Fa più notizia Puzzer delle calunnie del Giglio
I media italiani si preoccupano dei sit-in di Puzzer, mentre ignorano la macchina del fango dei renziani e plaudono alla candidatura di Berlusconi al Quirinale. La macchina del fango orchestrata dal Giglio magico per calunniare gli oppositori politici con false notizie sui social, con la collaborazione di giornalisti compiacenti e investigatori privati suscita sconcerto e viva preoccupazione. Ma i giornali (non tutti per fortuna) preferiscono minimizzare lo scandalo e dare invece maggior risalto alle imprese di Puzzer e ai deliri dei suoi fan. Con la differenza che lo Stato dispone di tutti gli strumenti per mettere in condizione di non nuocere le varie articolazioni dei negazionisti (no-mask, no-vax, no Green pass ecc), mentre sembra non accorgersi che l’introduzione di certi metodi va a inquinare la dialettica politica arrecando danni irreversibili alla nostra democrazia.
Maurizio Burattini
Le mie disavventure da insegnante precario
Cara collega Maria Cristina Fraddosio, il tuo articolo sul mancato pagamento dei supplenti, pubblicato domenica scorsa dal Fatto, ha riaperto una vecchia ferita. Negli anni Novanta succedeva pure a me e a migliaia di docenti di non essere pagati per lunghi mesi (il record, sei mesi). Allora c’era Prodi a Palazzo Chigi, ma le risposte degli uffici erano identiche a quelle del tuo racconto, per dirla in dialetto veneto : “doman!”. La situazione è andata avanti per anni. Ti auguro di cuore di non trovarti in altri “scenari kafkiani”, come giustamente li definisci tu. Per esempio potresti assistere all’ammissione in ruolo di persone senza laurea, senza diploma di maturità e senza alcuna abilitazione, come è successo a me. Se poi la persona che pretende insegnare senza alcun titolo si rivolgerà al Consiglio di Stato assistita da un principe del foro e dei consumatori, come ci raccontava Il Fatto Quotidiano qualche anno fa, saranno cavoli. Perché potreste perdere la causa, e dover ingoiare una sentenza choc, “anomala” come è successo a me in aprile 2006. E dulcis in fundo ti arriva il governo Renzi che s’inventa l’algoritmo diabolico ammazzaprecari per la sua Buona scuola, la famigerata Legge 107, che manda l’Agnese (moglie) sotto casa in un liceo di Firenze con chiamata diretta e il sottoscritto scaraventato a 950 km da casa, fuori dalle palle, definitivamente, di ruolo a 55 anni! Questo, cara collega, è il mio “attimo sfuggente”, ma ti assicuro che nel mondo della scuola racconti come il mio ce ne sono parecchi.
Lettera Firmata
Bisogna fermare subito gli infortuni sul lavoro
Per favore, facciamo qualcosa tutti insieme per far cessare gli infortuni sul lavoro. Tutti, ma primi quelli mortali che in questo periodo colpiscono ogni giorno persone come tutti noi, che escono di casa in buona salute al mattino e non tornano più a casa la sera dalle loro famiglie. Si sta instaurando un clima di acquiescenza e di accettazione passiva da far paura. Non è possibile che ci sia una reazione forte, determinata, coscienziosa a tutto ciò.
Luigi Spiota
Zemmour, il candidato francese islamofobo
Avendo vissuto 23 anni in Francia condivido gran parte dell’articolo su Zemmour pubblicato venerdì scorso sul Fatto, ma vorrei precisare: benché ultimamente Zemmour sia diventato il cavallo di battaglia di Cnews e di Bolloré, il giornalista e scrittore è molto popolare già da tanti anni. “Polemista di estrema destra” è la definizione di parte dei media di sinistra francesi per screditarlo. Le sue posizioni anti-islam e anti-femministe sono le stesse da decenni: di recente si è radicalizzato e ha fatto sua la tesi del grand remplacement, insistendo sul progetto di islamizzazione della Francia. Per contro, cerca di moderare le sue posizioni sulle donne, che saranno la sua palla al piede per le elezioni. Il discorso di Zemmour incontra una incontestabile adesione popolare, e occupa lo spazio lasciato vuoto da Marine Le Pen che ha ormai un discorso di centrosinistra.
Riccardo Audisio
DIRITTO DI REPLICA
Gentile redazione, il vostro articolo (“Prende più multe che caffè: Lotti si faceva pagare pure le ammende”) – in modo inopportuno – allude a miei non ben specificati comportamenti scorretti. Nulla di più falso. Come emerge chiaramente dagli atti dell’inchiesta, da esponente del governo io non facevo come tanti altri hanno fatto in passato, e cioè io non usavo l’auto di Stato per fare altro. Peraltro ho rinunciato all’auto blu, avevo una macchina di servizio solo per lo spostamento a Roma. Quando mi muovevo per ragioni legate alla Fondazione non pagavano i contribuenti, non pagavano gli italiani; pagava la Fondazione, che riceveva in modo trasparente contributi da privati e cittadini. E se durante queste attività è capitato di prendere delle multe, sono state pagate dalla Fondazione.
Ufficio Stampa on. Luca Lotti
Prendiamo atto che la rettifica dell’onorevole Lotti conferma pienamente quanto abbiamo scritto.
M. Gra.
Le insinuazioni contenute nell’articolo “In Borsa. I molti (e mai chiariti) interessi finanziari…” pubblicato ieri sono prive di fondamento. Il comportamento del Commissario Gentiloni è sempre stato ispirato alla massima correttezza nel pieno rispetto delle normative italiane e, negli ultimi due anni, del Codice di condotta della Commissione Ue. Tutto ciò è facilmente verificabile consultando atti pubblici del Parlamento e di autorità italiane e europee.
Simon O’Connor,
Ufficio Stampa di Paolo Gentiloni
L’articolo non contiene insinuazioni, ma fatti. Ne mancano alcuni – importanti – perché il commissario Ue ha opposto il “no comment” a tutte le domande inviategli. Restiamo in attesa delle risposte.
I.C.