno anziano degli altri. Con il pensionamento di Pignatone, ufficialmente da mercoledì, al Consiglio superiore della magistratura avanzano le manovre. In questa consiliatura, quasi sempre, se non sempre, Mi e Unicost hanno votato insieme. E anche per la nomina del procuratore a Roma non ci saranno eccezioni.
Complessivamente vantano 10 consiglieri, 5 per ognuno dei due gruppi, a cui bisogna aggiungere i capi di Corte, il presidente Giovanni Mammone e il pg Riccardo Fuzio, rispettivamente di Mi e di Unicost, sempre in linea con le loro correnti. Se si considera che la maggioranza è di 13, è chiaro perché l’accordo fra le due correnti sia determinante. Certo, la nomina del procuratore della Capitale non può passare con una maggioranza risicata, sarebbe un pessimo segnale, ed ecco che entrano in gioco i laici, che su una nomina del genere hanno sempre pesato. Né i tre consiglieri in quota M5S né i due in quota Lega si sono ancora espressi.Neppure i due forzisti.
Viola potrebbe essere votato anche dai togati di Autonomia e Indipendenza, Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita, a cui potrebbe piacere per la distanza dalla politica che ha sempre caratterizzato il magistrato. Completerebbero la maggioranza necessaria e per Viola sarebbe fatta. Si dice che Unicost lo voterebbe, ma in cambio vorrebbe indicare i due procuratori aggiunti, sempre di Roma, ancora da nominare. Uno dei favoriti è il pm Sergio Colaiocco, che indaga sull’uccisione in Egitto di Giulio Regeni. Luca Palamara, tra i pm romani che concorrono alla nomina di aggiunto, leader indiscusso nella scorsa consiliatura di Unicost, rispetto a tanti altri concorrenti non avrebbe, invece, i titoli, per età e anzianità di servizio.
Tornando al voto sul procuratore, non si può ignorare che in questo Consiglio ci sia un magistrato come Giuseppe Cascini, che è stato fino a settembre procuratore aggiunto a Roma, tra i pm di Mafia Capitale. Capogruppo di Area, la corrente di sinistra, quando il plenum ha deliberato il pensionamento di Pignatone, Cascini lo ha omaggiato: “La credibilità della Procura di Roma è stata ampiamente recuperata grazie al suo lavoro. È uno dei magistrati più seri e preparati con cui abbia mai lavorato”. Proprio Pignatone vedrebbe bene al proprio posto Lo Voi, e Cascini è d’accordo con lui. Lo ritiene – e non è il solo – il pm che garantirebbe continuità alla Procura. Ma i consiglieri di Area sono quattro e questa partita non la possono condurre né possono risultare determinanti. Neppure, per dire, se Unicost dovesse spaccarsi.