Ero in piazza per la Repubblica: morirò democristiano?
Ero un ragazzo quando un giorno di primavera romana mi sono trovato in piazza del Popolo e abbiamo proclamato la Repubblica, ma non si trovava chi lo dovesse fare. Un piccolo ma grande ministro dell’Interno del governo provvisorio, convocò i comizi e siamo andati a proclamare la Repubblica ma non solo in piazza del Popolo.
Via Nazionale, il Corso, via Cavour, piazza Venezia e la via Flaminia erano bloccate per la gente e le bandiere e quel ministro era il signor Giuseppe Romita del Comitato di liberazione nazionale. Il giorno dopo è tornata la realtà, il Paese era distrutto e noi non avevamo più niente! Ci siamo messi a lavorare, a risparmiare, a fare una nuova società. Abbiamo fatto molto: una nazione ricca e rispettata nel mondo. Ma non poteva durare, il fascismo cambiò il fascio di verghe e la scure con la croce, i cattolici obbedivano agli ordini che venivano da via Veneto etc. Il risultato è quello di oggi. Non leggo sempre il vostro giornale perché l’edicola del paese è chiusa e le altre sono lontane.
Vi esorto a mantenerlo come una bandiera alla cui ombra dovete chiamare la gente che vuole cambiare, non so quanto potrete fare, ma mettetecela tutta. Ho superato la vecchiaia, sono in fase di antichità, sto giungendo capolinea e mi dispiace morire democristiano!
Giuseppe Scorcetti
Le giravolte della Lega sulla linea Torino-Lione
Ormai Salvini è diventato un esperto di giravolte e ogni giorno che passa ne inventa sempre qualcuna nuova magari con triplo salto carpiato. Infatti avevamo lasciato il nostro come oppositore alla trivelle in tempo di referendum ma poi con una capriola in avvitamento è diventato difensore del sì alle trivelle.
Avevamo registrato la posizione contraria della Lega al Tav e ora la stessa scende in piazza e manifesta con i Sì Tav. Avevamo capito che Salvini vuole i ladri e corrotti in galera (o forse solo i poveracci) e in Senato la Lega insieme ai Forza Italia, Partito democratico e Fratelli d’Italia vota contro la concessione dell’autorizzazione ai magistrati per processare alcuni parlamentari.
Insomma con una serie di capriole e controcapriole “il Capitano” sconfessa a giorni alterni tutte le battaglie per il cambiamento che dice di intestarsi.
Leonardo Gentile
La classe politica non cambia e noi perdiamo la speranza
La diabolica formula elettorale chiamata “Rosatellum” che tanto ha offeso l’elettorato non ha però premiato i suoi inventori.
All’epoca si era voluto rovesciare il tavolo richiamando alla memoria qualcosa di simile a Tangentopoli, quando chi rubava non se ne pentiva, anzi.
Adesso non esce sconfitto il senso del privilegio – ovvero il senso elitario – del fare politica, cosa essenziale, e non essendo questo un problema generazionale ci accompagnerà ancora a lungo.
Fintantoché il nostro mondo politico non acquistera una speranza verso il domani. In questa democrazia parlamentare gli eletti sono dei guasconi che riescono a vivere spudoratamente sulle spalle dei cittadini caricando su di essi un costo abnorme ma resteranno i detentori del potere e protagonisti sui media. Mantenendo i loro propri interessi privi di una visione. Allora viene da chiedersi: si deve continuare a cercare una moralizzazione della vita pubblica o meglio lasciarsi trascinare dalla corrente?
Mauro Faggi
Ogni anno, dal 1961, diamo 25 milioni ai cappellani militari
Segnalo una spesa che costa allo Stato 25 milioni di euro ogni anno. Si tratta dei cappellani militari, figura già presente da prima della nascita dallo Stato italiano che nel 1925 istituiscono l’Ordinariato militare poi riconosciuto dai Patti lateranensi. In più nel 1961, con la 512, costoro vengono equiparati economicamente agli ufficiali dell Forza armate con tanto di attribuzione dei gradi militari. Anche loro fanno tutta la trafila da tenenti a in su, nonostante qualche hanno fa papa Francesco ha sostenuto che non occorrono i gradi per assistere spiritualmente i militari nelle caserme e nelle missioni all’estero. Tra le loro principali attività, come riporta i loro sito Internet, sono i pellegrinaggi, da Lourdes alla Sindone, corsi prematrimoniali per militari, messe di commemorazione militari e un giornalino.
Roberto Matalone
Una precisazione sul testo di Corrado Stajano
In riferimento al testo di Corrado Stajano pubblicato dal Fatto Quotidiano il 13 gennaio col titolo “L’Italia di Turone. P2, servizi e golpisti”, si precisa, a beneficio dei lettori, che il medesimo è tratto dalla prefazione al libro di Turone, Italia occulta, edizione Chiarelettere.
Lorenzo Fazio
I nostri errori
L’intervista immaginaria al ministro Salvini pubblicata ieri nella rubrica “Sold Out” è risultata più immaginaria di quanto desiderassi: il tema era la partita Genoa-Inter che si svolgerà, per disposizione del Viminale, lunedì 21 alle ore 15, e non ieri, come si desumeva dall’incipit, essendo il campionato ancora sospeso. Me ne scuso con i lettori.
P. Z.