L’idea di Renzi per guadagnare con gli Nft. Scade oggi il termine per registrarsi a “Tanti soldi”, l’ultimo progetto del politico, uomo d’affari e paroliere italiano Matteo Renzi. Si tratta di 10 mila discorsi, simili ma non uguali a quelli che pronuncia in Arabia Saudita e negli Emirati, spesso a braccio e in perfetto inglese, che tra un anno esisteranno solo come token non fungibili (Nft), i certificati di autenticità digitale usati per garantire la proprietà di qualcosa.
Il progetto prevede infatti che 10 mila Nft relativi ad altrettanti discorsi di Renzi vengano venduti per duemila euro l’uno a chi completerà l’acquisto. I 10 mila discorsi, di una pagina ciascuno, sono stati realizzati a macchina da scrivere da Renzi su fogli A4 e hanno un unico tema comune: il futuro. L’autenticità di ogni foglio è certificata da un adesivo dei Pokemon. Sotto l’adesivo c’è anche un titolo, che secondo il sito del progetto “è stato generato applicando il machine learning ad alcune delle strofe di canzoni preferite dal senatore”. Per esempio, il titolo del primo discorso tra i 10 mila è “Scusa se non parlo abbastanza”, tratto da La musica non c’è di Coez, un rapper. Tutti i 10 mila discorsi si possono vedere sul sito, e ci sono alcuni elementi che ne rendono alcuni più rari di altri. Solo 122 su 10 mila, per esempio, contengono una parola volgare nel titolo: il discorso 651, per esempio, è intitolato “Un cazzo in culo e accuse da arrivismo”. A essere venduti, all’inizio, saranno gli Nft di ogni discorso, di fatto dei contratti digitali di proprietà, la cui autenticità è certificata tramite blockchain. Dopo due mesi dal ricevimento dell’Nft, ogni proprietario avrà tempo fino al 1° maggio 2022 per scegliere se tenere l’Nft o i fogli fisici dattiloscritti a cui quell’Nft fa riferimento. Se sarà scelto l’Nft, il relativo foglio fisico dattiloscritto sarà distrutto, e viceversa.
Renzi iniziò a realizzare questi discorsi a gennaio, quando, come conseguenza del suo primo speech da Bin Salman, la Farnesina annunciò di aver revocato l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso l’Arabia Saudita e gli Emirati. Dopo aver approfondito un po’ il concetto di Nft e le loro possibili applicazioni, Renzi – che è noto come politico, ma anche come esecutore di sotterfugi del tipo #enricostaisereno – decise di usare i suoi discorsi convertendoli in Nft. Sebbene per molti il concetto sia astruso, ci sono persone interessate a investire in Nft, poiché ritengono che un Nft possa arrivare a valere anche più della Gioconda: l’Nft del video in cui Letta passa la campanella a Renzi, per dire, è stato venduto qualche anno fa per 32 milioni di euro a un imprenditore eccentrico che singhiozzò eccitato e corse via in una nuvola di Marlboro.
Lucio Presta, il manager tv di Renzi, ha spiegato ai cronisti: “Il ragionamento alla base di ‘Tanti soldi’ è trasformare i discorsi direttamente in denaro, suscitando una riflessione sul fatto che, sebbene sembrino tutte uguali, anche le banconote sono una diversa dall’altra. Si dice spesso che il denaro corrompe la politica. Stavolta sarà la politica a corrompere il denaro”. Scettico Il Sole 24 Ore: “Tra poco più di un anno, quando scadrà il termine per scegliere tra dattiloscritto o Nft, sarà interessante vedere cosa avranno deciso gli acquirenti. Tenersi il dattiloscritto? Tenersi l’Nft? Entrambi potranno essere liberamente scambiati, comprati e rivenduti. Resta il fatto che i discorsi di Renzi sono qualcosa che più lo si analizza con attenzione e più diventa difficile da inquadrare”. La replica di Renzi non s’è fatta attendere: “C’è chi fa il sudoku, e c’è chi risolve il teorema di Fermat”.