Il socio di studio che ha perso la poltrona. La “cacacazzi” ex compagna di Salvini. L’ex “compagno” reclutato alla causa del Pirellone leghista. Il fondatore di Radio Padania. E’ lo strano cerchio magico che circonda Attilio Fontana, il presidente della Regione che dovrà comparire davanti ai giudici il 13 maggio per essere interrogato sullo scossone giudiziario che fa tremare Palazzo Lombardia. “Dovrò essere un tramite, fare da cuscinetto tra il presidente e la struttura che è molto complessa e tutto il mondo che c’è fuori”. Fresca di nomina, sapeva già cosa fare Giulia Martinelli, ex compagna del leader della Lega Matteo Salvini, attuale capo segretaria del presidente Fontana. Da un anno circa è la sua colonna portante. Non indagata, nelle carte figura una sola volta ma fondamentale per il destino di questa storia. Per il presunto corruttore Gioacchino Caianiello, ras varesino di Forza Italia, è la “ cacacazzi”, tra le figure che si sarebbero opposte alle pressioni per mandare in porto una nomina a lui gradita in Regione, la cui contropartita era l’ingresso nella società autostradale Serravalle del socio di studio di Fontana, Luca Marsico, trombato alle Regionali 2018 con Forza Italia.
L’incarico-paracadute di presidente dell’organismo di vigilanza salterà, avrà però quello di componente del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici della Regione. Incarico da 11.500 euro l’anno più 185 euro come gettone di presenza per ogni seduta per il quale Fontana oggi risulta indagato. Martinelli concorre dunque a deviare la storia. Del resto ha una certa scorza. Da tempo non è più solo la “ex” del Capo da cui ha avuto la secondogenita Mirta. Dipendente dell’Ats di Milano in aspettativa, in Regione è arrivata da anni con Maria Cristina Cantù oggi vicepresidente della commissione sanità in Senato e un tempo signora di ferro della sanità lombarda. Ha poi lavorato con Francesca Brianza, ex collaboratrice dello studio di Fontana che fu assessore all’autonomia con Maroni. Esclusa dalla giunta attuale, la Brianza è stata “risarcita” con il ruolo di vicepresidente del consiglio al Pirellone.
In giunta invece è entrato Davide Caparini, ex parlamentare di lungo corso della Lega e uomo di fiducia di Fontana, oggi assessore al Bilancio della Regione al posto del sottosegretario al Mef Massimo Garavaglia. Il suo nome è da sempre legato a Radio Padania, storica emittente di partito che ha contribuito a fondare oggi insidiata dai Cinque Stelle. Riuscì nell’impresa di proporre l’abolizione del canone Rai, ma al tempo stesso di riconoscere gratuitamente alla radio (di partito) centinaia di nuove frequenze locali con la cui vendita, anni dopo, l’emittente rimpinguerà le casse. Il suo legame con Fontana muove anche dall’esperienza nella comunicazione: lasciata la poltrona romana, Caparini non si è candidato alle regionali ma è stato molto attivo nella sua campagna elettorale, tanto da essere poi scelto come l’uomo che tiene i cordoni della borsa nella regione più ricca d’Italia. Ascoltatissimo da Fontana, in questi giorni ha in mano la delicata partita della nomina del direttore generale della cassaforte Finlombarda.
C’è poi un “compagno” nel cuore della Regione a guida leghista. Si tratta di Pier Attilio Superti, ex segretario dei Ds a Cremona, capogruppo in consiglio comunale e poi semplice attivista. La sua è una poltrona prestigiosa quanto delicata: vicesegretario generale, uomo-macchina dell’organigramma. I due si sono conosciuti in Anci Lombardia, quando uno era presidente e l’altro segretario. Per le cronache della formazione della giunta di un anno fa, era una delle poltrone su cui Fontana esercitò il diritto di prelazione, togliendola dal gioco di danze, mediazioni e pressioni. Che per altre – come racconta l’inchiesta – non sono mai finite.