I Cinquestelle, i Gilet gialli e la perdita dell’innocenza
Non condivido quello che scrive Silvia Truzzi quando sostiene che l’alleanza con i Gilet gialli è “utopica” per il Movimento 5 Stelle. La bussola dei valori che la giornalista evoca è la stessa dei Cinquestelle, non certo quella del contratto di governo (che peraltro non ha tolto ai pentastellati nessuna innocenza come invece sostiene Marco Revelli).
Quest’ultimo, usando l’espressione “perdita dell’innocenza”, dà per scontata quella dei Gilet gialli anche se durante le manifestazioni ci sono stati degli episodi di violenza mentre boccia in anticipo i Cinquestelle. Io li giudicherò dai fatti a fine legislatura.
Adriana Rossi
Adriana, ma certo che li giudicheremo a lavoro fatto: in corso d’opera però diciamo anche quello che non ci piace (per esempio il decreto Sicurezza). Quanto alla perdita dell’innocenza temo sia fatale per chiunque arrivi al governo.
S. T.
Riforma Gelmini, paghiamo ancora le conseguenze
L’onorevole Gelmini ha dichiarato di aver migliorato la qualità del sistema scolastico introducendo il voto di condotta e il maestro unico (e aggiungo il grembiule). Le sue parole esprimono quello che la destra berlusconiana ritiene importante per la scuola.
Peccato che ha dimenticato di citare l’articolo della Costituzione sul rimuovere qualunque ostacolo alla formazione dell’uomo e del cittadino. Ma la strategia della dimenticanza ha il fine di nascondere le “brutture” compiute dall’allora ministro dell’Istruzione che hanno indebolito il sistema scolastico.
Nel periodo 2008-09 c’è stata una riduzione di risorse per la scuola in otto miliardi, sono sorte le classi “pollaio” che hanno permesso il taglio di oltre 80mila docenti, sono stati cancellati i moduli didattici e le compresenze utili per il recupero degli alunni più in difficoltà. Ne paghiamo ancora le conseguenze. La scuola italiana non è riuscita (e non riesce) a rispondere a tanti bisogni educativi grazie alle idee dell’onorevole Gelmini.
Gianfranco Scialpi
Sgombero del Cara, il ministro diffonde sempre la paura
Funzionava bene il Cara di Castelnuovo di Porto e addirittura integrava. Troppo per Salvini, nessuno può mettere in discussione il ritornello leghista “immigrato uguale pericolo”, altrimenti salta tutta la prossima campagna elettorale.
Così si chiude. Si mandano in fumo le amicizie, la scuola, l’apprendimento della lingua, le relazioni di fiducia, il calcio. Dalla ruspa non si salva niente.
“Chi ha diritto all’asilo – dice il ministro dell’Interno – sarà ospitato altrove mentre chi non ce l’ha, torni da dove è venuto”. Cioè non nel paese di origine, come vuol far credere, ma in mezzo a una strada o nelle stazioni. Il messaggio è sempre il solito: abbiate paura di tutti, odiate gli stranieri e votate me che vi proteggo. Parole al miele per le pance dei suoi elettori.
Massimo Marnetto
Da Dario Fo a Lino Banfi: tornate a essere quelli di prima
Mi rivolgo agli esponenti Cinquestelle da vostro convinto sostenitori (sino a oggi). Ammetto di non capire come sia stato possibile scegliere come rappresentante del nostro Paese all’Unesco Lino Banfi, un berlusconiano della prima ora. Già abbiamo dovuto ingoiare, grazie alla cecità del Partito democratico, lo sciroppo amaro dell’alleanza con un partito che raccoglie tutte le istanze più fasciste, razziste e omofobe dell’Italia.
Quando sentivo che la vicinanza era verso persone come Dario Fo, Stefano Rodotà, Milena Gabanelli, Gustavo Zagrebelsky o Gino Strada pensavo davvero che forse qualcosa stesse davvero cambiando.
Vi prego, tornate a essere quelli di prima. Non credo proprio che Fo avrebbe accettato in silenzio quello che Salvini sta facendo alle povere persone che scappano dalla morte e dalla fame. Per non dire di quello che sta facendo per peggiorare la qualità della vita di chi è già in Italia e dei richiedenti asilo. Restiamo umani.
Paolo Sanna
DIRITTO DI REPLICA
Vorrei portare all’attenzione della redazione del Fatto Quotidiano il mio disappunto rispetto al titolo dell’intervista da me rilasciata e pubblicata nell’edizione di ieri. Mentre il contenuto dell’intervista è stato correttamente riportato, ritengo invece che il titolo dell’articolo “La battaglia sul franco Cfa è una cosa di sinistra” non centri il punto delle questioni rilevanti da me affrontate e risulti semplicistico e fuorviante, prestandosi a facili strumentalizzazioni, così come il riferimento al termine “propaganda”, da me non utilizzato.
Yves Segnet
Nell’articolo “Maturità 2019, l’esame si sdoppia: seconda prova ‘mista’ e orale-quiz” del 19 gennaio scorso è stata erroneamente scritta la data sbagliata della simulazione nazionale della prima prova scritta dell’esame di Stato. La simulazione si terrà il 19 febbraio e non il 19 marzo come riportato. Ce ne scusiamo con i lettori.
FQ