Ieri sera fonti dem e grilline sostenevano che alla fine l’intesa dovrebbe arrivare entro l’ultima data utile, stamattina, con tre relatori alla manovra di Bilancio, di cui uno del M5S. Dovrebbe, condizionale d’obbligo. Perché il martedì dei giallorosa a Palazzo Madama ha confermato quanto ci sia ancora da lavorare per rendere Pd e 5Stelle – assieme a LeU – qualcosa di simile a una vera coalizione.
E si può partire da una scena, ieri pomeriggio. Quella del presidente della commissione Bilancio, il grillino Daniele Pesco, che dopo la vana riunione con gli altri capigruppo giallorosa descrive lo stato delle cose con un sorriso stanco: “Sui relatori alla manovra è ancora stallo, sì. Decido cosa fare entro domattina”. Traduzione: entro la riunione dell’ufficio di presidenza della commissione, fissata per le 9.30 di oggi, il 5Stelle Pesco dovrà decidere se forzare politicamente, auto-nominandosi unico relatore alla legge di Bilancio. E sarebbe uno strappo innanzitutto con i dem, che anche ieri hanno fatto muro alla richiesta del M5S di indicare Pesco come terzo relatore, assieme a uno del centrosinistra (Vasco Errani) e a un nome del centrodestra. Inutile, la riunione a Palazzo Madama dei capigruppo di Pd, Movimento e LeU assieme a Pesco ed Errani. “L’incontro è servito solo a confermare la proprie posizioni” sostenevano ieri fonti parlamentari dem. Il Pd ha continuato a spingere per avere Errani come unico relatore per tutto il centrosinistra, M5S compreso. “Anche perché – ricordano i dem – il Movimento ha già Pesco come presidente di commissione e Laura Castelli come viceministra all’Economia che seguiranno i lavori”. Ma la capogruppo grillina Maria Domenica Castellone ha ridetto no: “In Parlamento siamo la forza politica di maggioranza relativa e nella manovra ci sono misure sulle quali la nostra attenzione è particolarmente alta, a partire dal Reddito di cittadinanza e dal superbonus”. Ergo, i 5Stelle temono imboscate. “Alcuni dem hanno presentato emendamenti contro il decreto dignità” sibilava ieri un veterano del Movimento. Non solo.
Nella riunione pare sia riemersa anche la ferita della Rai, per cui il M5S rimasto a secco di nomine incolpa anche il Pd. Di certo i dem hanno rimandato la palla nel campo grillino: “Vedremo se faranno un ragionamento che salvaguardi gli equilibri della maggioranza”. Un nodo, l’ennesimo, anche per Conte, che in conferenza stampa ha provato a stemperare: “Sui relatori c’è un confronto in atto che mi pare sereno. Da parte del Movimento non c’è alcun veto nei confronti di Errani, che stimiamo”. Ma l’ex premier precisa: “Non c’è stato alcun patto che il Movimento potrebbe violare”. Le trattative con il Pd sono proseguite fino a tarda sera. Oggi, il responso.