Per un anno il guaio era rimasto nel cassetto, perfino superato dalla presidenza della commissione Giustizia della Camera che, nonostante tutto, Giulia Sarti era riuscita a strappare al Movimento. Ma prima o poi doveva tornare: ed è tornato più disgraziato che mai. Tanto da costringere la Sarti a dimettersi dalla carica parlamentare, ad autosospendersi dai 5 Stelle e pure a difendere i vertici della comunicazione, finiti nella bufera insieme a lei.
Tutto nasce da una notizia pubblicata ieri dal Resto del Carlino: l’ex fidanzato della deputata, Bogdan Andrea Tibusche, va verso l’archiviazione. La Procura di Rimini, insomma, non ritiene che la denuncia presentata dalla Sarti debba essere approfondita. L’affare riguarda le restituizioni che, da statuto, i Cinque Stelle devono versare ogni mese ad un fondo: nella scorsa legislatura, era quello per le piccole e medie imprese. Alla vigilia delle elezioni del 4 marzo 2018, la Sarti finisce nella lista nera de Le Iene. Come altri parlamentari – poi espulsi da M5S – anche per lei c’è l’accusa più infamante per un grillino: essersi tenuta i soldi. Mancano 23 mila euro: versamenti finti, prima bonificati e poi annullati, che il 14 febbraio dell’anno scorso Sarti restituisce al ministero dell’Economia.
L’amaro San Valentino, però, non aiuta a girare pagina. Il mattino dopo la Sarti, allora candidata alla Camera, si autosospende dal Movimento e si presenta in Questura a Rimini con quelle che secondo lei sono le prove del “raggiro”. Ci sono i bonifici che Tibusche, con cui ha convissuto per 4 anni, ha effettuato per conto suo. Sette nel 2014, 13 nel 2017, 5 nel 2018, per un totale – appunto – di circa 23 mila euro. “Ogni tanto controllavo, non trovavo irregolarità – disse allora la Sarti – Bogdan mi aveva avvisato che non avrebbe fatto i versamenti puntuali perchè il denaro gli serviva per curarsi ma ero convinta che li avrebbe fatti in un secondo momento”.
Ventiquattro ore più tardi, l’ex fidanzato – che è di origine rumena, ma in Italia si presenta come Andrea De Girolamo – è indagato per appropriazione indebita : lo torchiano fino alle 4 e mezzo del mattino. Il verbale è secretato: lui avrebbe portato chat, sms e altri frammenti di conversazioni che dimostrerebbero che la deputata era a conoscenza delle sue operazioni “allegre” sul conto. Sui social, precisa: “Ho un brutto vizio: registro tutto, pure le telefonate”.
Sono giorni pesanti, la Sarti finisce nel mirino dei vertici M5S. Che però le confermano fiducia, al punto da affidarle la guida di una delle commissioni parlamentari più prestigiose. Ruolo che, va detto, la Sarti esercita senza risparmiare qualche stilettata ai “capi”, come nel recente affare del voto sulla Diciotti (lei era per il Sì al processo a Salvini).
Tutto bene, insomma, fino a ieri. Quando a Rimini si diffonde la notizia della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura un mese fa. E quando le Iene tornano a bussare, stavolta da Rocco Casalino. Gli chiedono se davvero, come Tibusche sostiene di aver saputo dalla Sarti, sono stati lui e Ilaria Loquenzi a spingere la deputata a denunciarlo, per salvarsi la faccia. Casalino, fanno sapere da Italia1, mostra una vecchia chat ormai cancellata e chiama in diretta la deputata. Che scoppia in lacrime e dirama un comunicato in cui smentisce la teoria dei “mandanti” e annuncia dimissioni e autosospensione.
La storia va avanti in Tribunale. Il legale della Sarti, Fabio Repici non si è opposto alla richiesta di archiviazione. “La documentazione era già allegata alla denuncia. Non aveva senso ripresentarla: ora attendiamo il Gip”. Quello che, secondo la Sarti, non è stato tenuto sufficientemente in conto è la relazione amorosa che la legava a Tibusche. Lui, insiste, non era un semplice collaboratore: è stata la fiducia nel fidanzato a far soprassedere la Sarti dal controllare quel che faceva. Già, perché la tesi su cui si fonda l’ipotesi di archiviazione è questa: se Bogdan poteva operare liberamente sul conto, l’omesso controllo è responsabilità solo della deputata; se non si è accorta dei bonifici annullati, è un problema suo.
Dal Movimento fanno sapere che le pratiche per la sua sostituzione alla guida della commissione sono già avviate. E che adesso, se il processo non cambia rotta, rischia l’espulsione. Tibusche, intanto, non ha cambiato stile: “Preparate i pop corn”.