Morto Campeol il “vero papà” del tiramisù

Il tiramisù perde il suo “papà”, Aldo Campeol, scomparso a all’età di 93 anni. Patron dello storico ristorante “Le Beccherie” di Treviso, Campeol e la moglie Alba, co-autrice della preparazione originaria assieme allo chef Roberto Linguanotto, non aveva mai brevettato la ricetta nata negli anni 60. Questo ha fatto fiorire varie ricette e leggende sull’origine. La ricetta delle “Beccherie” fu poi depositata con atto notarile presso l’Accademia Italiana della Cucina solo nel 2010. L’enorme successo del dolce, anche all’estero, ha dato vita a una battaglia commerciale sulla paternità, in particolare tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Ma secondo l’Accademia del Tiramisù le origini “quasi certe” sarebbero in un’antica locanda del trevigiano diventata nel tempo il locale “Beccherie” di Treviso.

Zaia: “Ho le prove che il Prosecco non è croato”

“Ecco le carte, la pistola fumante di cui parlo da giorni, che riteniamo bloccheranno per sempre le ambizioni di riconoscimento europeo del Prosek avanzate dalla Croazia. Sono tavole, documenti, e riferimenti storici rinvenuti grazie all’apposita task force creata dal Veneto. Una storia che mai ha interessato il territorio croato”. Lo sostiene il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, annunciando che il tutto sarà valutato al Tavolo specifico che si terrà martedì a Venezia. Le prime citazioni del termine “Prosecco”, con riferimento al vino di cui alla relativa Dop risalgono al 20 settembre 1382 quando la città di Trieste siglò un accordo per cui – entrando nei domini del sovrano austriaco – s’impegnava a consegnare annualmente 100 orne del miglior vino di Prosecco al Duca d’Austria.

Cremona, ragazza di 15 anni scomparsa col fidanzato 18enne

Una coppia di fidanzati è scomparsa a Cremona. Dei due, 18 anni lui e 15 anni lei, non si hanno più notizie da lunedì, quando i genitori di entrambi li hanno portati a scuola, il liceo “Anguissola”. “Non aver timore di tornare a casa, ti vogliamo bene e ti aspettiamo”, hanno detto la mamma e il papà della ragazza. I due fidanzati hanno lasciato i propri smartphone a casa, rendendo così più complicata la ricerca. Secondo gli agenti della Squadra Mobile di Cremona la coppia potrebbe essere andata in treno in un’altra città, forse nella vicina Milano.

Addio a Dall’Onda, fondò “Italia Nostra”

La cofondatrice della onlus Italia Nostra, Desideria Pasolini Dall’Onda, è morta ieri all’età di 101 anni. Con la sua associazione, di cui è stata presidente dal 1998 al 2005, si è sempre impegnata per la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali. “Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano – diceva Dall’Onda – capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione”. Insieme a Giorgio Bassani, Umberto Zanotti Bianco ed Elena Croce, si spese per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, minacciato nel dopoguerra da una selvaggia speculazione edilizia.

Ischia, donna di 31 anni muore dopo il cesareo

È morta all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno sull’isola di Ischia, dopo aver partorito. Ieri mattina una donna di 31 anni ha dato alla luce il suo primo figlio, con un parto cesareo; dopo qualche ora la donna, che secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno si chiamerebbe Sara Costagliola, ha avuto una forte emorragia ed è stata ricoverata nel reparto di rianimazione in condizioni gravissime; poco dopo ne è stato certificato il decesso. L’Asl Napoli 2 Nord ha aperto un’indagine per accertare le cause della morte. L’azienda sanitaria ha reso noto che “effettuerà ogni approfondimento, attivando una specifica commissione che accerterà nel più breve tempo possibile quanto accaduto”.

Barletta, 24enne ucciso a coltellate in strada

Un 24enneè stato ucciso a Barletta nella notte fra il 29 e il 30 ottobre. Secondo le forze dell’ordine Claudio Lasala, questo il nome della vittima, si stava dirigendo verso la piazza del Duomo poco dopo mezzanotte, quando è stato raggiunto da una o due persone, una delle quali l’avrebbe accoltellato all’addome per poi fuggire. Poco prima il ragazzo aveva avuto un acceso diverbio con alcuni sconosciuti fuori da un bar nel centro storico della città. Soccorso dal 118 e portato d’urgenza in ospedale, Lasala è stato operato e poi ricoverato in rianimazione, morendo però all’alba di ieri. La Procura di Trani, che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, sta visionando le telecamere di videosorveglianza per chiarire l’accaduto.

