Settanta anni fa, gli inglesi richiamarono in servizio Winston Churchill, sconfitto alle elezioni del 1945 dopo aver salvato l’Inghilterra, mantenuta l’alleanza con Stati Uniti e Unione Sovietica e vinto la guerra. Torna a Downing Street il 26 ottobre 1951 mentre a Londra c’è ancora il razionamento e il suo Paese esce dal club delle superpotenze, la prima traumatica Brexit.
La storia gli ha dato ragione quando aveva torto (era terrorizzato dal possibile fallimento dello sbarco in Normandia) e torto quando aveva ragione (il disastro dei Dardanelli nel 1915 non fu soltanto colpa sua). Piccola summa del mondo di Churchill che a distanza di decenni fa ancora discutere, tra revisioni storiche e statue imbrattate
L’EDUCAZIONE A 18 anni fa un bilancio dei suoi studi mentre si prepara per la terza volta a entrare nell’esercito: “Una fatica senza risultati, un periodo di disagi, restrizioni e monotonia senza uno scopo”. Quando supera finalmente l’esame all’accademia di Sandhurst il punteggio non gli basta ad entrare in fanteria e il padre – Lord Randolph – gli scrive: “Con tutti i vantaggi che hai avuto, con tutte le capacità che ritieni scioccamente di avere, il grande risultato è che guadagni un brevetto in cavalleria. Hai uno stile di lavoro sciatto e irresponsabile”.
EVASO Fugge da un campo in Sud Africa dove era tenuto prigioniero dai Boeri. Il suo biografo Martin Gilbert racconta che la foto di Churchill fu trasmessa in tutto il Transvaal accompagnata da questa nota: “Inglese, 25 anni, cammina curvo, ha una voce nasale e non pronuncia la lettera s”.
IN PARLAMENTO A 26 ANNI Poche settimane dopo essere stato eletto per la prima volta a Westminster nel 1900 parte per un ciclo di conferenze in America, dove Mark Twain lo presenta così: “Il signor Churchill è inglese da parte di padre e americano da parte di madre, sicuramente la miscela che fa l’uomo perfetto”.
GIOCATORE D’AZZARDO Gli piace giocare al Casinò. In vacanza a Deauville in Francia vince l’equivalente di 15.000 sterline di oggi e scrive al fratello: “Le ho spese in gran parte per libri”.
SEGRETARIO PER LE COLONIE – 1 Su una proposta di rappresaglia contro i ribelli nigeriani: “Se mantenere l’ordine dipende da un’offensiva, dobbiamo appoggiarla, ma il cronico spargimento di sangue che macchia le stagioni dell’Africa occidentale è odioso e inquietante”. Quando nel Natal una rivolta è repressa nel sangue protesta per “il disgustoso massacro dei nativi”.
SEGRETARIO PER LE COLONIE – 2 Sull’ingiustificato licenziamento di un ferroviere di Ceylon: “Ribaltare la sentenza di assoluzione è una stupida scorrettezza. L’amministrazione della giustizia è la più profonda vergogna del governo delle colonie”.
GANDHI Ostinatamente contrario e qualsiasi forma di autogoverno dell’India. “È allarmante e anche vergognoso vedere il signor Gandhi salire mezzo nudo i gradini del palazzo del Viceré per conferire da pari a pari con il rappresentante del Re Imperatore, mentre sta ancora organizzando una campagna di disobbedienza civile”.
IL PERICOLO HITLER Dopo gli accordi di Monaco del 1938 che concedono tutto alla Germania e spianano la strada alla guerra: “Questo è solo il primo assaggio, il primo sorso di un amaro calice che ci sarà offerto anno dopo anno a meno che non ritorniamo a difendere la libertà come ai vecchi tempi”.
PRIMO MINISTRO Dopo l’incarico ricevuto da Re Giorgio VI il 10 maggio 1940 : “Mi sentivo come stessi seguendo il mio destino e come se tutta la mia vita passata fosse stata una preparazione per questo momento e per questa prova”.
LA GUERRA Le sue frasi più celebri, dai discorsi di maggio e giugno: “Non ho altro da offrirvi che sangue, fatica, lacrime e sudore”; “Combatteremo sulle spiagge, sulle piste di atterraggio, nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. Non ci arrenderemo mai”. Secondo i sondaggi, in quell’estate il suo indice di fiducia è all’88%.
LA FUTURA REGINA Durante l’evacuazione della Grecia gli scrive Elisabetta (allora quindicenne e che lo avrebbe considerato un amico): “Temo che abbiate passato momenti molto difficili, ma sono certa che presto le cose cominceranno a migliorare”.
LA SCELTA DEGLI UOMINI Sa che la guerra deve vincerla in aria oltre che sul mare. Chiama il suo amico Lord Beaverbrook a guidare l’industria aeronautica, un magnate della stampa che non sa niente di fabbriche e aerei, ma che è il tipo di uomo che affida un incarico a un collaboratore alle 2 di notte e lo chiama alle 8 del mattino seguente per sapere se ha finito. Scelta azzeccata. Beaverbrook comincia a sfornare caccia e bombardieri a una velocità che – come scrive Erik Larson – l’intelligence nazista non capisce.
LA GIORNATA TIPO Comincia a leggere i documenti di guerra appena sveglio, riceve gli ospiti anche in camera da letto vestito generalmente con una vestaglia dorata. Non rinuncia mai alla siesta pomeridiana seguita da riunioni fino a notte inoltrata.
L’ALCOOL Alla conferenza di Casablanca un consigliere di Roosevelt lo trova a letto che accompagna la prima colazione con una bottiglia di vino. Churchill gli dice che il latte scremato che gli hanno offerto lo disgusta mentre non ha pregiudizi sul vino, e che quindi ha risolto il conflitto a favore del secondo. Beve ogni giorno champagne, brandy e whisky, ma mai nessuno lo sorprende ubriaco o incapace di articolare un discorso.
DICEVANO DI LUI Lloyd George: “Farebbe un tamburo con la pelle di sua madre per far risuonare le proprie lodi”; Roy Jenkins: “…con la sua capacità di essere al di sopra della norma, nella ragione o nel torto, nel successo o nell’insuccesso Churchill è il più grande personaggio ad aver mai occupato il n. 10 di Downing Street”.
DICEVA DI Sé “La storia sarà gentile con me perché ho intenzione di scriverla”.