È un siluro dietro l’altro al governo, e in particolare al ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di comportamenti “eversivi”, la relazione della segretaria di Magistratura Democratica, Maria Rosaria Guglielmi, che ieri ha aperto il congresso della storica corrente di sinistra dei magistrati (insieme a Movimenti per la Giustizia fa parte di Area). Dopo anni, secondo diversi magistrati, “filo governativi”, quando a Palazzo Chigi si sono succeduti Letta-Renzi-Gentiloni, Md, con la sonora bocciatura della politica giallo-verde è tornata a essere il cane da guardia dell’esecutivo, come nel ventennio berlusconiano. Da cancellare il decreto Sicurezza e il ddl sulla legittima difesa, i migranti bloccati sulla Diciotti fanno parte di “una deriva xenofoba”, la politica sulle carceri è una “controriforma”.
A ribattere a queste critiche feroci, però, non ci sarà il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che era stato invitato al congresso ma pochi giorni fa, a relazione già scritta dalla Guglielmi, ha fatto sapere di avere “impegni istituzionali”.
Veniamo al merito: secondo la Guglielmi, il decreto Sicurezza che ha visto “l’intervento congiunto in materia di protezione internazionale, immigrazione e sicurezza pubblica, si è rivelato anzitutto un’operazione di marketing ben riuscita. Il cambiamento che si vuole ottenere è emotivo perché da qui può nascere il consenso a una riforma che mistifica la realtà: non siamo più in presenza di un arrivo massiccio di migranti, diminuito radicalmente fin dal 2017”. La segretaria di Md si spinge a un affondo politico contro M5s e Lega: “Populismo e neonazionalismi alimentando strumentalmente la percezione dell’invasione da parte degli stranieri” anche in Italia “hanno innescato una deriva xenofoba e razzista”. Le vicende Diciotti e Aquarius fanno parte di questa deriva: “Con la chiusura dei porti e la messa al bando delle Ong si è consumata una violazione senza precedenti degli obblighi giuridici e morali di soccorso e di accoglienza, che derivano dal diritto interno e internazionale”.
Quanto al disegno di legge sulla legittima difesa, rappresenta “un’idea arcaica di giustizia come vendetta”. E la Guglielmi spiega perché: “Anteporre l’inviolabilità del domicilio alla tutela incondizionata della vita umana significa consumare un ulteriore strappo con la nostra Costituzione”.
Salvini che si ribella sui social al processo chiesto dal tribunale dei ministri di Catania, Salvini che non riconosce la condanna definitiva per l’imprenditore piacentino che ha sparato a sangue freddo a un ladro, ferendolo, dopo averlo fatto picchiare da un suo operaio, Matteo Renzi (e i renziani) che accusano di fini politici i magistrati di Firenze per gli arresti domiciliari dei genitori dell’ex premier, sono i comportamenti a cui si riferisce implicitamente la Guglielmi quando dice che “oggi la portata eversiva di alcuni interventi di esponenti delle istituzioni sul merito di decisioni giudiziarie, l’attacco mirato a singoli magistrati per screditarne l’operato ed offrirli alla gogna pubblica dei social, i continui tentativi di delegittimare l’intervento giudiziario non lasciano dubbi su quel che ci attende. Il nostro impegno come magistratura associata deve essere all’altezza della complessità del momento: occorre dimostrare unità e fermezza sui principi e, al tempo stesso, capacità di costruire alleanze culturali estese”. E qui si legge la critica a Magistratura Indipendente, la corrente più conservatrice, che sia al Csm sia nell’Anm si è voluta smarcare da comunicati contro Salvini. La segretaria di Md boccia pure il ddl, per la verità accantonato di fatto in Senato, a firma del leghista Simone Pillon che prevede come automatico l’affido condiviso dei figli minorenni di divorziati: “È una controriforma in contrasto con il bene supremo da salvaguardare, l’interesse del minore”. Pillon ribatte a distanza: “È un’invasione di campo”.
Oggi al congresso parlerà il vicepresidente del Csm David Ermini, reduce dalle polemiche che lo hanno coinvolto per aver pranzato alla Camera con i parlamentari renziani all’indomani degli attacchi ai magistrati fiorentini.