Ventenni morti, il camionista ha esploso 11 colpi. ‘Voleva uccidere’

Ha sparato ben 11 volte con una pistola Beretta e ha sparato mentre il bersaglio, due ragazzi in una Fiat Panda, si stava allontanando dalla sua villetta nella periferia di Ercolano. Si è difeso sostenendo di aver sparato solo quattro o cinque colpi, che la pistola si era inceppata al primo colpo, dopo essere stato svegliato dal sistema di allarme e dopo aver visto un giovane in fuga dalla sua proprietà verso l’auto che lo aspettava con il motore acceso. “Ma gli esiti documentati delle indagini delegate ai carabinieri della Compagnia di Torre del Greco contraddicono allo stato la tesi difensiva”, si legge in una nota diffusa dalla Procura di Napoli che ieri ha disposto il fermo di Vincenzo Palumbo, formalizzando per il 53enne autotrasportatore l’accusa di duplice omicidio volontario. Ha ammazzato due ragazzi di 26 e 27 anni, Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, uccisi nella notte del 29 ottobre perché scambiati per ladri da un uomo che viveva con la pistola sotto al letto dopo che a settembre aveva subito un furto. A inchiodare Palumbo ci sono le immagini della videosorveglianza delle abitazioni lì intorno. “La dinamica dei fatti, per il numero, la sequenza e la direzione dei colpi esplosi (cinque a segno, ndr) così come ricostruita attraverso le indagini fin qui svolte, appare rivelare una condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta dei due giovani”, afferma la Procura. Che sottolinea che “le vittime, entrambe incensurate, non detenevano armi da fuoco o di altro genere, né strumenti atti allo scasso o per agire travisati. Nessun altro elemento risulta acquisito per ipotizzare che le vittime si trovassero in quel luogo per commettere furti o altro genere di reati”. “Il signor Palumbo chiede scusa ai familiari, non voleva uccidere. Anche lui è profondamente addolorato” fa sapere l’avvocato d’ufficio Francesco Pepe. Mercoledì sono previste le autopsie.

Droga dello stupro, la Procura sequestra i telefoni ai pusher: trema la Roma “bene”

Potrebbe esserci un mondo nelle chat di Signal presenti nei due telefoni sequestrati a Clarissa Capone, la “zarina del Ghb”. Quello della cosiddetta “Roma bene”, in particolare: politici, professionisti, vip. Come “er senatore”, il politico non identificato dagli inquirenti “che abita davanti alla Cassazione” e che il 17 ottobre 2019 avrebbe ricevuto a casa una “quantità imprecisata” della “droga dello stupro”. Capone, insieme a Danny Beccaria, è tra i principali indagati di quella che i pm definiscono “famiglia romana”, il gruppo di pusher accusati di importare Ghb e Gbl dalla Croazia per cederlo a clienti importanti. I due sono stati arrestati dai Carabinieri del Nas insieme ad altre 37 persone nell’ambito dell’operazione “Earphones”, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Giovanni Conzo. L’indagine della pm Giulia Guccione ha la peculiarità di avere per la prima volta perseguito il reato di spaccio in relazione a sostanze non ancora classificate come stupefacenti.

Secondo i magistrati, che hanno disposto il sequestro dei due cellulari della donna, dalle chat di Signal della Capone – intercettata, si definiva “l’assistente” di Beccaria – potrebbe essere possibile ricostruire l’intera rete degli acquirenti di quella che il gip, nella sua ordinanza, ha definito “la più pericolosa della storia”. “Calcola che quando ci stava il Festival del Cinema io là ci andavo con lo zainetto pieno… cioè ci stavano giornalisti… cioè ci stava di tutto e di più… e da là so… sono arrivata ad un politico”, diceva Capone intercettata nel dicembre 2019. I due si procacciavano i clienti frequentando assiduamente un noto locale gay in zona Magliana, perquisito dai Nas il 6 gennaio 2020.

Nella richiesta della Procura, si racconta come “la presenza dei militari sul posto ha innescato una serie di contatti telefonici diretti a Danny Beccaria, con il solo scopo di evitare che si recasse al locale per la consueta opera di vendita degli stupefacenti”. Il Fatto ha contattato l’avvocato Matteo Ritrovato, difensore di Beccaria e Capone, che si è trincerato dietro il “no comment” richiestogli dai suoi assistiti. Nelle maglie dei pm di Roma qualche personaggio di spicco in realtà già ci è finito. È il caso di Claudia Rivelli, ex attrice di fotoromanzi – sorella della più nota Ornella Muti (estranea alle indagini) – arrestata con l’accusa di aver acquistato la sostanza dall’Olanda allo scopo di spedirla al figlio in Inghilterra: la donna sarà interrogata il 3 novembre, il suo legale non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Caivano, Napoli: ieri i funerali di Antonio Natale

