“Nell’anno 2004, mese di novembre, tre o quattro giorni prima che l’onorevole Berlusconi arrivasse a Reggio, un appartenente al Sismi decideva di simulare un attentato al sindaco di allora Giuseppe Scopelliti”. Il pentito Antonino Parisi ha appuntato le confidenze, ricevute in carcere da un altro detenuto, su alcuni fogli consegnati nel 2013 al procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo. Da qui parte l’informativa della Dia, depositata nei giorni scorsi nel processo d’appello “’ndrangheta stragista” che vede imputati il boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone. Il resto del lavoro lo ha fatto la Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Lombardo, che è andata oltre quei pochi fogli, riuscendo oggi ad aprire uno squarcio su uno dei misteri della città dello Stretto: il finto attentato all’ex sindaco e governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Come è già emerso nel processo “Gotha”, il tritolo trovato nei bagni di palazzo San Giorgio è stata una messinscena in cui un ruolo fondamentale è stato svolto dal Sismi che, con tre informative firmate dallo 007 Marco Mancini, fece rinvenire l’ordigno senza innesco.
Il procuratore Lombardo ha affidato l’indagine alla Dia, che ha riesumato pure una relazione di servizio indirizzata all’allora dirigente della Squadra mobile, Salvatore Arena, dall’allora commissario Francesco Oliveri. Una nota “il cui contenuto – si legge – sembrerebbe non essere mai stato portato all’attenzione dell’autorità giudiziaria”. Il condizionale è d’obbligo in una vicenda dai contorni poco chiari. Una storia in cui i servizi segreti hanno gestito tutto, decidendo finanche quello che la polizia doveva riferire ai pm. Nelle carte, infatti, si parla di gruppo di soggetti “collegati alla ’ndrangheta, che ottenevano informazioni da soggetti corrotti dei servizi”.
Nella relazione del commissario Oliveri compare una fonte fiduciaria secondo cui l’operazione del tritolo a palazzo San Giorgio “potrebbe essere stata organizzata da tale Schirinzi Giuseppe, persona molto vicina al sindaco, al fine di fargli recuperare considerazione politica negli ultimi tempi molto scemata”.
“Secondo la citata fonte – è scritto sempre nella relazione di servizio – lo Schirinzi sarebbe stato in grado di organizzare l’attività in argomento, in quanto vicino ad ambienti dell’estrema destra”.
Maestro massone della loggia denominata “Zephyria”, l’avvocato Schirinzi è cresciuto nelle file di “Avanguardia nazionale”. Fondatore pure della “Lega Sud Italia”, è stato un elemento di spicco dell’estrema destra reggina ai tempi della rivolta. Assieme ad Aldo Pardo, infatti, aveva piazzato l’ordigno alla questura di Reggio Calabria nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1969.
Dai riscontri eseguiti dalla Dia si tratta dello stesso Schirinzi che, dopo il finto attentato a palazzo San Giorgio, dal 2004 al 2006 ha organizzato tutte le edizioni “Regata di Ulisse”, una manifestazione per la quale, in tre anni, la giunta Scopelliti ha deliberato “somme per un totale di 700 mila euro”.
Il sospetto degli investigatori è che quei soldi siano collegati al tritolo trovato nel 2004 quando le operazioni furono gestite dal questore Vincenzo Speranza, oggi defunto. Lo stesso che poi, nel 2011, è stato nominato Commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria, proprio quando Scopelliti è stato eletto presidente della Regione.
Nell’informativa della Dia c’è pure la relazione dell’artificiere Giovanni Sergi, uno dei massimi esperti di esplosivi in Italia, secondo cui quel tritolo proveniva dalla famosa “Laura C”, la nave affondata nel 1941 al largo della costa reggina e l’attentato di palazzo San Giorgio “non rientrerebbe nel consueto modus operandi della criminalità organizzata”.
C’era pure l’artificiere Sergi quel giorno del 2004 quando sulle scale d’ingresso del palazzo del comune, secondo quanto ha riferito, “il dottore Speranza in modo frettoloso mi accompagnò al piano rialzato del palazzo, e personalmente, lo stesso questore mi disse di entrare nel bagno ove vi era un ordigno esplosivo. Rimasi sorpreso della presenza di appartenenti al Centro Sisde” di Reggio.