L’abilitazione scientifica nazionale (Asn) non è un concorso. È un esame. Non esiste un limite al numero di candidati da promuovere. Chi merita, passa. Tutto qui. L’importante è ottenere il voto dei quattro quinti della commissione che, per legge, deve giudicare dopo aver esaminato e valutato titoli e pubblicazioni. La procura di Firenze ha scoperto che la prassi per l’Asn di diritto tributario – nelle tornate 2012 e 2013 – era ben diversa. Secondo l’accusa si procedeva con altre logiche. Inclusa quella “illecita” della “spartizione territoriale”.
Tornata 2012: il 1° febbraio 2013 il ministero dell’università sorteggia come commissari Francesco Tesauro, Massimo Basilavecchia, Valerio Ficari, Guglielmo Fransoni e Alvarez Martinez Joaquin Augustin. Sei giorni dopo, il 7 febbraio, Ficari scrive una mail a Fransoni nella quale, secondo gli investigatori, indica “le probabili abilitazioni, tenendo conto della provenienza geografica dei candidati e dei loro ‘commissari di riferimento’”.
“Guglielmo – scrive Ficari –, ho scaricato da internet la lista e in mezzora in aeroporto ho fatto qualche prima valutazione molto approssimativa (…) indicando in rosso quelli di prima tornata e verde quelli di seconda e viola quelli fuori. (…). Se lavoriamo su questi due file excel siamo in grado di avere il quadro inter nos anche geografico… gente sconosciuta!!! p.s. Magari si potrebbe anche immaginare di mettere accanto il nome di commissari di riferimento”.
Poiché i due file sono danneggiati, Fransoni chiede a Ficari di rispedirglieli. “Ci riprovo – risponde Ficari –, ho dato qualche colore più d’istinto che altro ma tu che sei più freddo vedi di correggere, ho l’impressione che per evitare lo sbraco e la contrapposizione bisognerà accettare uno o due che per me sarebbero viola. Dammi i tuoi colori e vedi chi altro vi sia non di ruolo, ciao. p.s. Magari potresti aggiungere Vf – Gf (Valerio Ficari – Guglielmo Fransoni, ndr) sui nostri candidati e la provenienza geografica…”.
“Già il 7 febbraio – sottolinea la Finanza –, ovverosia un mese prima che i commissari potessero avere contezza delle candidature relative alla tornata 2012, ma soprattutto dei titoli e delle pubblicazioni presentate dai candidati nelle loro domande, e ancora prima che la tornata 2013 prendesse avvio (…), i due commissari avevano già stilato una previsione di abilitazioni da concedere nella tornata 2012 (nominativi in rosso), in quella successiva, tornata 2013 (nominativi in verde), escludendo sin da allora alcuni candidati (nominativi in viola), tra i quali spicca Philip Laroma”.
Le fiamme gialle non hanno dubbi: “È chiaro che queste prime ‘valutazioni’ fossero scevre da qualsiasi riferimento al merito dei candidati”. Philip Laroma è il ricercatore – oggi diventato professore – che con le sue denunce ha fatto partire l’indagine.
Perquisendo l’ufficio di Ficari nell’Università di Roma Tor Vergata i finanzieri sequestrano anche dei “prospetti dattiloscritti” nei quali i candidati vengono suddivisi in quattro insiemi in “relazione alle chance di abilitazione” denominati “remoto”, “possibili”, “intermedi” e “probabili”. La suddivisione, secondo gli investigatori, rappresenta una “allusione alle trattative che i commissari avrebbero dovuto intavolare” per ottenere l’abilitazione dei candidati voluti, concedendo e ottenendo “il voto” sulla “base di accordi” e “prescindendo dalla qualità dei candidati”.
Ma gli inquirenti scoprono nelle perquisizioni un dettaglio in più: i documenti che testimoniano l’intento di una “spartizione territoriale degli abilitati”. Per l’accusa è una sorta di premessa “agli accordi corruttivi tra i commissari”.
I finanzieri, perquisendo l’ufficio di Ficari, scoprono infatti l’esistenza di una serie di “cartine mute” dell’Italia. Sui fogli sono “apposti molteplici appunti manoscritti che indicano graficamente l’appartenenza territoriale dei candidati (…) per ciascuno o gruppi di essi, con a fianco l’indicazione del professore ordinario o del commissario di riferimento”. Il documento indica 2 nomi per la Sicilia, un paio al massimo per la Campania, 2 per l’Abruzzo, 4 per il Lazio, 2 per la Toscana, uno per l’Emilia Romagna, 2 per il Veneto e 4 per la Lombardia.
Ficari e Fransoni, in concorso con altri 37 professori, sono accusati dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco, e dal pm Paolo Barlucchi, di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Il do ut des della corruzione non riguarda alcuna somma di denaro ma esclusivamente “l’utilità di far abilitare i candidati da ciascuno sponsorizzato”.
Per l’accusa – che due giorni fa ha chiesto il loro rinvio a giudizio – hanno agito sia come pubblici ufficiali, in qualità di componenti della commissione per il biennio 2012- 2013, sia come soggetti privati “interessati a far abilitare” alcuni “candidati”, a volte perché erano “loro allievi”, altre perché “componenti dello studio professionale”. Se non bastasse, avrebbero impedito “l’abilitazione di candidati che rappresentavano un ostacolo alla carriera dei loro allievi o soggetti professionalmente collegati”.
In questo modo, sostiene la procura di Firenze, si precostituivano le “condizioni per far conseguire ai ‘propri’ candidati, in assenza di reale concorrenza, i posti di professore ordinario o associato che sarebbero stati banditi dalle varie università in sede locale”.