“Sono passati quasi cinque anni da quando abbiamo perso i nostri risparmi, ma ancora oggi nessuno di noi è stato risarcito”. Il tempo che è passato non ha placato la rabbia delle circa cento famiglie romane che, nei decenni scorsi, avevano prestato i soldi alla Cooperativa deposito locomotive San Lorenzo.
Si erano affidate a questo ente mutualistico per sostenere la sua attività di costruzione di abitazioni da offrire a prezzi vantaggiosi ai soci. Tipica esperienza di quel mondo cooperativo che ha riunito gli operai dopo la Seconda guerra mondiale, in particolare quelli che si riconoscevano nei valori allora incarnati dai partiti comunista e socialista. Questa storia, però, nel 2014, è finita molto male con la coop messa in liquidazione e i risparmi di queste persone, circa quattro milioni di euro, sono spariti. Non proprio un fulmine a ciel sereno, poiché il sostanziale dissesto dei conti era noto a molti di loro.
Tuttavia gli amministratori della cooperativa avevano in più di un’occasione dato rassicurazioni sulla capacità di rimborsare i prestiti sociali. Il 28 luglio 2014, per esempio, si era tenuta l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2013. “Io ero presente – racconta uno dei soci –. Ci proposero una liquidazione volontaria per risarcire i soci con il ricavato. Ci dissero che i soci prenotatari (quelli che avevano prenotato un alloggio in costruzione, ndr) sarebbero stati fatti confluire in qualche altra coop mentre i soci prestatori (quelli che avevano solo prestato denaro in cambio di interessi, ndr) sarebbero stati risarciti con le vendite dei beni della coop”. Pochi mesi dopo, però, il liquidatore ha proposto di procedere con la liquidazione coatta alla quale la Deposito locomotive San Lorenzo è stata ammessa a inizio 2015.
Lo stato passivo era cresciuto fino a 18 milioni, sfumate le speranze di ottenere indietro le somme. Il 19 luglio 2016 il Tribunale di Roma ha dichiarato l’insolvenza della coop. Nel frattempo, è emerso anche che la cooperativa era finita nel 2013 nel mirino di Salvatore Buzzi (condannato a 18 anni e quattro mesi nell’ambito di Mafia Capitale), il quale ne aveva avvertito lo stato comatoso e fiutato l’affare, poi sfumato.
I soci azzerati proseguono la battaglia. Puntano il dito contro la Lega coop, cui la Deposito locomotive San Lorenzo aderiva. “Nessun organo di vigilanza si è mai accorto delle attività illecite”, dicono. La Lega Coop ha risposto sostenendo di non svolgere “attività di controllo o revisione del bilancio, attività deputate agli organi gestionali e di revisione contabile della cooperativa stessa”.
Diverse famiglie, dopo aver perso i propri risparmi, stanno facendo i conti con difficoltà economiche. Ci sono operai che avevano destinato alla coop il proprio trattamento di fine rapporto, nuclei che hanno visto sparire 100 mila euro. Tengono però a precisare che non chiedono un ristoro di tipo assistenziale, ma un risarcimento del danno da parte dei responsabili di questa situazione sulla quale sperano che la Procura di Roma faccia chiarezza. “Permanendo il comportamento di rifiuto della Lega delle Cooperative e l’indifferenza del Ministero – avvertono – i procederemo con l’azione civile”.