“Vogliamo un cambio di rotta”. La carica degli studenti in piazza

Migliaia gli studenti sono scesi ieri in piazza in tutta Italia per chiedere un cambio di rotta per il settore scolastico. “Il futuro è nostro, ripartiamo da zero” è lo slogan della manifestazione. Secondo quanto riferito dalla Rete degli Studenti Medi, 150mila tra ragazze e ragazzi in 11 regioni e 40 piazze hanno manifestando indossando degli “Zero” sul volto contro la legge di Bilancio “a simboleggiare la scarsa considerazione che governo e politica hanno avuto nei confronti delle giovani generazioni. Vogliamo portare al centro i nostri bisogni e le nostre proposte”.

Crolla villetta, 74enne salvata dopo tre ore

Una villetta a due piani è crollata poco prima delle 6.30 di ieri mattina a San Felice a Cancello, vicino Caserta, per una fuga di gas. Sotto le macerie una coppia di 74enni, Mario Sgambato e la moglie Giuseppina: quest’ultima è stata localizzata ed estratta viva. Circa 50 uomini dei Vigili del fuoco hanno impiegato oltre tre ore per salvarla, scavando anche a mani nude, e facendosi aiutare dal fiuto dei cani molecolari. La donna presenta diverse escoriazioni e ustioni sul corpo. Intorno alle 17 è stato individuato anche il corpo del marito. Per l’uomo purtroppo non c’è stato nulla da fare: è morto travolto dal crollo di due solai. Le altre sei famiglie che risiedevano nello stabile sono riuscite a scappare in tempo e sono incolumi.

Omessa bonifica.Bussi indagine al ministero

Quattro tra i massimi dirigenti del ministero della Transizione ecologica sono indagati per omessa bonifica, falso e omissioni di reato. L’inchiesta riguarda le discariche 2A e 2B del Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino (Abruzzo). I filoni giudiziari sarebbero almeno sei. La notizia è stata data ieri dal giornalista Ezio Cerasi della Rai. Per competenza le indagini sono passate da Pescara alla Procura di Roma. All’attenzione dell’autorità giudiziaria è finito il decreto con cui il dicastero ha annullato d’ufficio il provvedimento che assegnava i lavori di risanamento al gruppo belga Dec Deme, aggiudicatario nel 2018 del bando di gara indetto tre anni prima. Ciò avrebbe prodotto la scadenza dei termini per l’uso dei 47 milioni di euro pubblici (qualche giorno fa tornati a bilancio) e ulteriori ritardi nella rimozione dei veleni cancerogeni, di cui è responsabile Edison. Sulla vicenda si sono già espressi i giudici amministrativi del Tar e del Consiglio di Stato, che hanno definito l’atto ministeriale uno “sviamento di potere”.

De Magistris assolto dalla disciplinare Csm

“La sezione disciplinare del Csm mi ha assolto dagli addebiti disciplinari in sede di revisione parziale della condanna del 2008 che portò alla censura e al mio trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. La stessa Procura generale della Cassazione aveva chiesto l’assoluzione. È emerso il grave contesto ambientale nel quale mi sono trovato a operare quale titolare di indagini delicatissime quando svolgevo le funzioni di pm a Catanzaro”. Lo ha reso noto l’ex magistrato Luigi de Magistris. “Purtroppo l’assoluzione di oggi – aggiunge – non può estendersi agli altri capi d’incolpazione perché la revisione è consentita solo per fatti sopravvenuti e non valutati all’epoca, ma è evidente, da quanto emerso, che non si poteva esigere da me una diversa condotta”.

Ddl Concorrenza: taxi fermi mercoledì 24

Il blocconazionale dei taxi, fissato per mercoledì 24 novembre dalle 8 alle 22 e che culminerà con un corteo a Roma delle sigle sindacali, è una presa di posizione da parte di tutta la categoria nei confronti del Ddl concorrenza che interviene, con l’articolo 8, sul trasporto pubblico locale non di linea (quindi taxi e Ncc). Si tratta del primo sciopero 2.0: su ogni vettura bianca sarà infatti affisso un Qr code che, una volta inquadrato, spiegherà le ragioni del blocco riassunti in otto punti secondo i taxisti, e che iniziano tutti con la lettera i: di Incostituzionale, Incoerente, Inefficace, Inaccettabile, Iniquo, Ingiusto, Ingiustificabile e Illegittimo.

