Il capo politico la blinda di primo mattino, perché il Campidoglio a 5Stelle non può saltare per aria, non ora con le Europee a un passo e il M5S che già arranca nei sondaggi, “perché se mandassimo via Virginia finiremmo come il Pd che cacciò Ignazio Marino, gli elettori ci punirebbero”, ragionano ai piani alti. E allora la sindaca di Roma Virginia Raggi non si tocca, e “la giunta deve andare avanti” come scandisce Luigi Di Maio ad Agorà. Così Raggi può annunciare su Facebook “una indagine interna su tutti i dossier citati nell’inchiesta che riguarda De Vito”, l’ex presidente del Consiglio comunale arrestato per corruzione.
Tradotto, valuta di imporre a tutti i dirigenti potenzialmente toccati o lambiti dalla vicenda (“cioè quasi tutti”, riassume una voce dal Campidoglio) di chiedere alla Procura il certificato ex articolo 335 del codice penale, quello da cui risulta se si è iscritti sul registro degli indagati. Ma ci saranno anche ulteriori verifiche. “Rispondiamo con fermezza a chi prova a ‘infettare’ l’amministrazione con pratiche illegali” giura la sindaca nel post, ripreso dal portale del M5S e anche dal blog di Beppe Grillo, il fondatore, per ostentare che tutto il Movimento è con lei. Ma la principale preoccupazione del M5S nazionale resta quella, capire se da Roma possano piovere a breve altri casi giudiziari. Per questo giovedì in Comune si erano presentati tre emissari di Di Maio: il veterano Max Bugani, vicecaposegreteria del vicepremier e membro dell’associazione Rousseau; il vice capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, ormai da tempo l’ufficiale di collegamento con il Campidoglio, e la consigliera regionale Valentina Corrado, probabilissima referente nel Lazio quando Di Maio varerà la struttura di raccordo tra il nazionale e i territori. Nell’attesa ieri Silvestri e Corrado tornano in Comune, per capire lo stato delle cose. E restano ore, per sondare la sindaca e i consiglieri riallacciare un filo che si era allentato. Perché in Campidoglio si erano sentiti molto soli, nelle settimane a ridosso della sentenza del novembre scorso, che aveva scagionato Raggi dall’accusa di falso. E anche dopo l’assoluzione la distanza tra lei e i vertici era rimasta.
Per questo in Comune hanno apprezzato la proposta degli emissari di Di Maio di incontrarsi in riunioni periodiche, per lavorare assieme e provare a rivitalizzare la giunta, flagellata da casi giudiziari e scontri interni. E la sintesi la fa Silvestri: “Per raggiungere gli obiettivi serve la massima sinergia tra tutti i livelli istituzionali”. Insomma, bisogna tornare a parlarsi, tanto. E ragionare assieme anche su un nuovo rimpasto in giunta. Con i vertici nazionali che da tempo invocano più risultati su rifiuti e lavori pubblici. Però ora i 5Stelle devono innanzitutto capire quanto sia estesa la vicenda legata allo stadio della Roma, una ferita che potrebbe stillare altri guai. Perché la paura rimane forte, dentro e fuori il Campidoglio.
E forse anche per questo ieri si erano sparse voci su altri consiglieri del M5S indagati. False. Ma di certo ieri sono state sentite in Procura la presidente della Commissione Urbanistica Donatella Iorio e quella della Commissione Lavori Pubblici Alessandra Agnello. Anche se dal Comune assicurano di non essere preoccupati. Ma il caso De Vito e le tensioni con l’assessore Daniele Frongia, probabilmente prossimo all’archiviazione ma “reo” di non aver comunicato ai vertici l’indagine a suo carico per corruzione, hanno lasciato evidenti scorie.
Così non è affatto casuale il rinvio di una delicata assemblea congiunta dei parlamentari, già fissata per lunedì prossimo e slittata a giovedì 4 aprile, ufficialmente “per motivi legati ai lavori parlamentari” come sostenuto in una nota dai capigruppo del Movimento. Ma la verità è che si è scelto di prendere tempo. Perché domenica si vota in Basilicata, e potrebbe andare male se non peggio. E a Roma la situazione è ancora nebulosa. Quindi meglio evitare riunioni di gruppo, perché non si sa mai.