Non toccate la legge Merlin: è una conquista per le donne
Ci mancava pure la richiesta di riaprire le “Case Chiuse”! Va be’ il cambiamento ma cerchiamo di non annullare le poche leggi giuste che sono state fatte nel corso dei 71 anni della nostra Repubblica. Nel febbraio del 1958 è stata emanata a firma del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi la legge n.75, detta Merlin, dal nome della senatrice socialista che l’aveva proposta. Le “Case Chiuse” si basavano sullo sfruttamento della prostituzione e quindi delle donne, perché a parte la voluta aura un po’ romantica di cui qualche film le ammantava, in realtà le donne erano poco più che schiave, private della loro libertà e della maggior parte dei loro guadagni, per di più schedate dalla polizia, cosa che in pratica rendeva loro quasi impossibile cambiare “mestiere” e sottoposte a periodiche e umilianti visite mediche (mentre i clienti, veri “untori”, ne erano esenti). Da allora i potenziali clienti, le prostitute interessate a un riconoscimento sociale e le casse dello Stato che vorrebbero sostituirsi alle tenutarie delle suddette case, tentano di ripristinarle. Sarà bene riflettere su quello che ciò può significare. La prostituzione non è una libera scelta. Affittare il proprio corpo per soddisfare non il proprio desiderio ma quello dei clienti di sesso maschile non è una questione di morale, tanto meno religiosa, ma di rispetto della persona e di dignità della donna (ma anche dei maschi). I maschi facciano la fatica di conquistarle le donne, senza violentarle o doverle pagare.
Albarosa Raimondi
DIRITTO DI REPLICA
Nell’articolo “L’ossessione per le copie digitali: i verbali segreti del Sole 24 Ore” a firma di Nicola Borzi, si sostiene che “giovedì scorso l’ex presidente di Confindustria Luigi Abete si è dimesso dal cda del Sole: vi sedeva da quasi vent’anni. Secondo alcuni, Abete ‘si è opposto fino all’ultimo all’azione di responsabilità che lo vede tra l’altro potenzialmente coinvolto in quanto nel vecchio cda’”. Tale affermazione attribuita ad “alcuni” ma, allo stesso tempo, posta fra virgolette andrebbe – doverosamente – attribuita in maniera chiara a qualcuno, altrimenti si tratta di mere illazioni: un giornalismo corretto ha il dovere professionale ed etico di non riportare semplici illazioni (ovvero non riprendere fake news di siti improbabili che ovviamente non possono meritare alcun riscontro). Preciso quanto segue: a) la mia valutazione sulle eventuali azioni di responsabilità non è quella erroneamente riportata reiteratamente dal Fatto, ma risulta chiaramente dai verbali del CdA che non sono né possono essere nella vostra disponibilità; b) la stessa sarà resa pubblica, non essendo più tenuto alla riservatezza quale consigliere, prima nella sede propria dell’azionista, poi da me direttamente, per chi ne fosse interessato; e) ogni valutazione e conseguente azione in proposito deve essere effettuata a tutela dell’interesse dell’azienda e dagli azionisti, a nulla ciò rilevando le pressanti “aspettative” di soggetti di qualunque genere. Venendo nel merito delle mie dimissioni dal CdA del Sole , a cui partecipo dal 30 ottobre 2007, preciso che sono state presentate, come riportato dal comunicato dello stesso giornale “per la concomitanza di una pluralità di funzioni di amministrazione in varie aziende che non sono più valutate temporalmente compatibili con la funzione di Presidente della Bnl”; ciò a seguito dell’applicazione del time commitment prescritto dalla Bce alle banche europee. Tale decisione, già preannunciata in precedenti riunioni del CdA, si è formalizzata lo scorso 28 febbraio; ciò mi consentirà peraltro nel futuro di evidenziare con totale libertà le fake news (tra cui quelle relative al Sole, azienda quotata) di cui purtroppo risultano piene le rassegne stampa.
Luigi Abete
“Dopo una accesissima discussione, Abete, consigliere di lunghissimo corso, che non era d’accordo sull’azione di responsabilità, ha rimesso il mandato nelle mani del presidente Garrone. L’episodio è avvenuto dopo una discussione con l’avvocato Lombardi, consulente in materia per conto della società, che aveva apertamente sostenuto la necessità di procedere” (Lettera43, 28 febbraio). “L’uscita di scena di Abete, che si è ostinatamente opposto fino all’ultimo all’azione di responsabilità, che lo vede tra l’altro potenzialmente coinvolto in quanto amministratore del vecchio Cda, apre nuovi scenari” (Giuseppe Oddo, Business Insider, 28 febbraio). “Secondo voci di Borsa non confermate il passo indietro sarebbe divenuto inevitabile stante il netto disaccordo di Abete all’ipotesi di un’azione di responsabilità contro la precedente gestione, peraltro richiesta anche dai rappresentanti delle redazioni giornalistiche Sole 24 Ore, Radiocor Plus e Radio 24, che potrebbe essere deliberata già dal Cda del prossimo 7 marzo” (Luca Spoldi, Affari Italiani, 3 marzo). Il dottor Abete quando si tratta delle motivazioni delle sue dimissioni da una società quotata parla di fake news, ma non lo si è mai sentito dire nulla nelle assemblee degli azionisti o in cda, di cui possediamo molti verbali, sulla settantina di articoli pubblicati tra il marzo 2013 e il settembre 2016 dal giornale di cui era consigliere in cui venivano costantemente magnificati dati falsi sulla diffusione del Sole paragonati con quelli veri dei concorrenti, molti dei quali quotati in Borsa. Non a caso Consob prepara sanzioni per manipolazione di mercato e la magistratura indaga per ipotesi anche di aggiotaggio informativo. Chiederemo all’avvocato Lombardi, all’ex consigliere Dubini e all’ex ad Del Torchio cos’è successo in alcuni cda “movimentati” del Sole 24 Ore. Così vedremo chi sparge fake news.
N.B.
I NOSTRI ERRORI
Contrariamente a quanto ho scritto ieri, il Consiglio scientifico della Galleria dell’Accademia di Firenze si riunisce regolarmente. Il problema è, invece, che si riunisce a ranghi ridotti: Gabriele Finaldi, dimessosi perché divenuto direttore della National Gallery di Londra, non è mai stato sostituito. La Regione Toscana ha indicato al suo posto Claudio Pizzorusso, che non è però mai stato nominato dal Mibac. Me ne scuso con la direttrice del museo, Cecilie Hollberg, e con i lettori.
Tomaso Montanari