Con quelle sue idee sbarazzine e libertine, il sempre garrulo Simone Pillon avrebbe fatto sembrare Torquemada un Rocco Siffredi ante litteram. Il disegno di legge numero 735 porta ormai il suo nome. Intende introdurre una serie di modifiche in materia di diritto di famiglia, separazione e affido condiviso dei/delle minori. Il “contratto di governo” prevede chiaramente l’equilibrio tra entrambe le figure genitoriali e i tempi paritari, il mantenimento in forma diretta senza automatismi e il contrasto della cosiddetta “alienazione genitoriale”. Pillon e Lega sono però andati molto oltre. Di Maio ha detto che così com’è il “ddl Pillon” va completamente riscritto, perché tratta i bambini come pacchi postali. Allo stato attuale il disegno di legge ristagna in commissione Giustizia e così dovrebbe accadere almeno fino a dopo l’estate. Le polemiche divampano da mesi: se i 5Stelle contribuiranno a questo scempio, potranno amenamente sputarsi in faccia da soli nei secoli. Come tutti i Profeti, Pillon va dritto per la sua strada: egli è infatti il Salvatore. Su Twitter si definisce così: “Marito, padre di 3, catechista, avvocato, già Presidente Forum Famiglie Umbria e membro fondatore del Comitato Family Day. Senatore della #Lega”. Nasce a Brescia nel 1971, vive a Corciano (Perugia). Ginnasio, Laurea in Giurisprudenza. Militare negli Alpini. Avvocato cassazionista. Membro del Cammino neocatecumenale, parola di cui conoscono il significato in tre ma che fa già paura così. Eletto senatore con la Lega nel 2018. Sogna un mondo con aborti zero e una legge 194 drasticamente reimpostata sul modello argentino (aborti solo in casi di pericolo di vita per la madre o dopo violenza sessuale). Crede nella teoria del complotto sull’ideologia di genere e nella cospirazione delle lobby gay che tramano per sovvertire l’ordine mondiale (me cojoni).
Ha sostenuto – ed era serio – che nelle scuole di Brescia si insegna la stregoneria, riferendosi a un progetto in cui ai bambini si leggevano semplicemente delle fiabe (dove, come noto, per dare un po’ di brio alla trama a volte compaiono pure le streghe). Durante alcuni incontri, ha sostenuto con consueto fervore teoconservatore che i volantini informativi distribuiti in una scuola nel 2012 dall’associazione Omphalos – contro omofobia e bullismo – servissero a propagandare l’omosessualità e costituissero un invito ad avere rapporti tra persone dello stesso sesso. Di più: per Pillon, l’associazione sarebbe stata un “soggetto che distribuisce materiale pornografico”. Per tali “gravi insinuazioni”, il senatore è stato condannato in primo grado a pagare una multa di 1.500 euro e a risarcire con 30 mila euro l’Arcigay (a cui Omphalos è affiliata). Pillon l’ha presa bene: “È proprio vero che certe condanne sono medaglie di guerra. Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario, diceva Orwell”. Pillon si è gasato (da solo) così tanto che, nei commenti sotto al post, si è incitato (da solo): “Forza Simo!”. Il commento è stato poi rimosso, ma ormai lo avevano già visto tutti. Per fortuna: Pillon che si dice bravo da solo è una cosa meravigliosa e ricorda quell’altra, la Madia, che fece lo stesso a febbraio. Tecnicamente tutto questo si chiama “dimenticarsi di sloggarsi”, ovvero non uscire dall’account ufficiale per usare poi uno dei tanti profili fake per dare al mondo (o a quei pochi che ti seguono) l’illusione che qualcuno la pensi come te. Concretamente tutto questo si chiama “Basaglia ci sopravvalutava e ha fallito”. Estinguiamoci tutti in serenità. Forza Simo!