C’è una gran gioia in giro. È la gioia, irresistibile e forse contagiosa, di chi gode come un riccio erotomane nel vedere il Movimento 5 Stelle nella polvere. Beninteso, è una gioia più che legittima: i 5 Stelle son bravissimi a restare antipatici e ultimamente Di Maio prende lezioni direttamente da Tafazzi. Non è dunque difficile comprendere come, ancor più sui giornaloni e in tivù, editorialisti e opinionisti che han continuato a votare Pd nonostante Renzi, gioiscano adesso tipo Tardelli nell’82 dopo le scoppole grilline in Abruzzo e Sardegna. Ognuno, del resto, esulta come merita e come può. Accontentandosi di quel poco che ha, e soprattutto non ha.
Ciò nonostante, di fronte a queste torcide trasversali para-pidine che traboccano su social e piccolo schermo, e che provengono non tanto dal centrodestra – che fa benissimo a esultare – quanto da ambienti più o meno di sinistra, qualche dubbio viene. Anzi, più di qualche dubbio. Sì, perché a tutti questi pasdaran dell’orgasmo moscio anti-grillino; a tutti questi sinistrorsi e sinistrati; a tutti questi portatori sani di democrazia e perbenismo; ecco, a tutti lor signori andrebbe giusto domandato con impercettibile nettezza: “Ehi, compagne e compagni, si può sapere cosa cazzo avete da esultare così tanto?”.
Per carità, questo governo era già bruttino quando è nato e di giorno in giorno diventa più inguardabile di Calenda in costume. Ma non c’erano alternative, anche perché l’unica (il Pd) si è genialmente chiamata fuori per sgranocchiare popcorn. E adesso? Adesso la Lega non fa una mazza ma cresce e i 5 Stelle qualcosa fanno ma crollano. Un trionfo. E ogni volta che parla un Pillon, un pensiero illuminista muore. Quando il Salvimaio cadrà, piangeranno giusto Toninelli e Sibilia. Quindi sticazzi. C’è solo un piccolissimo problema, e perdonatemi l’inusuale eccesso di realpolitik: una volta caduti questi qua, che almeno qualcosa ogni tanto la indovinano, non avremo come sostituti Pertini e Bordiga. E neanche Enrico Berlinguer: è troppo impegnato a rivoltarsi nella tomba, guardando che schifezza è diventato il suo (un tempo) nobilissimo partito. Non saranno loro i nuovi governanti, nel qual caso sarei il primo a salire sulle barricate e gridare “Venceremos” con Cuperlo e Cacciari. Quelli che verranno dopo saranno quelli che avevamo prima. I Berlusconi, i La Russa, i Gasparri. Ovvero il peggio del peggio. E dunque non si capisce proprio cosa diavolo abbiano da esultare quelli di “sinistra”. Fan benissimo a mostrarsi garruli i cortigiani della Diversamente Lince di Rignano, che pur di tornare al potere (purché non coi 5 Stelle) accetterebbero di tutto. Ma uno zingarettiano cosa diavolo ha da esultare? E un elettore di LeU o Mdp (mai capita la differenza, peraltro)? E un adepto di Potere al Popolo, che su Twitter ha il 97% ma nel mondo reale vale meno di Strinic nel Milan? Tutta questa gente, che ogni giorno ci racconta che i 5 Stelle son morti, ha la vaga percezione che se loro son defunti il (loro) Pd è ben oltre la decomposizione, e nonostante i disastri altrui non cresce neanche a pregare?
Mesi fa, su Repubblica, Michele Serra scrisse che a sinistra c’era gente così folle da odiare così tanto Renzi da esultare per Salvini. Non aveva torto, ma c’è anche il rovescio della medaglia. Ovvero: c’è gente di sinistra che odia così tanto i grillini da preferirgli il peggior centrodestra dai tempi di Leovigildo dei Visigoti. Infatti son lì che straparlano di governo nazifascista, non fan quasi nulla per costruire un’alternativa e operano pure (spero inconsapevolmente) affinché il prossimo esecutivo sia fascistissimo sul serio: accidenti, ma questi scienziati contemporanei son davvero più geniali di una jam session tra Shade, Marco Carta e il Poro Asciugamano!
Che poi, tutti questi insigni politologi, mica l’hanno ancora capita la cosa fondamentale: quelli che son delusi dai 5 Stelle, e son sempre di più, non torneranno al Pd. In primo luogo, perché spesso non l’hanno neanche mai votato. In seconda battuta, perché il loro voto ai 5 Stelle è stato l’ultima possibilità concessa alla politica. Come a dire: “Io vi voto, ma se mi deludete pure voi andate tutti affanculo”. E infatti stanno smettendo di votare.
Chi sta lasciando i 5 Stelle e prima votava a sinistra, al prossimo giro perlopiù si asterrà. Come accaduto in Abruzzo e Sardegna. Dove, infatti, il Pd ha fatto ridere e il centrodestra ha stravinto. Mi duole dirvelo, amiche e amici di sinistra, ma – pur condividendo molte delle vostre paure e istanze – oggi non c’è proprio nulla da esultare. Siamo come sotto scacco. E festeggiare perché a Bonafede succederà Brunetta, se mi consentite l’iperbole brutale, è un po’ come gioire perché sei guarito da un raffreddore ma nel frattempo ti è venuto un ictus.