Anpal, tutta l’esperienza di noi precari
Sono un operatore precario di Anpal Servizi e vorrei replicare alla lettera a firma Mario De Florio. Il signore in questione, definendoci “miracolati del clientelismo politico” evidentemente ignora che tutti noi (e ribadisco tutti) siamo stati assunti dopo aver sostenuto cicliche prove di selezione a evidenza pubblica (dopo ogni scadenza di contratto), con prove scritte e colloqui orali. Il sottoscritto, ad esempio, in 6 anni di carriera in Italia Lavoro poi Anpal Servizi, ha sostenuto cinque selezioni.
Invito quindi il sig. De Florio a documentarsi prima di screditare dei lavoratori precari che quotidianamente cercano di offrire un servizio ai cittadini e alle istituzioni.
Entro quindi nella seconda accusa che il buon De Florio ci muove: non avremmo esperienza, nè competenze. Bene, può comodamente accedere al Curriculum Vitae di ciascuno dei 654 precari di Anpal Servizi per verificarne le competenze e muovere accuse circostanziate. Chiudo con una domanda: siamo così certi che il mancato funzionamento dei Centri per l’Impiego siano imputabili a 654 precari di Anpal Servizi?
Giovanni Fraticelli
Il franco coloniale strangola l’Africa nera da 50 anni
Voglio dirvi che un intellettuale africano francofono (Africa nera) ha applaudito Di Maio quando ha detto che i paesi africani francofoni sono strangolati dal franco coloniale.
Lo sono da ben 50 anni e ha aggiunto che non si può denunciare questa situazione perché si finisce in prigione (a opera dei soldati francesi) o si viene uccisi. Infine ha detto che i professionisti che hanno acquisito esperienza all’estero si offrono ai rispettivi governi per aiutarli gratuitamente a risolvere qualche problema ma sono sempre ignorati.
M. Gabriella Sborchia
Prima della Francia possono provare a collegare il Sud
Sono con voi sui dubbi di fattibilità del Tav. Vorrei sottolineare il fatto che in un Paese in cui la manutenzione di strade, ferrovie e ponti è un optional mi pare alquanto inopportuno spendere soldi per un’opera assurda, anche perché un collegamento con il nord esiste già ma purtroppo non esiste un collegamento decente con il sud.
Forse allora sarebbe il caso di ripensare alle priorità e magari investire in manutenzioni serie ed efficienti.
Rosanna Fiorelli
B. continua a considerare l’Italia un’azienda
Visto che ha definito ignoranti i 5 Stelle e fuori di testa chi li ha votati, vorrei dire a Berlusconi che solo una persona ignorante può paragonare l’Italia a un’azienda. Lo Stato non può e non deve essere organizzato come un’impresa.
La Repubblica italiana si fonda su un’organizzazione orizzontale dove non ci sono vertici, ma persone che si assumono responsabilità e dove è il semplice cittadino ad avere la sovranità.
Le aziende invece sono organizzazioni verticali dove i vertici impongono la loro volontà attraverso il rapporto gerarchico sui subalterni. Infine lo Stato italiano non persegue il profitto, ma la coesione sociale. Quindi l’ignorante e fuori di testa è lui.
Giuseppe Ostellari
Aperture domenicali sì, ma nel rispetto dei lavoratori
Sono sempre stato dell’idea che la concorrenza sia l’anima del commercio (tant’è che è difesa dall’antitrust) e quindi istintivamente mi verrebbe da dire che è giusto che le chiusure vengano decise dal libero mercato, e in teoria un negozio o altro esercizio dovrebbe poter stare aperto o chiuso quanto vuole.
All’interno di esercizi che fanno aperture domenicali però c’è spesso un elevato turnover del personale, e per lunghi periodi alcuni turni sono scoperti e il personale restante deve supplire con straordinari al posto vacante. Con notevole peggioramento della loro qualità della vita. Quindi dal mio punto di vista il numero di domeniche in cui si concede l’apertura dovrebbe essere il più possibile basso.
Valeria Gritti
La tecnologia rischia di far morire la formazione
Vi sono sempre più licei scientifici che si stanno adoperando per prevedere di fianco al loro percorso tradizionale quello delle scienze applicate; un liceo in cui le ore di storia e di filosofia sono ridotte e lo studio del latino è completamente rimosso. Più un istituto tecnico dunque che, a mio avviso, in una prospettiva di lunga data andrà sempre di più ad erodere le iscrizioni del liceo scientifico. Fino a sostituirlo completamente. Cosa infatti sta succedendo a un più complessivo livello del sapere umano se non il fatto che la tecnologia si sta sostituendo in maniera sempre più esponenziale alla scienza? Che il risvolto tecnico-applicativo lascia sempre meno spazio a quello speculativo? Che gli eroi dei numeri arabi, nell’immaginario collettivo, siano sempre di più Steve Jobs e Bill Gates piuttosto che Isaac Newon e Albert Einstein? Ne risente dunque, di questo spirito del tempo, innanzitutto la formazione. La matematica diventerà sempre più un semplice alfabeto della tecnica piuttosto che il linguaggio con cui l’uomo possa imparare a pensare.
Giuseppe Cappello