È tornata a Montecitorio, nella commissione Giustizia che presiedeva fino a pochi giorni fa, per votare quella che sarà la sua sostituta alla presidenza: e Giulia Sarti fa sapere che, di mollare, non ha nessuna intenzione.
Dopo aver dato il suo sì alla nomina di Francesca Businarolo, la deputata 5 Stelle finita nella bufera per il caso delle finte restituzioni è stata intercettata dalle telecamere de ilfattoquotidiano.it. E alle domande di Manolo Lanaro ha risposto secca: “Non sono espulsa dal Movimento Cinque Stelle. Io non lo lascio, l’ho fatto nascere”, per poi aggiungere che confida “assolutamente” di rimanere nel Movimento visto che “non ho fatto nulla”. E Di Maio che ha parlato di “doverosa espulsione”? “Avrà avuto i suoi motivi”, chiude la Sarti, come a dire che adesso le cose sono cambiate.
E invece no. Immediato, filtra sulle agenzie il disappunto dei vertici grillini che tornano a parlare di “doverosa” cacciata. La parola adesso è nelle mani del collegio dei probiviri, che lunedì ha avviato il procedimento disciplinare e lo ha comunicato all’interessata. Sarti ha dieci giorni di tempo per inviare la sua memoria difensiva sui 7 bonifici non andati a buon fine. Si tratta di un totale di 23 mila euro, restituiti solo dopo che le Iene un anno fa hanno svelato l’arcano: secondo la Sarti, che lo ha denunciato dopo essersi consultata con i portavoce M5S Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, sarebbe stata una truffa dell’allora fidanzato, Bogdan Andrea Tibusche. Per lui, nel frattempo la Procura ha chiesto l’archiviazione. Ma la storia è molto complicata e “appare estremamente torbida – fanno sapere i vertici M5S – quindi va chiarita per bene”. Dopo aver discusso la memoria difensiva, i probiviri potranno archiviare o sanzionare la deputata. L’aria che tira è quella del pugno duro. Ma lei ieri ha ostentato altrettanta fermezza.