Il Movimento: Cinque stelle, mille controversie
Il Fatto sui 5Stelle e sulla giunta Raggi ha giudizi diversificati, come testimoniano gli ultimi articoli di Travaglio, Gomez e Padellaro. I grillini dovrebbero fare in ogni caso un “tagliando” sulla loro linea, e soprattutto riflettere sul metodo di formazione della loro classe dirigente, con la consapevolezza, tutti, delle aspettative che un anno fa gli elettori hanno riposto in loro, in un tempo in cui il vuoto è sempre più fluido. Evitando di imbarcare per esempio personaggi come il comandante De Falco. Il voto dell’anno scorso ai 5Stelle, con la dovuta prudenza e approssimazione, ha evocato il pasoliniano “Il Partito Comunista è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto…”
Travaglio ha preso lo spunto da Un nemico del popolo di Ibsen del 1882 in scena a Roma sulla degenerazione della democrazia, che rimanda alla nostra attualità, a quel che accade a Roma tra Campidoglio, Procura e redazioni dei giornali, all’immonda campagna contro la sindaca Raggi della “libera stampa” che, per il direttore del Fatto, dovrebbe interessare l’Ordine dei giornalisti. Per Gomez “La sindaca Raggi suscita malcontenti sempre maggiori… anche se è certamente vero che chi aveva governato Roma prima di lei aveva lasciato solo macerie… La miscela di delusione è diventata esplosiva, per disinnescarla la Raggi ha una sola possibilità: migliorare finalmente la vita dei romani”. Cosa che Gomez esclude che la sindaca sia in grado di fare! Infine Padellaro. Non è chiaro contro chi polemizzi in difesa della senatrice Fattori, alle cui competenze, per Padellaro, il M5S dovrebbe affidarsi per crescere. È noto che il M5S è il gruppo con il più alto numero di laureati. La Fattori sarebbe vittima, per Padellaro, di un preconcetto alimentato dagli stessi grillini, cioè di essere insofferente, insieme alla Nugnes, alle decisioni dei vertici del movimento. Le due parlamentari hanno votato sul caso Diciotti non solo contro la decisione dei vertici, ma contro la decisione della maggioranza degli iscritti. Non credo che le competenze di cui la Fattori è portatrice possano esentarla dal rispetto delle regole democratiche liberamente adottate dagli iscritti.
Salvatore Giannetti
Caro Salvatore,
credo che su un caso come la Diciotti fosse lecito almeno il “dissenso di coscienza”.
M. Trav.
Le democrazie mondiali sono minacciate dalle lobby
Trovo la notizia di lunedì 25 marzo sul Russiagate di una gravità indefinibile. Gli Stati Uniti sono la più grande democrazia del mondo e la più antica. Che il partito democratico statunitense abbia prodotto la caccia alle streghe contro Trump e i suoi presunti rapporti con la Russia la dice lunga su questo partito, che venne contestato nell’estate del 2016 dai sostenitori di Sanders per aver truccato le procedure delle primarie favorendo la Clinton. Tale comportamento somiglia a quello dei giornaloni e delle tv dell’establishment in Italia, quando devono diffondere disinformazione sul governo Conte e sui 5Stelle. Da molti anni si parla di democrazia malata e di poteri forti, specie delle lobbies. Ulteriori conferme di quale crisi attraversi la società politica occidentale.
Vincenzo Magi
Il “Giglio magico”: impreparati ma obbedienti a Renzi
Luca Lotti, ex braccio destro di Matteo Renzi, ha rilasciato un’intervista nel corso della quale ha ricordato l’esperienza di governo fatta.
Egli ha parlato anche del cosiddetto “Giglio magico” facendo le seguenti affermazioni: “Il Giglio magico era semplicemente un gruppo di persone che ha lavorato insieme e bene. È stato un periodo bellissimo.
Non c’è una sola organizzazione in cui un capo, un leader non si circonda di persone preparate e di fiducia… il Giglio ci ha fatto perdere le elezioni? Ma dai, non esageriamo. Dieci persone non hanno questo potere.
E anche la storia della conventicola dei toscani non regge.
C’erano Delrio, Padoan, Guerini: tutti hanno contribuito alla formazione del Governo Renzi e alle sue azioni” (estratto tratto dall’articolo di Goffredo De Marchis, Luca Lotti “Rivendico tutto anche il Giglio magico. Renzi? Si candiderà a Palazzo Chigi pubblicato su Repubblica, nel numero del 22/03/2019).
Sono affermazioni incredibili per la loro spudoratezza quelle di Lotti.
Il “Giglio magico” non era un semplice gruppo di persone preparate e di fiducia, ma un circolo chiuso di persone fedeli al capo, prevalentemente toscane e prevalentemente non preparate.
Il problema non è che Renzi si circondasse di persone di fiducia, ma che a esse affidava un potere eccessivo, bypassando quelli che avrebbero dovuto essere i centri veri del potere, cioè il governo e la direzione nazionale del Partito Democratico.
Quanto alla possibilità che il “Giglio magico” abbia fatto perdere le elezioni al Pd, forse è eccessiva, ma il fatto che Renzi abbia dato l’idea di contare soprattutto su alcune persone poco preparate a lui fedeli ha contribuito molto a dare di lui un’immagine negativa, che si è riflessa sul risultato elettorale.
Franco Pelella