Ocalan e le responsabilità del governo D’Alema
Ringrazio il giornale e Alessandro Mantovani per la bella recensione del mio libro, di cui coglie i punti essenziali con efficacissima sintesi. Una sola osservazione. Scrive Mantovani che Ocalan è stato respinto dal governo D’Alema nelle mani dei carcerieri turchi. Nel mio libro racconto una storia un po’ diversa. Quel governo ha certamente la colpa di non avere avuto la forza di garantire al leader curdo la ospitalità che gli spettava, ma l’accusa di averlo consegnato ai carcerieri curdi va sicuramente molto al di là delle sue colpe.
Luigi Saraceni
Malati di Alzheimer, la grazia ai parenti aiuti a riflettere
Concedere la grazia a due anziani, colpevoli di aver ucciso le proprie mogli, non deve essere solo un gesto di altissima umanità, ma deve servire alla classe politica per rivolgere maggiore attenzione verso questi pazienti, affetti da Alzheimer, nella quasi totalità dei casi abbandonati a se stessi e alle loro famiglie.
Pasquale Mirante
Dopo Satana e la Raffaele faranno tornare l’Inquisizione
Da quando ci sono Gasparri, Salvini e compagni a difenderci da quella “satanassa” di Virginia Raffaele mi sento piu tranquilla! Ma non hanno argomenti piu seri a cui pensare? Suvvia, signori, un po’ di leggerezza, un sorriso vi faranno vivere meglio (anche a noi). A quando il ritorno dell’Inquisizione?
Anna Maria Bruscolini
Diciotti e Tav, il Movimento ora si gioca la faccia
Nel negare l’autorizzazione a procedere nei riguardi di Salvini, come certamente faranno dopo la pulcinellata della votazione on line, i 5S non solo si giocano la credibilità, ma perdono l’occasione d’oro di andare a vedere il bluff dello scomodo alleato pro tempore che, non essendo stupido, mai e poi mai farebbe cadere il governo o romperebbe l’alleanza prima delle elezioni europee. Adesso ci manca solo che si mettano a “dialogare” sul Tav o sulle autonomie per toglierci qualunque speranza che in Italia possa cambiare qualcosa.
Vincenzo Bruno
Le cure psichiatriche sono solo per benestanti
Elisabetta ha studiato psicologia e psichiatria lavorando sia in Italia che in America Latina. Nel suo studio di Trieste riceve i poveri che non si possono curare perché la malattia mentale sta diventando un problema che solo chi ha i soldi può permettersi di curare. I centri di salute mentale seguono migliaia di persone a cui se va bene danno una terapia e un saluto poi se tornano bene altrimenti ciao. Elisabetta riceve le persone: chi può paga, chi non può si impegna in qualche forma di restituzione, poi tutto quello che incassa (eccetto 200 euro al mese per lei) lo manda in Africa e America Latina. Con questi soldi ha salvato la vita a Emmanuel in Kenya che non poteva curarsi e i medici avevano detto alla moglie di preparare i soldi per il funerale. Ha tirato fuori dal ghetto di Korogocho Milly che ha aperto una sartoria e nel tempo libero insegna a cucire ad altre donne. Ha fatto studiare e ha garantito le cure ad una serie di bambini della periferia di Nairobi.
Fabrizio Floris
Contro la recessione serve anche l’equità sociale
L’articolo di ieri di Giorgio Ragazzi è pienamente condivisibile. Mi sembra tuttavia opportuna una breve osservazione: al fine di creare quel clima di fiducia cui lui fa cenno, sono necessarie politiche volte a realizzare una diffusa equità sociale. Questa è venuta a mancare negli ultimi decenni e ha portato al declino attuale.
Natale Ghinassi
Il decentramento è davvero una priorità costituzionale?
Il Decentramento, che definisco incasinamento, è pura utopia. Nessuno mi assicura che le nascenti regole autonomistiche facciano nascere esigenze di nuova amministrazione che seppur regionale va a complicare quella esistente. Ogni regione farà la sua e non in armonia con le altre, farà la sua per interessi regionali! Perché tanta urgenza per realizzare una regola contenuta nella Carta costituzionale che porta necessariamente benefici a pochini pochini quali sono appunto i ricchi e non si realizzano quei molti punti della Carta costituzionale che porterebbero vantaggi a tutti e proprio tutti?
Alessandro Marcigotto
Pedofilia nella Chiesa, il Papa detti norme più severe
Nel mese di febbraio, precisamente il 21, ci sarà in Vaticano un incontro importante con 130 capi di conferenze episcopali di tutto il mondo con papa Francesco su il problema degli abusi su minori. Un tema sentito da tanti credenti cattolici che si sentono sbalorditi da storie non positive in questi anni dentro la chiesa cattolica. Regolamenti chiari e norme più severe per abbattere un tema che sta portando un declino di fedeli in tutto il mondo.
Massimo Aurioso
I NOSTRI ERRORI
Ieri, per errore, nella rubrica Lo dico al Fatto ho indicato San Giuseppe Jato come paese delle sorelle Napoli e non Mezzojuso, come effettivamente è. Me ne scuso con le interessate e con i lettori.
Pietrangelo Buttafuoco