Già quando la scorsa estate Ryanair e Wizzair hanno annunciato le nuove regole sui bagagli a mano che prevedevano l’esborso tra i 5 e i 25 euro in più per portarselo in aereo, la notizia aveva fatto storcere il naso a passeggeri e associazioni dei consumatori, facendo drizzare le antenne all’Autorità della concorrenza e del mercato. La notizia sembrava quasi una boutade, come quella che circola da tempo sulla possibilità di pagare per andare in bagno sull’aereo o di viaggiare praticamente in piedi, appoggiati a una sorta di schienale morbido, il tutto per consentire alle compagnie di risparmiare. Ma la questione del trolley non è, invece, di così scarsa rilevanza: “È un elemento essenziale del servizio di trasporto aereo e il suo trasporto deve essere permesso senza sostenere alcun costo aggiuntivo”, ha infatti spiegato l’Antitrust sanzionando per 3 milioni di euro Ryanair e per 1 milione Wizz Air proprio a causa della nuova policy sui bagagli a mano adottata dallo scorso primo novembre. Le modifiche, quindi, costituiscono “una pratica commerciale scorretta – spiega il garante – in quanto ingannano il consumatore sull’effettivo prezzo del biglietto, non includendo più nella tariffa base un elemento essenziale, prevedibile e inevitabile per la quasi totalità dei passeggeri”.
Da qui l’inganno per i passeggeri, in quanto il prezzo da pagare alla fine della prenotazione sarà quasi sempre superiore alla tariffa che viene presentata all’inizio, alterando il processo di comparazione con i prezzi degli altri vettori che invece includono il bagaglio a mano. Insomma, i supplementi devono essere sempre prevedibili, inevitabili e ricompresi nel prezzo del servizio base presentato sin dal primo contatto. A questo punto si pone, però, la questione dei rimborsi. Anche se per le associazioni dei consumatori il provvedimento dell’Antitrust “costituisce una base concreta da cui partire per ottenerli”, dalle parole ai fatti ce ne passa parecchio. Per ora è solo sancito che Ryanair e Wizz Air hanno tempo fino al 22 aprile per comunicare quali misure vorranno adottare spiegando anche se corrispondere un rimborso ai passeggeri. Che, intanto, continueranno a pagare il bagaglio a mano come costo extra. Una voce che si va ad aggiungere a tutti gli altri tranelli che si abbattono sui passeggeri aerei.
Dalla valigia smarrita al volo in ritardo o cancellato, passando per overbooking (la compagnia rifiuta l’imbarco perché ha accettato un numero di prenotazioni superiore all’effettiva disponibilità), insidie dei programma fedeltà, è tristemente noto il catalogo dei disservizi che potrebbero rovinare il volo. Poi c’è anche la spinosa questione delle commissioni extra, vale a dire i costi di gestione applicati sia dalle compagnie che dalle agenzie di viaggio online. Basta, infatti, scegliere come metodo di pagamento la carta di credito (e non quella sponsorizzata dall’operatore) e il prezzo del biglietto schizza rispetto a quello iniziale. Prassi vietata dal Codice al consumo e dalla direttiva Ue sui diritti dei consumatori, come ribadito anche a novembre dall’Antitrust che nel corso degli anni ha sanzionato numerose compagnie e siti per l’applicazione del sovrapprezzo.
Del resto, spiega AirHelp (che si occupa dell’assistenza ai passeggeri aerei in casi di problemi in aeroporto) il 2018 è stato l’anno record delle interruzioni di volo e disagi: 10 milioni di passeggeri in tutto il mondo hanno subito ritardi e cancellazioni, mentre sono 46mila gli italiani che ogni giorno hanno avuto problemi con il proprio volo, un dato in aumento del 20% sul 2017, soprattutto a causa degli scioperi. Ma anche il 2019 non promette proprio nulla di buono. Sempre secondo Airhelp, per l’Italia si prevedono più di 137 mila voli con interruzioni che causeranno disagi a 17 milioni di passeggeri, soprattutto a causa delle incertezze della Brexit, degli scioperi e della carenza di piloti.
Eppure rivalersi sulla compagnia è una procedura facile da seguire, ma pochi la conoscono. Tanto che, secondo AirHelp, nel mondo meno del 2% degli aventi diritto ha richiesto e ottenuto il risarcimento, mentre sul fronte italiano nella sola estate del 2018 i passeggeri avrebbero avuto diritto a un risarcimento di 94 milioni di euro. Peccato che solo il 42% dei destinatari abbia fatto richiesta di indennizzo. E dall’inizio dell’anno, le compagnie aeree dovrebbero già rimborsare oltre 83 mila italiani. Di quanto parliamo? Secondo la normativa europea, per voli in ritardo, cancellati o imbarchi negati, tutte le compagnie aeree (low cost comprese) devono corrispondere da 250 euro a fino 600 euro di rimborso a prescindere dal prezzo pagato per il biglietto acquistato. Mentre per il bagaglio smarrito o danneggiato si ha diritto a un indennizzo limitato a 1.223 euro, ma le compagnie sono esenti da responsabilità se hanno adottato tutte le misure a loro disposizione per prevenirlo.