C’è chi dice che il nuovo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, fatichi a trovare assessori disponibili ad accontentarsi dei circa 6 mila euro al mese (lordi) che il Comune di Roma metterebbe loro a disposizione in caso di partecipazione al governo della città. E che, quindi, trovi soprattutto ragione in questa ritrosia la decisione presa dal governo ieri di aumentare le indennità per i sindaci e gli amministratori locali inserita nella legge di Bilancio. Con un nuovo aggancio ai trattamenti economici dei presidenti di Regione e quindi con un significativo aumento per chi amministra le grandi, medie e piccole città. Una misura non mirata, dunque, ma di cui si sentiranno i benefici più immediati proprio nelle nuove città appena uscite dalla tornata elettorale a cominciare dalle più grandi: Roma, Milano, Torino, Napoli.
La misura – “Disposizioni in materia di indennità dei sindaci metropolitani, dei sindaci e degli amministratori locali” – è contenuta nell’articolo 146 della legge di Bilancio licenziata ieri e prevede che “l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei Comuni ubicati nelle Regioni a statuto ordinario può essere incrementata, in misura graduale per ciascuno degli anni 2022, 2023 e in misura permanente a decorrere dall’anno 2024, sulla base del trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni”.
L’incremento non è ovviamente uguale per tutti, ma segue una rigida tabella a seconda della consistenza dei Comuni. Si va dal 100% per i sindaci metropolitani all’80% per i sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e per i sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Poi, a scendere, si passa al 70% per i sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti, 45% in caso di popolazione superiore a 50.000 abitanti e poi ancora più giù fino al 16% per i sindaci di Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti.
Per capire di cosa stiamo parlando, prendiamo a riferimento Roma e il Lazio. L’indennità di Virginia Raggi, ormai ex sindaca della Capitale, risultava al terzo trimestre 2021 pari a 9.762 euro lordi mensili sulla base dei dati pubblicati sul sito di Roma Capitale. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sulla base dei dati resi pubblici dalla stessa Regione ha un trattamento economico lordo formato dall’indennità di carica e di funzione mensile pari a 10.341,20 euro e dal “rimborso spese mensile per l’esercizio di mandato” di 3.514,00 euro. Complessivamente rappresenta un’indennità di 13.855,20 euro corrisposti per dodici mensilità e indicizzati annualmente sulla base della variazione del costo della vita.
Una differenza del 40% tra Regione e Comune che ora viene colmata con un vantaggio sia per i sindaci sia per i loro vicesindaci e assessori. Il secondo comma dell’articolo 146, infatti, stabilisce che “le indennità di funzione da corrispondere ai vicesindaci, agli assessori e ai presidenti dei consigli comunali sono adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti sindaci come incrementate per effetto di quanto previsto dal comma 1”.
Un chiaro effetto a catena: i compensi dei sindaci vengono rapportati a quelli dei presidenti di Regione, quelli degli assessori, ma anche dei presidenti dei consigli comunali, vengono aumentati in relazione a quelli dei sindaci. Visto che il rapporto tra questi e i sindaci e di 2 a 3, si può prevedere, sempre basandoci sull’esempio di Roma, di un’indennità che dai 6.345 euro lordi mensili passa a circa 8.900 euro.
L’articolo 146 prevede uno stanziamento di 100 milioni per l’anno 2022, 150 milioni per il 2023 e di 220 milioni a decorrere dal 2024.