Bocciati
Il clima leghista
Al carnevale di battute su Greta Thunberg, sulle sue trecce e sulla sua sindrome di Asperger, ha sentito il bisogno di aggiungersi Umberto Bosco, consigliere leghista di Bologna. “Dite quello che volete su Greta ma chi, meglio di una sedicenne che non va a scuola e che soffre di disturbi pervasivi dello sviluppo, può, nel 2019, rappresentare la sinistra?” Quando al post sono seguite le critiche di diversi utenti che segnalavano il tenore del tutto fuori luogo dell’esternazione, Bosco ha corretto il tiro: “E comunque, ragazzi, è una battuta, non un comunicato politico. Non so nulla di Asperger e autismo e non voglio insegnare nulla a nessuno. Ho solo fatto una battuta sulla sinistra e il suo disperato bisogno di un leader.
La ragazzina mi sta simpaticissima.” Il copione è sempre lo stesso: la si spara grossa perché il politicamente scorretto è troppo a la page per resistergli; si viene sommersi di critiche; si capisce di averla fatta fuori dal vaso e si rettifica, tentando di deviare il più possibile il senso di quanto affermato. Il modus operandi della Terza Repubblica.
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Promossi
Al di là del mare
“Chi conosce la storia sa che i libici, come il resto del Maghreb, vedono i neri della zona sub-sahariana peggio di come i bianchi del Ku Klux Klan vedevano i neri. Affidare i migranti ai libici è come affidare un ebreo a Hitler.” Forse non conosciamo molto la storia, forse includere un elemento di questa portata nella discussione di un problema che tutti, chi per un verso chi per un altro, vorrebbero di semplice e immediata risoluzione, finisce per complicare ulteriormente le cose; fatto sta che questa evidenza, ribadita ancora una volta da Massimo Cacciari nel corso di un programma televisivo, viene il più possibile ignorata nel corso dei dibattiti sull’argomento. Ciascuno è libero di avere la propria opinione, qualcuno può suggerire la progressiva dismissione delle Ong, qualcun altro può puntare sul rafforzamento della guardia costiera libica, altri ancora possono ritenere che la soluzione sia la redistribuzione per quote con gli altri Paesi europei; ma in ognuno di questi casi, improntare una strategia di comportamento senza tenere conto di quello che accade al di là del mare non è solo ipocrita, è anche completamente inutile. Speriamo che il professor Cacciari continui ad evidenziarci quel che già dovrebbe essere evidente.
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Troppo odi e poco amo
Paolo Ceravolo, ricercatore e padre di una delle ragazzine che si trovavano sul bus della strage sfiorata, ha commentato su Twitter l’accaduto, con un pensiero molto più lucido e profondo, non solo di quanto ci si potesse aspettare da chi nella terribile vicenda è stato implicato in prima persona, ma di gran parte di coloro che hanno piegato l’interpretazione del dramma sfiorato alle necessità del proprio fazioso punto di vista: “Mia figlia era sull’autobus a #SanDonatoMilanese. Fa paura pensare in che mondo stanno crescendo i nostri figli. L’odio genera solo odio, le parole di odio generano pensieri di odio. Loro adesso hanno bisogno di amore. Un po’ di più di ieri”. Grazie Paolo.
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