Aumenta il carico fiscale su dipendenti e pensionati, scende su società e evasori. L’ultimo spaccato della platea dei contribuenti italiani emerge dalle entrate tributarie erariali contabilizzate dal ministero dell’Economia “per competenza”, nei primi undici mesi del 2018. Si conferma in generale il trend in crescita – anche se rallentato – dell’anno precedente. Ma fa eccezione l’attività di accertamento e controllo anti evasione: le entrate si sono attestate a 9,479 miliardi, il 7,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. A drogare nel bene e nel male i conti della lotta all’evasione sono stati anche quest’anno i condoni. Sono entrate una tantum, quando ci sono fanno schizzare in alto la curva del dichiarato, quando finiscono la spingono in picchiata nel grigiore dei risultati dei controlli di routine. Che sono sempre meno. “Il risultato del periodo gennaio-novembre – confermano al Mef – è stato condizionato dall’andamento negativo del mese di agosto 2018 rispetto allo stesso mese del 2017 (-45,3%) nel quale il gettito era stato sostenuto dalle consistenti entrate della ‘Definizione agevolata’ delle controversie tributarie, introdotta nel 2016”. Nel 2017 il gettito dalla riscossione dei ruoli si è attestato nell’arco dei dodici mesi a 12,915 miliardi (+35,5%). Il risultato, spiegava allora trionfante lo stesso ministero, era dovuto principalmente agli incassi realizzati dalla rottamazione delle cartelle esattoriali e sulla definizione agevolata delle controversie tributarie. A quanto pare, quindi, siamo ritornati nel 2018 ai magri risultati del 2016 (e anni precedenti), quando il governo Renzi millantava inesistenti recuperi di somme evase che sarebbero stati realizzati con i soli controlli sulle dichiarazioni dei redditi.
È lecito aspettarsi che l’effetto yo-yo si ripeta nel 2019 con la raffica bis di condoni varati dal governo gialloverde e che si concretizzi il rischio che la pace fiscale vada ad appesantire di più l’affannata macchina acchiappa-evasori dello Stato. Nel complesso le Entrate a novembre aveva maturato un credito nei confronti dei contribuenti di 414.814 milioni di euro (+1,8%). Ma a ben guardare nel paniere del Mef c’è chi ci guadagna e chi ci rimette. Le ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e sui pensionati crescono di 5.317 milioni di euro (+4,0%). Anche le trattenute sui redditi dei lavoratori autonomi segnano un +2,4%, ma i versamenti spontanei in autoliquidazione sono diminuiti del 3,9%. Il gettito dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, si è ridotto del 7,7% a seguito del taglio del 3,5% dell’aliquota, prevista dalla Stabilità per il 2016 e dell’applicazione del superammortamento e iperammortamento contenuta nella manovra 2017. All’applicazione della ritenuta alla fonte sulle fatture dei fornitori della Pa è dovuta gran parte della crescita del gettito dell’Iva (+3,3%).