Sembrano macchiette, ma non lo sono. Perché a volte un saluto romano, un post per inneggiare al Duce e un tatuaggio nazista possono fare la differenza per ottenere il seggio: alle ultime Amministrative non solo Lega e Fratelli d’Italia hanno candidato molti neo-fascisti nelle proprie liste ma questi, a risultati consolidati, hanno fatto anche il pieno nelle urne. Molti di loro sono stati eletti nei consigli comunali dalle Alpi alla Calabria. Una commistione emersa nei giorni scorsi anche grazie alle due puntate dell’inchiesta di Fanpage che ha mostrato i legami tra i neofascisti milanesi e i partiti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ieri la procura di Milano ha acquisito i filmati della seconda parte dell’inchiesta sui rapporti tra fascisti e Lega. Il vicesegretario leghista Andrea Crippa ha detto: “Mi pare tutta una cazzata”.
Partiamo da Milano. Qui con Fratelli d’Italia hanno fatto il botto Chiara Valcepina e Francesco Rocca, entrambi ripresi da Fanpage ed entrambi eletti in consiglio comunale. La prima, ripresa a fare il saluto romano con il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini e a fare battute sulle barche dei migranti da far esplodere, è stata la terza eletta di FdI per numero di voti: 903 in tutto. Al quinto posto è arrivato Rocca con 606 preferenze: all’aperitivo elettorale con Jonghi Lavarini finisce il suo discorso con il più classico “Boia chi molla!”. Nella Lega invece è stata eletta l’europarlamentare Silvia Sardone, regina delle preferenze in città con 3.585 (la più votata del centrodestra): Fanpage la indica come “riferimento” a Milano di Lealtà e Azione, movimento di ispirazione neo-nazista. Anche Stefano Pavesi, appena rieletto nel consiglio di zona 8, viene da quel mondo: con il giornalista infiltrato si definisce “fascista”. Risultato deludente per l’altro riferimento di LeA Massimiliano Bastoni che ha raccolto 700 preferenze senza essere eletto. Nessun dramma: resterà consigliere regionale.
Anche a Roma i nostalgici hanno ottenuto ottimi risultati nelle urne. Basti pensare che la più votata nella Capitale con FdI è stata Rachele Mussolini, nipote del Duce, che ha ottenuto 8.264 preferenze. Nelle ultime ore è scoppiata la polemica per una sua foto con un cartello: “Io il 25 aprile festeggio solo san Marco”. Se vincerà Michetti al ballottaggio, in assemblea capitolina sarà eletto con FdI anche Francesco Cuomo che ha raccolto 1.407 preferenze: ultras della Lazio, ritratto in diverse fotografie tra saluti romani, è diventato famoso per il suo tatuaggio sull’avambraccio – tre teschi – simbolo della resistenza neonazista. Nella Lega invece ha ottime probabilità di essere eletto Maurizio Politi, trait d’union tra l’estrema destra e il Carroccio: ha fatto una battaglia per intitolare una via ad Almirante. Nei municipi al ballottaggio va Andrea Signorini, scelto da Claudio Durigon per la presidenza del XIV. Nel 2016 era finito al centro delle polemiche perché commentò così una foto di Renato Zero che sembrava fare il braccio teso: “Uno di noi”.
Ma i neo-fascisti hanno ottenuto buoni risultati un po’ in tutta Italia. Oltre a Roma e Milano è al Nord che fanno il pieno. A Torino Massimo Robella, eletto consigliere della circoscrizione 6 con FdI, ha ringraziato “i tanti camerati” che hanno contribuito a farlo rieleggere. Ieri il coordinatore di FdI Fabrizio Comba ha annunciato la sua “espulsione”. Anche a Trieste un meloniano si è fatto notare: Corrado Tremul è stato eletto in consiglio con 350 voti ma subito dopo è uscita una sua foto accanto al busto del Duce in cui saluta con il braccio teso. Al Sud il caso più emblematico è a Nardò (Lecce) dove è stato rieletto a furor di popolo Pippi Mellone, sostenuto da Lega e FdI e vicino a Casapound, con il 70%. Era appoggiato anche dal governatore Michele Emiliano che gli ha chiesto pubblicamente di definirsi antifascista. Ma Mellone si è rifiutato: “Antifascista? No, sono categorie del passato”.