Parigi si è inventata il cestino per rifiuti anti-topi. Ne sono già stati installati tremila in città, anche nel piazzale di Notre Dame. Il comune assicura che sono fatti apposta per evitare che i roditori possano rosicchiare i sacchetti di plastica alla ricerca di resti di cibo. Si evita così che i rifiuti si ritrovino sparsi per terra, come accade con gli attuali cestini “anti-bomba”. Parigi si è inventata anche il cassonetto “intelligente”, che funziona a energia solare ed è dotato di un microchip. Pare che possa compattare i rifiuti per contenerne fino a sei volte più di un banale cassonetto. Si tratta di misure per far fronte a una delle più grandi, e quasi proverbiali, calamità della capitale: la sporcizia. Ma niente da fare, Parigi resta una città sporca. A inizio mese il settimanale Marianne ha anche dedicato una copertina al problema col titolo Paris ville-poubelle, Parigi città-pattumiera. “Ecco la capitale di una delle prime potenze del mondo alle prese con problematiche che si credevano riservate ai paesi in via di sviluppo”, ha scritto il giornale.
Il turista che passeggia tra la Place des Vosges e il Louvre non è detto che se ne accorga. Neanche il presidente cinese Xi Jinping, che oggi è all’Eliseo e ieri è stato accolto da Emmanuel Macron all’Arco di Trionfo. Il monumento e gli Champs Elysées nel frattempo sono stati ripuliti dopo i recenti saccheggi dei black bloc a margine della protesta dei gilet gialli. Ma basta uscire dai sentieri battuti e esplorare quartieri più popolari, soprattutto quelli nel nord e nord-est della città, La Fourche, Château Rouge o Stalingrad, per esempio, per imbattersi in collinette di sacchi di plastica, cestini traboccanti, scatoloni, materassi, mobili abbandonati per strada in attesa di essere ritirati dai servizi della città.
Sui marciapiedi si fa lo slalom tra carte, fazzoletti, buste, sputi, escrementi di cani e tutto quello che dovrebbe finire in un cestino e invece si getta per terra. Alla Goutte d’Or le persone buttano i loro rifiuti direttamente dalla finestra di casa, come si vede fare anche a Marsiglia. D’estate il canal Saint Martin si trasforma in un immondezzaio a cielo aperto con i festaioli che abbandonano per terra i resti dei pic-nic e urinano contro gli alberi. Sul boulevard de Belleville i venditori ambulanti improvvisano mercatini e poi seminano oggetti per strada quando si tratta di ritirare tutto in fretta all’arrivo dei gendarmi. Nei corridoi del metrò ci si deve tappare il naso per non sentire odori nauseabondi.
La lotta alla sporcizia sarà uno dei temi centrali della campagna per le municipali del 2020. La sindaca socialista Anne Hidalgo, spesso considerata responsabile di tanta incuria, rischia di giocarsi la poltrona anche sul bilancio negativo della pulizia in città. Tutti gli anni il comune spende 500 milioni di euro per la pulizia della città. Sono state create nuove aree di raccolta indifferenziata. La Brigade des incivilités, nata nel 2016, conta ormai 3.200 agenti abilitati a multare chi sporca. Nel 2018 sono state fatte 36.000 multe da 68 euro (+47% rispetto al 2017) per mozziconi di sigaretta gettati per terra. Pare che ogni anno si raccolgano 10 milioni di mozziconi, circa 350 tonnellate.
L’incubo di Parigi però sono i topi. Le piene della Senna, come quella importante del 2016, li fanno salire in superficie. I roditori, che si incontrano spesso nelle stazioni del metrò, invadono allora giardini e parchi. Il giardinetto del Vert-Galant, ai piedi del Pont Neuf, però è sempre infestato. I topi sono talmente abituati alle persone che neanche scappano più. In città sono arrivate anche le cimici dei letti. Degli insettini che si nutrono di sangue umano e che parigini e turisti trasportano nelle valigie dai loro luoghi di villeggiatura. Non è un problema solo parigino. Pare che questi insetti-vampiri abbondino anche in Park Avenue a New York. Il risultato è comunque che alberghi, appartamenti e b&b sono infestati. Qualche mese fa le cimici sono state trovate persino nelle poltrone del cinema del Quai de Loire, nel 19° arrondissement, dopo che alcuni spettatori si sono lamentati di strani pruriti. Il cinema ha dovuto chiudere per disinfestazione. Lo scorso anno anche Disneyland Paris ha ammesso di aver dovuto disinfestare tutti i suoi alberghi. Da allora l’amministrazione del famoso parco di divertimenti ricorre a un’unità cinofila specializzata con cani addestrati ad annusare la presenza delle cimici. Si cercano le cause di tanta sporcizia. Il Comune punta il dito contro le piattaforme tipo Airbnb, contro le quali ha dichiarato guerra da tempo per tanti motivi, anche fiscali. Si fa valere l’argomento che Parigi è una delle città più dense del mondo, con circa 20.000 abitanti al km quadrato. Si ricordano i dati del turismo, con il recente record di 50 milioni di turisti passati tra la capitale e la sua regione nel 2018. Si insiste sulla mancanza di senso civico della gente. I più intolleranti considerano in parte responsabili anche i senza tetto che dormono per strada. E si dà la colpa persino al riscaldamento climatico che spinge le persone a passare più tempo all’aperto e quindi a sporcare di più.