Dopo sei mesi dalla somministrazione della seconda dose l’efficacia del vaccino anti-Covid 19 diminuisce. Ma il siero resta l’arma principale per combattere l’epidemia, come conferma l’ultimo bollettino dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità. Il tasso di decesso nei non vaccinati è circa nove volte più alto rispetto a chi è protetto con il ciclo completo (65 contro 7 per 100 mila abitanti).
In valori assoluti il numero dei morti, sia nella fascia 60-79 sia tra gli over 80 è più alto. Ma è solo l’effetto paradosso. Perché i vaccinati sono molti di più dei non vaccinati. Se si guarda infatti l’incidenza, cioè il numero dei decessi in rapporto alla popolazione, tutto si inverte. Sempre tra gli over 80, i morti tra coloro che hanno fatto il vaccino anche da oltre sei mesi, sono 10,6 ogni centomila abitanti. L’attuale predominanza della variante Delta, con un grado di contagiosità stimato tre o quattro volte superiore a quello della variante Alfa, contribuisce a spiegare la diminuzione dell’efficacia della protezione dal contagio, che scende al 60,5% tra gli over 80 e al 36,7 nella fascia d’età dai 60 ai 79 anni tra chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre sei mesi.
Non è quindi solo una questione di indebolimento della risposta immunitaria nel corso del tempo, come indica ll report dell’Iss. Report, come spiega l’epidemiologo dell’istituto Paolo D’Ancona, “che da qualche tempo non è più cumulativo e riguarda invece gli ultimi trenta giorni proprio perché la situazione è cambiata”. Attenzione, però. La “copertura” contro lo sviluppo dell’infezione in forma severa resta molto alta anche a distanza di oltre sei mesi dalla seconda somministrazione del siero. È sempre superiore all’80% in tutte le fasce d’età, dai 12 anni in su. Scende lievemente (al 78,3%) solo tra chi ha dai 60 ai 79 anni. Tutti numeri, in questo caso, riferiti al periodo compreso tra il 5 luglio e il 14 novembre. Se poi prendiamo in esame l’ultimo mese vediamo che la vaccinazione continua a mettere al riparo sia dal contagio sia dalla malattia grave. Le diagnosi di Covid 19 riguardano, ogni 100 mila abitanti, 138,6 persone nella fascia over 80 tra chi si è vaccinato da meno di sei mesi e poco meno di 200 tra chi lo ha fatto da oltre un semestre. Tra i non vaccinati, invece, i casi schizzano a quota 676,7, sempre ogni 100 mila abitanti. Di questi 218,6 finiscono all’ospedale, numero che scende a 30,4 tra i vaccinati da meno di sei mesi e a 37,1 tra quelli che hanno completato il ciclo da più tempo. Le differenze sono ancora più evidenti se si prendono in considerazione i ricoveri in terapia intensiva, anche tra le persone più giovani. Tra i non vaccinati 4,1 persone ogni 100 mila abitanti, nella fascia 40-59 anni, hanno necessità di cure intensive (tra i vaccinati da meno di 6 mesi o da oltre sei mesi si scende in entrambi i casi a 0,1). Sempre tra chi non è protetto dal vaccino finiscono in terapia intensiva 18,5 persone nella fascia 60-79 (contro 1 e 2 tra i vaccinati). “Ne consegue che se per esempio prendiamo in esame la fascia 60-79 il rischio di morte è quasi 18 volte di meno tra i vaccinati da meno di sei mesi, di quasi 6 volte tra quelli che il ciclo vaccinale lo hanno completato da più tempo”, spiega D’Ancona.
Quanto alla diminuzione della protezione dopo sei mesi “i fattori che concorrono sono più di uno – prosegue D’Ancona – Abbiamo un indebolimento della risposta immunitaria. Ma dobbiamo prendere in considerazione un’altra ipotesi. Quelli che si sono vaccinati da più tempo sono gli operatori sanitari e gli anziani, persone più fragili o maggiormente esposte al virus per l’attività professionale che svolgono”. L’analisi dell’Iss non contempla come fattore di correzione la categoria di rischio. “Limite – osserva D’Ancona – che potrebbe anche sottostimare l’efficacia vaccinale dopo sei mesi, anche se riteniamo che questo fattore non dovrebbe incidere in modo rilevante”. Intanto i contagi continuano ad aumentare. Ieri hanno superato gli 11 mila, mai così tanti dal 6 maggio scorso. Contemporaneamente cresce ancora anche la pressione sugli ospedali, con 105 nuovi ricoveri nelle ultime 24 ore.