L’Aifa ha dato il via libera alla vaccinazione con Pfizer dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Enrico Girardi al Fatto contestualizza tale scelta, evidenziando però anche alcune criticità.
Direttore, innanzitutto qual è il rischio dovuto a Sars-CoV2 per i bambini?
Il Covid-19 nei bambini senza patologie preesistenti è nella quasi totalità una malattia lieve e con manifestazioni cliniche praticamente assenti: i dati disponibili sono chiari. Il rischio di complicanze è davvero molto raro.
Aifa però ha preso la decisione. Ora che succede?
L’Agenzia può darne la possibilità, dicendo che si può fare. Poi, però, le politiche vaccinali sono una partita diversa, dove Aifa non entra.
Cosa si aspetta dal 23 dicembre?
Dico che vaccino è consigliato per bambini che hanno patologie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, neoplasie, patologie a livello immunitario. Per i sani andrà valutato all’interno di una strategia generale, complessiva. Allo stato attuale la priorità è per gli adulti.
La Slovenia ha bloccato J&J dopo il decesso di un 22enne. Anche nel sistema americano Vaers sono stati segnalati decessi in giovanissimi, anche con vaccini a mRna. Che significa, è preoccupante?
Ogni caso merita una valutazione ad hoc. Non possiamo sottovalutare questo aspetto, è necessario capire se ci sono eccessi di eventi avversi sopra la media. Gli eventi collaterali rari si vedono su grandi numeri, è difficile che un trial per quanto grande faccia vedere effetti collaterali rari.
Stando ai dati riportati dai Cdc (centri di controllo e prevenzione delle malattie Usa) oltre il 40% dei bambini avrebbe già avuto il Covid. In Italia?
Non abbiamo questi dati. I possibili vantaggi di una vaccinazione nei bambini “guariti” potrebbero essere estremamente limitati. La scelta vaccinale va valutata accuratamente, soppesandoli in relazione al rischio di eventi collaterali, anche rari.
In Gran Bretagna il richiamo vaccinale è stato ridotto a 3 mesi. È questa la strada che percorreremo anche noi?
Non sappiamo ancora l’effetto del booster su grandi numeri. Un’osservazione di questo tipo va fatta su larga scala. Mi sembra prematura qualsiasi considerazione. L’ipotesi di vaccinare con richiami continui è prematura.
Alcuni suoi colleghi hanno sostenuto che la terza dose sarebbe stata l’ultima, mentre altri, come Alberto Mantovani, hanno parlato esplicitamente di quarta dose. Cosa succederà dopo il terzo richiamo?
Esiste ancora un dubbio, bisogna capire se il booster abbia effetti diversi dal ciclo di base. Mi spiego: abbiamo visto che in molti casi il richiamo non si limita a ripristinare il livello anticorpale, ma dà qualcosa in più, questo potrebbe tradursi in una persistenza temporale maggiore, ma non lo possiamo sapere. Se stiamo andando verso un sistema di vaccinazioni periodiche, non è dato sapersi. Ora non possiamo saperlo.
Dopo le incertezze sulla Dad, cosa ne pensa della strategia definita per la scuola?
Mettendo tutta la classe subito in quarantena si hanno effetti a cascata su insegnanti, classe, genitori che vanno pesati. Ora, se c’è un solo caso positivo, la classe non va in quarantena, mi sembra una scelta che tiene in considerazione vari elementi in modo corretto.