Cara Selvaggia, a giugno compio vent’anni e il mio vissuto, per colpa di moltissimi coetanei che ho conosciuto nel frattempo, è il seguente: una vita di prese per il culo perché mi piacevano i vecchi, la musica vecchia, i film vecchi, l’arte, i libri, lo studio, la filosofia, le passeggiate, la politica, la stagione invernale, i cappotti marroni. Per un lungo periodo ho odiato le mie passioni, mi sarebbe tanto piaciuto avere qualcuno con cui condividerle ma era praticamente impossibile trovare un quattordicenne (o giù di lì) simile a me, nei posti che frequentavo. Guardavo le facce dei Beatles sui poster appesi in camera mia e pensavo: “Ma perché mi piacete proprio voi? Perché non Fedez? Perché non Emis Killa?”. Li guardavo, i Beatles, implorandoli di usare una macchina del tempo per tornare indietro e di scrivere le canzoni della Pausini. Di non passare alla storia, di non produrre quei capolavori che mi hanno reso impossibile l’adolescenza. Pomeriggi interi chiusa in casa ad ascoltare roba che, secondo voi coetanei, ascoltavo solo io. Innumerevoli volte al cinema da sola perché a nessuno di mia conoscenza interessavano gli stessi film. Io a vedere film indie, voi Spiderman. A ricreazione spesso rimanevo seduta a leggere, ad informarmi su quello che mi piaceva, per conto mio. Per voi ero diversa, ero noiosa. Ero strana, ero vecchia. Ci ho sofferto per anni. Fortunatamente poi col tempo non ci ho fatto più caso, anzi, ho cominciato quasi a considerare la mia vecchiaia precoce come un punto di forza. Poi, a un certo punto, vi vedo cambiare rotta. Perché cambiare rotta fa figo. Perché c’è il ritorno del vintage. Adesso vi fate le foto coi vinili, nelle librerie, nei musei, nei mercatini vintage, postate su internet foto in bianco e nero di gente che non sapete neanche chi cazzo sia, adesso vi piacciono le band antiche. E, sì esatto, proprio quelle per cui mi dicevate: “Oh basta dai, ma ‘sta roba la ascolti solo tu”. Le cose che fate per sentirvi così originali e alternativi oggi sono le stesse che qualche annetto fa vi facevano schifo. Vi piacciono i Queen, perfino, grazie a Bohemian Rapsody, il filmetto sciapo su Freddie Mercury giusto per quelli come voi che seguono le mode e non il talento. Insomma, su, mi prendevate in giro perché mi piacevano, anche esteticamente, vari cantanti e attori per voi inguardabili e santo cielo, fino all’altro ieri sbavavate ancora sui ragazzini con i baffetti da sviluppo puberale e oggi sbavate sulle foto di Roger Taylor quarant’anni fa, ma ce la fate? Ipocriti. Il massimo è quando vi comportate come se tutto questo vi piacesse da sempre. Quanto mi date fastidio. E quanto godo, nel silenzio della mia cameretta col poster dei Beatles. Perché io già lo sapevo, ma adesso, perbacco lo sapete pure voi: avevo ragione io.
Martina
Martina, hai il mio affetto e la mia solidarietà e hai ragione tu, è vero, ma se a 18 anni dici “perbacco”, fattelo dire: hanno ragione anche un po’ loro.
Stare in buoni rapporti con gli ex ricchi è più facile
Cara Selvaggia, ho letto il tuo articolo su Alessia Marcuzzi in vacanza col suo nuovo marito, il suo ex e la nuova moglie del suo ex. Ho letto anche che sarebbe una moda seguita da molti vip evidentemente capaci, al contrario di noi mortali, di rimanere amici e complici dopo una separazione. Bene, bella notizia. Peccato che la spiegazione sia meno romantica delle apparenze: hanno i soldi. Facile così, Selvaggia cara. Se io fossi stata ricca, dieci anni fa, quando dopo il tradimento di mio marito ho dovuto avviare le pratiche per il divorzio, mi sarei risparmiata anni di tribunali in cui incrociare la sua faccia da stronzo. E la faccia piena di botox e risentimento di lei. Credimi, se non fossi stata povera e non avessi dovuto lottare per tenermi almeno un tetto sotto il quale vivere con nostra figlia, io me ne sarei fregata della sua elemosina. Gli avrei lasciato i suoi spicci e mi sarei rifatta una vita con una leggerezza che forse sì, a quel punto mi avrebbe anche concesso tregua e voglia di perdonare. Invece, anni di battaglie legali ci hanno incattiviti e resi nemici, pure con grande dispiacere di nostra figlia. Noi le Maldive, le vacanze con gli ex non ce le siamo proprio potuti permettere. Non per assenza di buona volontà o di umanità, ma di denaro.
Rossana
La tesi mi convince poco, cara Rossana. Penso a quanti divorzi milionari sono sfociati in battaglie legali e ripicche andate avanti anni. Facciamo così: vediamo come va il divorzio (annunciato in questi giorni) di Jeff Besoz, ovvero Ceo di Amazon e uomo più ricco del mondo, e sua moglie. Ho come la sensazione che questa volta, a colpi di avvocati, il pacco più grosso spetterà a Mrs Amazon. E che lo spargimento di sangue sarà copioso.
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