Addio Nonna Peppina simbolo del terremoto

È morta “nonna Peppina”, al secolo Giuseppa Fattori, l’anziana diventata il simbolo della resilienza dei terremotati. Avrebbe compiuto 99 anni il 26 novembre. Aveva rifiutato di lasciare una casetta di legno realizzata nei pressi della sua abitazione, ridotta a un cumulo di macerie a San Martino di Fiastra (Macerata) dal sisma del 2016. Una casetta dichiarata abusiva, ma poi “sanata” dalla legge “Salva Peppina”. L’anziana, nominata Commendatore della Repubblica dal presidente Mattarella lo scorso febbraio, aveva fatto in tempo a vedere l’inizio dei lavori per la ricostruzione della sua vera casa nel dicembre 2020.

“Caserma zona franca di prassi degenerate”

“I protagonistierano quasi tutti carabinieri semplici e appuntati, uomini che ormai avevano sdoganato un modo di agire al di fuori delle regole, in una zona franca dove erano ammesse prassi degenerate”. Non lasciano dubbi le 488 pagine con cui il Gup di Piacenza Fiammetta Modica ha motivato le condanne dei carabinieri della stazione Levante: la più alta, 12 anni a Giuseppe Montella, il leader della ‘banda’. Il gruppo era “aduso a pratiche illegali, falsi, peculati, truffe e atti di violenza e sopraffazione, celati dietro la divisa, consumati con l’arroganza e la convinzione che le vittime non avrebbero avuto voce”.

Senato, la giunta Gasparri colpisce ancora. Bloccato il processo a Carlo Giovanardi

Al Senato si fanno miracoli e per questo anche Matteo Renzi, che giura di non volersi avvalere dell’immunità per l’inchiesta fiorentina sulla Fondazione Open, spera che alla fine gliela accordi, anche a lui non piacendo. Del resto, la Giunta presieduta da Maurizio Gasparri la sta per concedere anche a Carlo Giovanardi, che grazie ai suoi ex colleghi senatori ha già fatto 13 al Totocalcio: i magistrati di Modena che lo stanno processando per reati gravissimi, che vanno dalla rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio alla minaccia a pubblico ufficiale, sono stati costretti a fermare il procedimento penale che lo riguarda in attesa delle decisioni del tribunalino interno di Palazzo Madama. Che l’altro giorno invece di definire la pratica che attende semaforo verde da gennaio, ha deciso di riscontrare positivamente la sollecitazione di Giovanardi. Ossia che venisse sollevato un conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale per una videoregistrazione fatta da un imprenditore a colloquio con lui. E che gli stessi magistrati non hanno ancora chiesto di acquisire non fosse altro perché, con il processo sospeso per via della melina al Senato, non possono ancora procedere all’ammissione delle prove. Ma tant’è. Per Palazzo Madama val la pena scomodare la Consulta comunque: anche se i magistrati ancora non sanno se l’acquisiranno mai e soprattutto anche se non esiste alcuna norma che preveda l’autorizzazione preventiva del Senato per l’utilizzo di una registrazione fatta tra privati.

Ma per cosa è finito nei guai l’ex senatore Dc? Per l’accusa di aver strapazzato alcuni funzionari di Prefettura, minacciandoli di far valere la propria influenza al ministero dell’Interno, pur di far riammettere nell’elenco delle ditte abilitate a partecipare ai lavori di ricostruzione post terremoto dell’Emilia-Romagna, una azienda amica: peccato fosse in odore di ’ndrangheta. La Giunta era pronta a dare semaforo verde ai magistrati ritenendo che Giovanardi non si era limitato a esprimere opinioni perorando la causa dell’impresa amica, ma aveva fatto ben altro: comportamenti non scudabili in base alle prerogative parlamentari. Ma poi la proposta è stata bocciata grazie ai voti delle destre più Italia Viva. Che intanto hanno dato via libera al conflitto di attribuzione e ora si apprestano a certificare che Giovanardi ha fatto solo il suo dovere, altro che minacce o rivelazione di segreto d’ufficio. Il nuovo relatore della pratica è il leghista Simone Pillon convinto, insieme ai berluscones, che l’ex senatore sia un perseguitato. Come pure i renziani, che stigmatizzano l’atteggiamento “poco sereno” dei magistrati di Modena. E pure di Firenze, ma questa è un’altra storia.

