La paura di una vittoria della destra grazie all’alleanza con gli estremisti di Vox; il richiamo dei socialisti al voto utile; per non parlare della congiuntura economica positiva che ha giocato un ruolo chiave nella percezione del governo Sánchez appena conclusosi. Tutto questo ha sicuramente portato alla vittoria i socialisti. Ma, a livello mediatico, le fortune del leader del Psoe portano il nome e il cognome del suo capo per la comunicazione: Ivan Redondo: 37 anni, ex stratega dei Popolari – fu lui l’artefice dell’elezione del primo presidente di destra della regione di Estremadura – Redondo pare sia stato soprannominato “il drone” per la sua capacità di volare più in alto dei baroni socialisti, gli stessi che già nel 2016 volevano azzoppare Pedro Sánchez. Forse anche per questo nel partito fino all’altroieri non sarebbe stato facile trovare qualcuno che ne parlasse bene.
L’ultima discussione del consigliere di Sánchez con i dirigenti storici risale alla formazione delle liste per le Europee e le regionali, a fine 2018. Qualcuno le ha definite un vero e proprio “casting”. Eppure è il suo il maquillage che ha portato Sánchez alla vittoria dopo due fallimenti: dalla prima foto social di Pedro “ufficiale gentiluomo” in aereo con gli occhiali da sole a specchio, fino all’effigie del presidente come murales sulla sede del partito dietro alle bandiere dei militanti. Più che una festa, una scenografia. È di Redondo finanche l’idea della mozione di sfiducia a Rajoy di giugno scorso, quando Sánchez riuscì ad abbattere i Popolari. Ivan l’aveva predetto in un articolo di analisi politica qualche mese prima: “L’unico modo per i socialisti di riguadagnare terreno è far cadere Rajoy con una mozione di sfiducia per i casi di corruzione”. Sua anche la decisione di andare a elezioni anticipate e non tirare a campare dopo la sconfitta al bilancio di febbraio. Il guru Redondo ha puntato tutto su Sánchez: “Non si può cambiare, ma se ne possono mettere in luce i pregi”, pare abbia detto accettando l’incarico di suo consigliere. Redondo ha scelto la data – ora più che mai strategica – del 28 aprile per il voto. Un traino per le Europee e le Amministrative del 26 maggio, oppure, in caso di sconfitta, in tempo utile per correggere il tiro. Finora è andato tutto come Ivan aveva previsto. E vedremo se chi lo vedeva lavorare tanto per un governo socialista alla Moncloa, per poi poter occupare il prestigioso posto di capo di Gabinetto ci aveva visto giusto. Ma perché questo accada, a Redondo manca un ultimo consiglio azzeccato al suo “cliente”: come e con chi formare il governo.