Affermare la sacralità della famiglia, tutelare il “ruolo della donna”, ma soprattutto celebrare “la bellezza del matrimonio”. Il Congresso della famiglia di Verona, al centro delle polemiche per la partecipazione di diversi esponenti politici e del governo, dichiara così alcuni dei suoi intenti per gli incontri di fine settimana. E sarà forse per tener fede a simili impegni che il congresso ha invitato autorevoli esperti in materia di “bellezza del matrimonio”, uomini e donne talmente appassionati di famiglia tradizionale da collezionarne anche due o tre: figli fuori dal matrimonio o nati da relazioni diverse, separazioni, divorzi, convivenze decennali senza passare dall’altare.
Tutte cose normali e che sarebbero rimaste nella sfera privata dei relatori se non fosse per la contraddizione coi valori sbandierati al congresso: “L’obiettivo – si legge nella presentazione dell’evento – è di unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”.
Tra i più attesi a Verona ci sarà Matteo Salvini. Fresco di gossip per la relazione con Francesca Verdini, figlia 26enne di Denis, il ministro dell’Interno è sposato, divorziato, due volte padre (da due donne diverse) e ancora in età per onorare chissà quante altre famiglie tradizionali. Il primo figlio, nel 2003, è nato dal matrimonio con Fabrizia Ieluzzi, la seconda, sei anni fa, dalla relazione post-divorzio con Giulia Martinelli, a sua volta naufragata prima della celebre parentesi amorosa con Elisa Isoardi.
Ce n’è abbastanza per tenere alto il buon nome della Lega, che già in passato aveva messo il cappello sulle varie riproposizioni del family day nonostante la storia personale dei propri esponenti. Basti ricordare, a riguardo, il caso di Roberto Calderoli, che si è da poco ri-accasato con Gianna Gancia dopo il pittoresco rito celtico con cui nel 1998 si era unito a Sabina Negri. Una tradizione onorata anche da Roberto Castelli, che sposò Sara Fumagalli con druidi al seguito dopo aver avuto un figlio dalla prima moglie Silvia Galbiati. Vecchia e nuova Lega poco importa, se si tratta di allargare la famiglia.
Tra i volti più recenti del Carroccio c’è il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: anche lui, separato, sarà a Verona a portare il proprio contributo sulla stabilità della famiglia. Un po’ come Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che due giorni fa ha rivendicato a Otto e mezzo la propria partecipazione al congresso, nonostante abbia avuto una figlia fuori dal matrimonio. Molto meglio una moderna convivenza che un antico matrimonio? Forse, anche se la Meloni è pronta all’auto-censura per spiegare il tutto e – chissà – per espiare la propria pena: “Non pretendo di avere il favore che la Costituzione riconosce alle coppie sposate”, ha detto a Otto e mezzo.
Anche in Fratelli d’Italia, d’altra parte, i buoni maestri non mancano. Nella storia dei difensori della famiglia tradizionale c’è infatti spazio anche per Ignazio La Russa – due matrimoni, un divorzio e tre figli (il primo con Marica Cottarelli, gli altri con Laura De Cicco) – e per Daniela Santanchè, che ancora oggi porta il cognome del primo marito, ma che ha avuto un figlio da Giovanni Canio Mazzaro, prima della lunga storia d’amore con Alessandro Sallusti.
E sarà proprio il direttore del Giornale a presentare uno dei dibattiti in programma a Verona, lui che dall’altare è salito e sceso due volte: “Famiglia naturale, politiche e prassi in Europa”, il titolo dell’incontro. Arriverà il giorno seguente invece Elisabetta Gardini, eurodeputata di Forza Italia. Anche per lei parla il curriculum: nel 1990 ha avuto un figlio con il marito Luca Fazzi, da cui ha divorziato pochi anni dopo preferendo poi convivere col nuovo compagno senza celebrare un secondo matrimonio. Chi invece combatte tra religione e nozze è Alessandro Meluzzi, lo psichiatra star dei salotti tv che sarà a Verona per una tavola rotonda sulla crisi demografica. Sposato da tempo con Maria Valencia Ardiles, tre anni fa si è fatto prete ortodosso e poi vescovo di una piccola comunità di fedeli milanesi. Certo, l’ortodossia non permetterebbe a un vescovo di essere sposato, ma le tradizioni, si sa, sono fatte per essere cambiate. Almeno quando torna comodo.