Pubblicità negativa sugli sportelli delle auto e all’interno dei veicoli, messaggi di proselitismo per i partiti rivali sui gruppi Whatsapp interni e quelli con i clienti: la campagna elettorale spagnola inizierà soltanto ad aprile, eppure i tassisti, soprattutto nella capitale, si stanno già organizzando.
Obiettivo: portare via più voti possibile alla compagine di destra, Partito popolare, Vox e Ciudadanos data per vincente nei sondaggi delle prossime elezioni politiche del 28 aprile con una somma del 55% dei voti, ma ritenuta dai conducenti “traditrice”, e spostarli a sinistra. Il motivo? Non sono valsi a niente 40 anni di professione di fede destrorsa né 16 giorni di proteste, scioperi e blocchi stradali messi in atto il mese scorso per ottenere ciò che per i tassisti (non solo madrileni) è diventata una questione di vita o di morte: regolamentare le corse delle auto a noleggio con conducenti e Uber perché non “rubino il pane ai tassisti”. Si tratta di una battaglia presenti ormai in ogni paese europeo.
Ma la regione di Madrid a guida Popolare si è mostrata inflessibile alle richieste dei tassisti e con il presidente regionale Ángel Garrido ha accusato i conducenti di aver “messo sotto sequestro un’intera città”.
“Ci hanno voltato le spalle”, ha risposto immediatamente la Federazione professionista del Taxi di Madrid, i cui membri hanno votato all’unanimità la decisione di tappezzare le proprie vetture di propaganda anti-destra non appena prenderà il via la campagna. Quanto questa sposterà realmente voti al tripartito che ha appena vinto in Andalusia, non è chiaro.
Certo è che i sondaggi indicano i tassisti tradizionalmente tra lo zoccolo duro dei votanti del Partito popolare, insieme ai camionisti, ma soprattutto tra coloro che votano secondo indicazione di corporazione. Forse proprio per questo i più di 20 mila conducenti di taxi di Madrid puntano sui gruppi Whatsapp, dove sono presenti almeno 6 mila di loro, e ai 7 mila follower che raccolgono su Twitter per far girare la voce.
Nel primo caso il messaggio che diffondono non è certo sibillino: “D’ora in poi bisogna votare con la testa… e non più con il cuore”. Oltreché contenere la vera notizia: “Voteremo per Podemos, io e tutta la mia famiglia, anche se mia madre non è del tutto convinta di voler votare il tizio con la coda”.
Ebbene sì, a sorpresa, i tassisti spagnoli sperano di portare qualche voto alla formazione di Pablo Iglesias (nonostante la coda), visto che in Spagna l’unico partito che ha preso a cuore i problemi di categoria sollevati dai conducenti di taxi contro la “uberizzazione” dell’economia è proprio la sinistra di Podemos, contraria “al nuovo modello basato sui paradisi fiscali e sulla precarizzazione del lavoro”, per dirlo con le parole del deputato di Podemos Rafael Mayoral.
Il risultato di questo anomalo proselitismo dei tassisti che – ahiloro – virano a sinistra lo si vedrà soprattutto alle Amministrative, che però, si terranno in concomitanza con le Europee del 26 maggio. E non è escluso che influiranno dunque a su quel risultato. A oggi la notizia è che la nuova misura catalana che limita la chiamata di Uber entro i 15 minuti dall’arrivo è stata giudicata incostituzionale dal Tribunale. La strada per recuperare voti per il per la destra è tutta in salita.