Sistema Salerno, indagato anche “Mr. Preferenze”

Si allarga il sistema Salerno, o se preferite il sistema De Luca, costruito, secondo l’accusa, sul ferreo controllo politico degli appalti. Ieri la Squadra Mobile guidata da Marcello Castello ha notificato cinque avvisi di conclusa indagine per un’ipotesi di turbativa d’asta collegata all’affidamento dei mercatini natalizi del 2016 all’associazione torinese Buongiorno Italia. Tra i nuovi indagati della Procura guidata da Giuseppe Borrelli spicca il nome del consigliere comunale ed ex assessore all’Annona, Dario Loffredo, il più votato alle ultime Amministrative, circa 1.800 voti. Secondo i verbali della “gola profonda” dell’inchiesta madre sugli appalti alle coop in cambio di voti, Vittorio Zoccola, Loffredo farebbe parte del cerchio magico del deputato Piero De Luca (non indagato), che nella ricostruzione del ras delle coop “controlla tutto a Salerno”.

Loffredo sarebbe in pole position per l’elezione a presidente del consiglio comunale mercoledì prossimo. Tra gli indagati c’è anche l’ex dirigente comunale Alberto Di Lorenzo, che curò il bando dei mercatini natalizi. Fu a lungo uno strettissimo collaboratore di Vincenzo De Luca (e divise con lui il processo sulle nomine per il termovalorizzatore, dal quale uscirono condannati in primo grado e poi assolti), ora è in forza al Comune di Roma, chiamato durante l’amministrazione di Virginia Raggi. Notificato l’avviso concluse indagini anche ad Aniello Pietrofesa, presidente provinciale dell’associazione dei commercianti sulle aree pubbliche, Michele Fiore e Francesco Ferrara di Buongiorno Italia.

Paestum, arrestato coordinatore di Italia Viva

Ringrazio Matteo Renzi ed Ettore Rosato per la fiducia accordatami”, disse a gennaio l’imprenditore di Capaccio Paestum Roberto D’Angelo, fresco di nomina a coordinatore cittadino di Italia Viva, firmata dagli ex parlamentari Tommaso Pellegrino ed Angelica Saggese. Fervidi complimenti ai renziani per come selezionano la loro classe dirigente nel salernitano: ieri D’Angelo, personaggio politicamente molto chiacchierato sul territorio perché presunto ispiratore di una manovra, fallita, per far cadere l’attuale sindaco deluchiano di Capaccio Paestum, il “mister fritture di pesce” Franco Alfieri, è stato arrestato per istigazione alla corruzione e turbativa d’asta.

Secondo le accuse della Procura di Salerno, pm Francesca Saccone, nel 2017 D’Angelo avrebbe promesso in un ristorante una percentuale su una commessa a sei consiglieri comunali, che avrebbero dovuto in cambio imporre al sindaco Francesco Palumbo un Rup di fiducia dell’imprenditore su un appalto di un asse viario. Quel tecnico non fu nominato, i sei consiglieri si dimisero e Palumbo andò a casa. Il Gip Francesco Guerra ha però rigettato le accuse di corruzione – il pm voleva arrestare anche i politici – ed ha accolto l’esistenza di gravi indizi solo in relazione a una istigazione alla corruzione: una promessa di 50mila euro a un consigliere di maggioranza dell’epoca. D’Angelo avrebbe inoltre promesso allo stesso consigliere altri 150mila euro quale compenso per il suo impegno ad aiutarlo nell’aggiudicazione della gara, e avrebbe offerto a un dirigente comunale, peraltro senza esito, la somma di 50mila euro per essere favorito in una gara relativa alla locazione e valorizzazione di un villaggio turistico.

Peraltro, Palumbo poi cadde per le dimissioni in contemporanea di nove consiglieri. Avvennero nel dicembre 2018. Tre mesi dopo Palumbo è scomparso per una grave malattia.