L’importanza del contact tracing, dei tamponi naso-faringei eseguiti con tecnica molecolare si è dimostrata cruciale nella lotta contro il Covid. Eppure, anche nel loro utilizzo, grazie alla totale improvvisazione con la quale si è affrontata la pandemia, si è perduto tempo e creata confusione. Quanti positivi sono “sfuggiti”, trasformandosi in amplificatori della pandemia? La storia è lunga e comincia con una incomprensibile strategia iniziale, secondo la quale bisognava effettuare i tamponi solo ai sintomatici. Il 27 febbraio 2020, Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS), diceva: “Confermo che il 95% dei tamponi realizzati ha dato esito negativo” in merito alla diffusione del coronavirus in Italia. La realtà è che mancano i reagenti e che non si è organizzati per far fronte alla grande richiesta, come dovrebbe essere da piano pandemico. Di fatto, per lungo tempo, si processano tamponi “inutili”, perché il risultato si ottiene anche dopo 3 o 4 giorni, tempo che ne invalida l’uso. Finalmente, quando arriva una buona quantità di tamponi e reagenti, il ministero della Salute parla di contact tracing e le direttive, sia a livello ministeriale sia regionale, cambiano rotta. Bisogna far tamponi a più persone possibili, asintomatici inclusi dunque. In commercio arrivano i cosiddetti “tamponi rapidi”. In 30 minuti si può avere la risposta. Se il risultato è positivo, bisogna ripetere il test, ma con il tampone molecolare. Le proteste del mondo scientifico trovano ancora totalmente sordi i “decisori”. Il tampone rapido non ha l’efficienza e la sensibilità di quello molecolare. Perché ripetere il test al caso positivo? Sarebbe più logico ripetere il negativo per essere sicuri di non lasciare in circolazione un soggetto positivo non evidenziato col test rapido. Si continua cosi (a tutt’oggi!). Con l’apertura delle scuole, i bambini sono sottoposti a numerosi e ripetuti tamponi. Vengono messi a punto i “tamponi salivari”, simili a un chewing gum. L’Istituto Superiore della Sanità che, ricordiamo, è un ente di supporto al ministero della Salute, li approva. Il ministero della Salute, no. La storia continua. Quanti positivi evitabili (non parliamo di ammalati gravi e morti) avremmo potuto evitare?