La proposta di legge del tesoriere dem nonché senatore Luigi Zanda, presentata lo scorso 27 febbraio e ormai carta morta dopo la bocciatura del segretario Nicola Zingaretti, serviva a equiparare il trattamento economico dei parlamentari italiani a quello, più abbondante, dei parlamenti europei. Il testo di Zanda, poiché si tratta di un progetto di legge, indica delle cifre ondivaghe e dunque non è sufficiente a un confronto esaustivo, ma è interessante sviscerare i due modelli di compenso ai politici eletti. Per il Parlamento italiano prendiamo come esempio i senatori.
Palazzo Madama
Indennità. “L’importo lordo dell’indennità dei senatori è pari a 10.385,31 euro (che si riducono a 10.064,77 euro per i senatori che svolgano un’attività lavorativa). Al netto delle ritenute fiscali e dei contributi obbligatori per il trattamento previdenziale, per l’assegno di fine mandato e per l’assistenza sanitaria, l’indennità mensile risulta pari a euro 5.304 (5.122 per i lavoratori).
Altre entrate e rimborsi spese per i senatori
Diaria. “È stata ridotta a 3.500 euro nel 2011. Sono previste decurtazioni per ogni giornata di assenza dai lavori parlamentari”
Punto uno. I senatori ricevono un rimborso forfettario mensile di euro 1.650.
Punto due. “Rimborso delle spese per l’esercizio del mandato. L’importo complessivo, rimasto invariato, è diviso in una quota mensile di euro 2.090 – sottoposta a rendicontazione quadrimestrale – e in un’ulteriore quota di 2.090 euro mensili erogata forfettariamente”.
Esborso totale.: 9.330 più indennità netta di 5.304 genera introiti ai senatori per 14.634 euro.
Parlamento europeo
di Strasburgo.
Indennità.: “La retribuzione lorda mensile dei deputati a norma dello statuto unico è pari a 8.757,70 euro (a luglio 2018). È soggetta a un’imposta dell’Ue e a una serie di contributi assicurativi, al netto dei quali la retribuzione ammonta a 6.824,85 euro”. A parità di lordo, più basso di quello impegnato oggi per i senatori, il netto in Italia sarebbe intorno ai 4.500 euro.
Diaria.: “Il Parlamento versa un’indennità forfettaria di 320 euro a copertura delle spese di alloggio per ogni giorno in cui i deputati sono presenti a Bruxelles o a Strasburgo per attività ufficiali, purché firmino un registro che attesti la loro effettiva presenza. La legge Zanda prevede un massimo di 15 giorni, dunque 4.800 euro con tagli in caso di assenza.
Punto uno. “Indennità forfettaria di 4.513 al mese destinata a coprire le spese legate alle attività parlamentari. Tale indennità è dimezzata per i deputati che, senza giustificare debitamente la propria assenza, partecipino a meno della metà delle sedute plenarie di un anno parlamentare”.
Punto due. “Ai deputati viene rimborsato il costo effettivo dei biglietti di viaggio, su presentazione delle relative ricevute, limitatamente a un importo massimo pari alla tariffa aerea di classe “business” (o analoga), alla tariffa ferroviaria di prima classe o a 0.53 euro per km in caso di spostamento in auto (fino a un massimo di 1.000 km). Per le attività al di fuori del proprio paese essi possono beneficiare del rimborso delle spese di viaggio e di alloggio e delle spese connesse fino a un importo massimo pari a 4.454 euro l’anno”. Gli europarlamentari beneficiano anche di un rimborso di 160 euro al giorno fuori dall’Unione e di un fondo di 24.000 euro al mese, che non viene erogato sui loro conti, per assumere gli assistenti.
Totale. 4.500 euro netti (ipotesi in Italia) più 9.331 di introiti vari (la somma fa 13.831) più il rimborso annuale di 4.454, più fondo assistenti, più altri benefit. Il costo per l’amministrazione è senz’altro maggiore di quella oggi in vigore nel Parlamento italiano.