L’Italia confida nella virtù dei parlamentari italiani
Debutto. Il 18 febbraio 1861 si riunisce il primo parlamento del Regno d’Italia, a Palazzo Carignano di Torino, la capitale. Non è la prima legislatura, bensì l’ottava, proseguimento naturale del Regno di Sardegna. Donne, poveri e analfabeti non hanno votato: per accedere alle urne vigono rigidi criteri di censo e istruzione. Il Re Vittorio Emanuele II esorta i parlamentari: “L’Italia confida nella virtù e nella sapienza vostra”.
Sabotaggio istituzionale, onorevoli in trincea
Ostruzionismo. Il 7 giugno 1899 il socialista Enrico Ferri parla per un’intera seduta parlamentare. Lo scopo? Sabotare le riforme autoritarie del governo Pelloux: censura, limiti rigidi alla libertà di stampa e d’associazione. Dopo i moti di Milano per l’aumento del prezzo del pane e gli spari sulla folla di Bava Beccaris, la destra prova la svolta conservatrice. La sinistra da battaglia in modo inedito: è nato l’ostruzionismo.
Il Duce striglia la Camera, la dittatura si avvicina
Discorso del Bivacco. Il 16 novembre 1922 Mussolini parla a Montecitorio, la prima volta, da Presidente del Consiglio. “Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”, dice il Duce. Il socialista Giuseppe Emanuele Modigliani urla”Viva il Parlamento!” ed esplode la bagarre. Il giorno dopo il governo ottiene la fiducia grazie ai popolari, liberali e nazionalisti. Lo stato liberale è morto, ma ancora non lo sa.
Antifascisti in secessione dopo il delitto Matteotti
L’Aventino. Dopo la scomparsa del parlamentare socialista Giacomo Matteotti, il 10 giugno 1924, l’opposizione abbandona l’Aula. Solo i comunisti restano a dare battaglia. Gli altri promettono di rientrare solo quando sarà fatta chiarezza. Ad agosto viene ritrovato il corpo. A gennaio 1926, Mussolini si assume la responsabile morale dell’omicidio Matteotti. Ma per gli antifascisti non c’è più posto in Parlamento.
Il fascismo uccide l’Aula, nasce lo Stato totalitario
Camera dei fasci. Il parlamento muore ufficialmente il 19 gennaio 1939. Mussolini lo ha sostituito con la Camera dei fasci per portare l’Italia in guerra l’anno dopo. Fino ad allora, l’Aula è sopravvissuta come il guscio vuoto dello stato liberale. Il primo presidente è Galeazzo Ciano, poi Dino Grandi. Sarà lui a detronizzare Mussolini, il 23 luglio 1943. Il 2 agosto, la Camera dei fasci viene sciolta. In attesa della Repubblica.
Costituzione antifascista, i partiti scrivono le regole
Costituente. Il 22 dicembre 1947 l’assemblea costituente approva la Carta fondamentale. L’Aula si era insediata col voto del 2 giugno 1946, il primo a suffragio universale, il battesimo delle donne alle urne. I politici antifascisti collaborano malgrado le divergenze. “Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione – dice Piero Calamandrei – andate nelle montagne dove caddero i partigiani”.
Il centrismo va in soffitta, i socialisti a Palazzo Chigi
Centrosinistra. Il 4 dicembre 1963 il Psi entra nell’esecutivo per la prima volta nella storia della Repubblica. Non c’è alternativa, l’alleanza centrista è logora. Il democristiano Aldo Moro è Presidente del Consiglio, suo vice è Pietro Nenni, segretario del Psi. Ma la Dc tira il freno alle riforme e il centrosinistra porterà a picco il Psi. Per formare un governo, 15 anni dopo, serviranno i comunisti.
Comunisti di governo, allarme ‘rosso’ in Italia
Rapimento moro. Il 16 marzo 1978, mentre Montecitorio vota la fiducia al IV governo Andreotti, Aldo Moro viene rapito dalle Br. Il Pci è al 34% e due anni prima l’esecutivo è nato solo grazie all’astensione comunista. L’Italia aderisce alla Nato, e si temono i ‘rossi’ al governo. Berlinguer sostiene un monocolore democristiano per fronteggiare il terrorismo: il compromesso storico tra cattolici e comunisti resta un sogno.
Craxi e la 2ª Repubblica: “Il sistema è colpevole”
Tangentopoli. Il 3 luglio 1992 Bettino Craxi non è neppure indagato, ma già arringa l’Aula contro i giudici di ‘Mani pulite’: ”Buona parte del finanziamento politico è illegale. Se questa materia deve essere considerata criminale, allora gran parte del sistema sarebbe criminale”. È il principio del ‘tutti colpevoli, nessun colpevole’. Il Parlamento ascolta ammutolito. Craxi finirà latitante ad Hammamet, in Tunisia.
Il Papa nel tempio laico, applausi per Wojtyla
Vista Papale. Il 14 novembre 2002 Papa Wojtyla pronuncia uno storico discorso, applauditissimo, al Parlamento italiano in seduta comune. È la prima volta di un Pontefice nel tempio dello Stato laico. I presidenti di Camera e Senato sono due cattolici: Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera. Il premier è Silvio Berlusconi. Wojtyla indica i rischi del relativismo per la democrazia e si congeda dall’Aula: “Dio benedica l’Italia”.