Sotto l’albero di Natale vorremmo trovare una bella notizia, la fine della pandemia. Gli eventi che stiamo vivendo, purtroppo, non ci permettono di sognare. Il virus c’è e mostra tutto l’interesse biologico a restare fra noi. Purtuttavia, potrebbe accadere un fenomeno, abbastanza raro ma possibile. Abbiamo più volte detto che SarSCoV2 è un virus a Rna e perciò estremamente mutevole. La sua principale caratteristica è proprio la produzione di mutazioni. Più si riproduce, più “sbaglia” nel copiare il suo patrimonio genetico da una generazione all’altra. Questo fenomeno biologico si tramuta, per il virus, in opportunità di sopravvivere ai vaccini.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato su The Japan Times, un articolo che ci fa tirare un sospiro di sollievo. Si riferisce a un improvviso crollo dei contagi in Giappone, dopo una importante quinta ondata dovuta alla variante Delta Plus, con quasi 26.000 nuove infezioni. Secondo un gruppo di ricercatori, la spiegazione sorprendente (non per noi virologi) potrebbe essere che le mutazioni siano evolute fino a un’autoestinzione del virus. Infatti, secondo una teoria proposta da Ituro Inoue, ricercatore e docente presso l’Istituto Nazionale di Genetica, la variante Delta in Giappone ha accumulato troppe mutazioni nella proteina non strutturale che corregge gli errori del virus chiamata nsp14. Di conseguenza, il virus ha faticato a riparare gli errori in tempo, portando infine all’effetto autodistruttivo. L’ipotesi, possibile ma da verificare, potrebbe essere confermata. Non trascuriamo che il Giappone ha uno dei più alti tassi di vaccinazione tra i Paesi avanzati con il 75,7% dei residenti completamente vaccinati, che le misure di distanziamento sociale e l’uso di mascherine sono ora profondamente radicate nella società giapponese, anche in epoca pre-Covid. Confermata o no quest’ipotesi dalle analisi genetiche in corso, non dimentichiamo che abbiamo bisogno di un vaccino aggiornato. Il monopolio della produzione dei vaccini a livello mondiale non ci lascia però un’ampia manovra di richiesta.
*Direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano