In Italia. Da fine novembre siamo coinvolti in depressioni nord-europee che hanno reso il tempo freddo, instabile e ventoso. Tra domenica 28 e lunedì 29 la neve è scesa a quote collinari non solo sulle Alpi orientali e l’Appennino Tosco-Emiliano, ma anche sulle regioni centrali (Gualdo Tadino, Gubbio, Lago di Bolsena), e con inconsueta abbondanza nell’interno della Sardegna, con 30-50 cm sopra i 1.000 metri sul Gennargentu, disagi sulle strade e lunghi black-out elettrici. Sotto rovesci e temporali a imbiancare il suolo talora è stata piccola grandine, come a Trieste, oppure “neve tonda” (graupel), chicchi di ghiaccio morbido, opaco e pallottolare frequente durante le irruzioni fredde, come avvenuto nel Veronese e a Livorno. È piovuto molto in Campania, frane e interruzioni stradali nel Salernitano, poi anche sul Lazio giovedì 2 dicembre con allagamenti a Roma. Gelo intenso sulle Alpi, -31,5 °C ai 4554 m della Capanna Margherita sul Monte Rosa, stazione meteorologica più elevata d’Europa dopo quella sul Monte Bianco, ma in novembre nell’ultimo ventennio era accaduto altre quattro volte (fino ai -32,6 °C del 2010). Il freddo ha raggiunto anche il Sud, lunedì pomeriggio c’erano appena 7 °C all’osservatorio di Palermo anziché i 18 °C normali. Sono aperte le iscrizioni al convegno “I ghiacciai valdostani: risultati delle ricerche e dei monitoraggi condotti nel 2021” in programma sabato 11 dicembre al Forte di Bard per la Giornata internazionale della montagna (www.fortedibard.it).
Nel mondo. Una maestosa ondulazione della corrente a getto, il potente e sinuoso “fiume” atmosferico che ad alta quota separa aria polare e subtropicale, ha determinato straordinarie differenze di temperatura in Eurasia. Da un lato, il freddo insolito dalla Scandinavia al Mediterraneo, con -37,3 °C nella Lapponia svedese (come in tutta la Svezia non si era più misurato, in novembre, dal 1980), bufere di neve dalla Gran Bretagna, ai Pirenei, alle Alpi francesi (65 cm ai 900 m della Grande-Chartreuse). Dall’altro, un’eccezionale vampata di caldo in risalita verso Grecia, Mar Nero, Medioriente e Asia, con nuovi record di temperatura massima per dicembre in Kazakistan (25,7 °C), Kirghizistan (23,7 °C), Azerbaigian (29,1 °C), e anche in Bangladesh (33,7 °C). Ma l’inverno meteorologico è cominciato, il 1° dicembre, in condizioni incredibilmente tiepide pure su gran parte degli Stati Uniti e del Canada, nuovo primato dicembrino di 22,5 °C nella British Columbia. Tempesta di vento a 130 km/h a Istanbul, gravi danni agli edifici, camion ribaltati e 4 vittime, inoltre alluvioni nel Queensland, in Thailandia e Vietnam (qui almeno 18 morti). La stagione degli uragani atlantici – che per convenzione va dal 1° giugno al 30 novembre – è stata la terza più attiva mai registrata con 21 tempeste battezzate dal National Hurricane Center della Noaa: di queste, sette hanno raggiunto il livello di uragano (venti oltre 118 km/h), e in particolare Ida (categoria 4) a fine agosto è stata la più distruttiva dell’anno, da Cuba a New Orleans a New York. È iniziata in Antartide la campagna internazionale di carotaggio del progetto “Beyond Epica–Oldest Ice”: coordinata dal nostro Istituto di Scienze Polari del Cnr e dall’Enea, ha l’obiettivo di estrarre e analizzare ghiaccio profondo per estendere le ricostruzioni del clima antico (temperature, gas serra) fino a 1,5 milioni di anni fa, ampliando di circa 700 mila anni quelle del precedente progetto “Epica”. Per capire il riscaldamento globale (ma pure la nostra vita quotidiana) la termodinamica è fondamentale, eppure è una branca della fisica poco nota: l’ingegnere e divulgatore Paul Sen ce la racconta magistralmente nel volume uscito per Bollati Boringhieri Il frigorifero di Einstein. Come la differenza tra caldo e freddo spiega l’universo.