“Ora chi ha ucciso Antonio deve pagare”. Antonio è Antonio Natale, il ragazzo scomparso il 4 ottobre scorso dal Parco Verde di Caivano, e ritrovato cadavere un paio di settimane dopo in una zona di campagna tra Caivano ed Afragola. Ieri mattina, tra palloncini bianchi e azzurri, striscioni, fiori, si sono svolti in forma privata i funerali del 22enne. Ne abbiamo scritto la storia nei giorni scorsi in un focus del Fatto: Natale è l’ultimo morto della “mattanza dei 20enni”, quattro ragazzi uccisi nella periferia Nord ed Est di Napoli negli ultimi due mesi.

Sin dalle prime ore della scomparsa, la mamma Anna si era esposta, lanciando appelli pubblici e alla trasmissione tv Chi l’ha visto. Era preoccupata per le frequentazioni del figlio, lo aveva anche denunciato, e voleva impedirgli di rivedere quelle persone grazie alle quali, una volta rientrato a Napoli dopo aver fatto per anni il pizzaiolo in Germania, guadagnava e “spendeva molti soldi per l’abbigliamento”. Secondo le indagini, il movente dell’omicidio potrebbe essere collegato a un ammanco di soldi, uno “sgarro punito”. Per questa somma Antonio, prima di sparire, sarebbe stato anche violentemente pestato, forse anche torturato.

Il funerale si è svolto il giorno dopo l’ennesimo atto intimidatorio della camorra al Parco Verde: l’incendio dei due pulmini utilizzati all’associazione “Un’infanzia da vivere” per i bambini del rione e per iniziative di solidarietà.

San Siro, altro regalo di Sala a Scaroni: prima i grattacieli, poi il nuovo stadio

Il mercato dei tappeti è durato poche ore. Tutto era già deciso fin da prima delle elezioni in cui Giuseppe Sala è stato riconfermato sindaco di Milano: l’operazione San Siro si farà. Lo sapevano Milan (Paolo Scaroni) e Inter (Alessandro Antonello), che hanno aspettato pazientemente la rielezione di Sala e poi hanno incassato il via libera, primo atto del suo secondo mandato. Come in un suq di Marrakech, i due club avevano chiesto mille per ottenere cento. Erano partiti chiedendo un indice di edificabilità di 0,63, poi sceso a 0,51 e ora arrivato allo 0,35. Saranno pur sempre oltre 100 mila metri quadrati di superficie lorda concessi a due società private su terreni comunali e con “dichiarazione d’interesse pubblico” da parte della giunta Sala. Un affare da 1,2 miliardi con cui i due club potranno rimettere in sesto i loro traballanti bilanci, trasformandosi da società di calcio in sviluppatori immobiliari. Potranno costruire un nuovo stadio di loro proprietà su terreni comunali, ma soprattutto potranno edificare nell’area – sempre su terreni pubblici – un grattacielo di 29 piani, quattro edifici per hotel e uffici, un distretto per sport e intrattenimento e un centro commerciale. Il piano prevede anche l’abbattimento del Meazza o la sua riduzione a moncherino. Ma su questo scatta l’ultima ipocrisia: Sala ha preteso come “tributo” al vecchio stadio che non sia abbattuto fino al 2026, per potervi svolgere le cerimonie d’apertura delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina. In realtà è l’ennesimo regalo a Scaroni e Antonello, i quali sanno bene che non riusciranno a costruire il nuovo impianto entro il 2026 e così potranno far partire subito la parte veramente redditizia dell’operazione: il grattacielo, l’hotel e gli altri edifici commerciali. Per lo stadio, poi si vedrà. Zitta l’assessore e portavoce nazionale dei Verdi, Elena Grandi, malgrado l’ennesimo consumo di suolo e le emissioni previste dal cantiere (153.312 viaggi di camion per far uscire 1,8 milioni di metri cubi di materiale da scavo, 18.806 viaggi per 188.060 metri cubi di materiali da demolizione, ulteriori 65.826 viaggi per 658.250 metri cubi di materiali per le nuove costruzioni, con incremento di inquinanti, Pm10, polveri sottili). Protesta invece WikiMafia che, dopo aver chiesto trasparenza sui titolari effettivi di Milan e Inter e sui capitali investiti, era stata convocata dal sindaco per il 4 novembre. “Ma Sala ha già deciso tutto”, constata Pierpaolo Farina di WikiMafia.