La notizia arriva a turbare il già disastrato clima della piccola Repubblica del Titano, incancrenita da una guerra fra bande al confronto della quale l’Italia sembra un Paese civile. Sandro Gozi, già parlamentare prodiano, poi renzianissimo ex sottosegretario agli Affari europei nei governi Renzi e Gentiloni, è indagato dalla magistratura di San Marino.
Candidato alle Europee con En Marche! di Emmanuel Macron, Gozi è stato iscritto nel registro degli indagati con Catia Tomasetti, da maggio scorso presidente della Banca centrale sammarinese (Bcsm), per una presunta consulenza “fantasma” da 220 mila euro. Secondo il commissario della legge (il giudice istruttore nell’ordinamento sanmarinese) Alberto Buriani, avrebbero spinto il Consiglio direttivo dell’istituto a stipulare “una consulenza rivelatasi poi fittizia”. L’ipotesi di reato è amministrazione infedele. L’indagine è partita da un esposto depositato a dicembre. L’incarico ha come oggetto “l’adeguamento normativo sammarinese per armonizzare i rapporti con l’Ue”, con cui si cerca di chiudere un’nitesa. Costo: 120 mila euro, con tranche da 10 mila mensili, più una “success fee” da 100 mila euro, che, secondo Buriani, Gozi avrebbe incassato a prescindere dal suo contributo all’accordo.
Sia Gozi che Tomasetti sono considerati vicini a Renzi. Lui di Sogliano, lei di Rimini, il loro rapporto viene da lontano. Tomasetti, già avvocato dello studio Bonelli Erede Pappalardo, uno dei più importanti d’Italia, è stata ai vertici di Acea ed è la moglie di Cristiano Cannarsa, manager renziano di Sogei, poi nominato da Gentiloni in Consip. Secondo gli inquirenti è stato Gozi, nel 2016, a sponsorizzare la sua candidatura all’allora ministro delle Finanze di San Marino, Simone Celli. Nomina poi decisa dal Parlamento il 9 maggio 2018. Un mese dopo, Tomasetti avrebbe fatto nominare consulente il suo presunto sponsor. Secondo le analisi giudiziarie – riportate dall’Ansa – Gozi l’aveva già sponsorizzata a febbraio 2016 alla presidenza della Cassa di risparmio di Cesena, poi salvata dal Fondo interbancario e venduta a Crédit Agricole. Tomasetti avrebbe taciuto al Consiglio questi rapporti pregressi, e sarebbe anche indagata per divulgazione di segreto d’ufficio, per avere indotto i funzionari di Bcsm a trasmettere a una società di consulenza inglese “informazioni riservate” dell’autorità di vigilanza.
Gozi a San Marino è di casa da sempre. Nel 2007 finì indagato nell’inchiesta Why not del pm Luigi De Magistris, con l’accusa di essere il tramite con Romano Prodi del faccendiere Antonio Saladino, nella presunta “loggia massonica di San Marino”. Finirono tutti archiviati. “Non devo incarichi a nessuno – ha spiegato Tomasetti –. La consulenza è pubblica ed è stata decisa dal Consiglio per legittimare il qualificato contributo di Gozi al negoziato con l’Ue”. L’ex sottosegretario ha bollato la notizia come “informazioni fatte circolare per screditarmi”.
La decisione di affidare una consulenza a Gozi superiore allo stipendio annuale di Tomasetti (100 mila euro) aveva già fatto discutere, ma l’indagine non sembra estranea alla guerra di potere che scuote da anni il Paese, gravato da una crisi finanziaria per l’esplosione dei crediti deteriorati delle sue banche (valgono il 40% del Pil). A ottobre scorso un’indagine ha portato alle dimissioni dei vertici della vigilanza bancaria. Un mese prima era stato licenziato il direttore generale Roberto Moretti. Al suo posto il Consiglio ha nominato Giuseppe Ucci, proveniente proprio dalla Carisp di Cesena, al quale era stata affidata una consulenza legale da 16 mila euro nello stesso giorno dell’incarico a Gozi. Tomasetti è arrivata dopo le dimissioni del presidente Wafik Graus a settembre 2017. A febbraio 2018 è finito indagato l’ex dg Lorenzo Savorelli per aver investito i soldi del fondo statale di previdenza nella disastrata Banca sanmarinese Cis. Anche il sistema giudiziario è a soqquadro. Il giudice istruttore Buriani, per dire, è stato denunciato dal capo dei magistrati dirigenti, Valeria Pierfelici, a sua volta silurata dal Csm del Titano. È ritenuto vicino all’ex ad di banca Cis, commissariata tre mesi fa dalla Banca centrale guidata da Tomasetti.