2002. L’anno si apre col passaggio dalla lira all’euro, l’entrata dell’Italia in guerra al fianco degli Usa in Afghanistan e le dimissioni del ministro tecnico degli Esteri Renato Ruggiero (Berlusconi assume l’interim per 10 mesi, poi nominerà Franco Frattini).
12 gennaio. Il Pg di Milano Francesco Saverio Borrelli inaugura l’anno giudiziario invitando i cittadini a “resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave” contro lo “sgretolamento della volontà generale”, il “naufragio della coscienza civica” e “la perdita del senso del diritto”. Nel vuoto pneumatico del centrosinistra, gruppi di cittadini raccolgono l’appello manifestando in difesa dell’indipendenza della magistratura attorno ai tribunali: nascono i “Girotondi”, sostenuti da artisti come Nanni Moretti, professori come Paul Ginsborg, Paolo Flores d’Arcais e Pancho Pardi, testate come Micromega e l’Unità.
23 febbraio. Oltre 40mila persone si assiepano dentro e fuori il Palavobis di Milano per il decennale di Mani pulite. Intanto la Casa delle Libertà occupa militarmente la Rai e vara una nuova legge vergogna: la controriforma Castelli che mortifica il Csm, ne altera il sistema elettorale, ne taglia le competenze e i componenti (da 30 a 24: 8 laici e 16 togati, di cui 10 giudici, 2 magistrati di Cassazione e solo 4 pm).
1° marzo. Berlusconi e Previti si appigliano ai Girotondi per chiedere alla Cassazione di trasferire i processi Sme-Ariosto, Imi-Sir, Mondadori e All Iberian da Milano a Brescia per “gravi motivi di ordine pubblico” e pericoli per “l’incolumità delle parti”.
11 marzo. L’Onu invia in Italia un osservatore sulla giustizia, il giurista malese Dato Param Cumaraswamy, che un mese dopo, nel suo rapporto, criticherà duramente gli attacchi del governo ai magistrati e il “conflitto d’interessi” degli avvocati-parlamentari di Berlusconi&C. che possono “avvantaggiare i loro clienti”.
18 aprile. Berlusconi, da Sofia, dirama l’“editto bulgaro” contro Biagi, Santoro e Luttazzi, intimando ai vertici Rai da lui appena nominati di non farli più lavorare a causa del loro “uso criminoso della televisione pubblica”.
24 aprile. Il centrodestra elegge giudice costituzionale, anche coi voti dell’Ulivo, Romano Vaccarella: il civilista di Berlusconi e Previti che seguì per la Fininvest l’affare Mondadori.
30 maggio. Le sezioni unite della Cassazione rinviano alla Corte costituzionale il presunto “vuoto legislativo” nella legge che non prevede più il “legittimo sospetto” fra le cause di rimessione dei processi ad altra sede. Intanto i dibattimenti milanesi possono proseguire.
9 luglio. Il senatore Udc Melchiorre Cirami trasforma le istanze di Berlusconi e Previti in un ddl che modifica la legge sulla rimessione dei processi, rintroducendo la formula vaghissima del “legittimo sospetto”: quella che negli anni più bui dirottò i processi scomodi dai loro giudici naturali verso i porti delle nebbie (caso Matteotti, Portella della Ginestra, Piazza Fontana, golpe Borghese, Vajont, schedature Fiat…).
18 luglio. Forzando i regolamenti e scavalcando leggi ben più urgenti, il presidente del Senato Marcello Pera mette la Cirami immediatamente in discussione. Sei senatori dell’Ulivo guidati da Nando dalla Chiesa occupano l’aula della commissione Affari costituzionali per fare ostruzionismo.
31 luglio. Moretti, Flores e Pardi guidano una manifestazione spontanea di migliaia di persone dinanzi a Palazzo Madama.
1° agosto. Il Senato approva la legge Cirami.
2 settembre. La Camera riapre con due settimane di anticipo per esaminare la Cirami in commissione Giustizia, presieduta da Pecorella (l’avvocato di Berlusconi).
14 settembre. I Girotondi portano in piazza San Giovanni a Roma oltre 1 milione di persone.
15 settembre. Pecorella minaccia “lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate se non dovesse passare la Cirami”.
19 settembre. Riprendono i processi a Milano e si scopre che la Cirami, piena di svarioni, dev’essere emendata alla Camera e poi tornare al Senato. Occorre prendere tempo ed evitare che arrivino le sentenze prima che entri in vigore: Previti e i suoi coimputati, dopo aver sempre rifiutato, chiedono di essere interrogati in aula.
24 settembre. Per impedire al Csm di esprimere parere negativo sulla Cirami, i cinque laici del centrodestra abbandonano il plenum e fanno mancare il numero legale: atto senza precedenti.
28 settembre. Previti, interrogato per sette ore al processo Imi-Sir/Mondadori, ricorda di aver nominato lui, come avvocati di Berlusconi nella causa Mondadori, i professori Romano Vaccarella e Carlo Mezzanotte: i due sono ora giudici costituzionali e decideranno sul legittimo sospetto.
10 ottobre. La Cirami passa alla Camera e torna al Senato.
16 ottobre. Salta un’altra udienza perché Previti è impegnato alla Camera a discutere il decreto blocca-tariffe, una mozione sul vertice di Johannesburg e la crisi mediorientale.
19 ottobre. Esaurito l’esame degli imputati, il presidente Carfì dà la parola per la requisitoria a Ilda Boccassini, che annuncia le richieste per Imi-Sir/Mondadori: 13 anni e mezzo a Metta, 13 a Previti e Pacifico, 10 a Squillante. Il ministro Carlo Giovanardi (Udc) presenta un progetto di legge costituzionale per ripristinare l’immunità parlamentare.
24 ottobre. La Cirami viene approvata in Senato grazie a una ventina di senatori “pianisti” che votano per gli assenti. Ma contiene un emendamento restrittivo imposto da Ciampi (il trasloco dei processi dev’essere motivato da “gravi situazioni locali”) e deve tornare alla Camera.
5 novembre. La Camera approva definitivamente la Cirami.
7 novembre. In serata Ciampi promulga la legge, che nella notte – a tempo di record – viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
8 novembre. I legali di Previti chiedono alla Cassazione la rimessione dei processi da Milano a Brescia in base alla nuova legge, per “legittimo sospetto”. In attesa del verdetto, il Tribunale sospende i dibattimenti e Previti ricomincia a disertare la Camera, dove negli ultimi mesi era sempre presente.
Dicembre. Il governo Berlusconi allunga l’età pensionabile dei magistrati da 72 a 75 anni: il primo presidente della Cassazione Nicola Marvulli e il Pg Francesco Favara, ai limiti della pensione, potranno restare in servizio per altri tre anni. È un maldestro tentativo di ingraziarseli alla vigilia della decisione sullo spostamento dei processi. Il provvedimento è pronto da tempo, ma viene varato solo all’indomani del pensionamento del procuratore di Milano Gerardo D’Ambrosio. Ovviamente, a 72 anni.
(12 – Continua)