Gkn, la vittoria di Pirro del blocco licenziamenti
Il Tribunale del lavoro ha bloccato i licenziamenti dei 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, accogliendo il ricorso della Fiom, per “comportamento antisindacale”. Esultanza dei lavoratori e dei sindacati! “Vittoria!” hanno urlato. Ora, non vorrei spegnere il giusto entusiasmo, ma questa “Grande Vittoria” dei lavoratori sulla multinazionale che li voleva licenziare, più che a Davide mi fa pensare a Pirro. È vero, l’azienda non ha rispettato le procedure che lo Statuto dei lavoratori (quel che ne rimane) impone, però, se l’intenzione rimane quella di chiudere lo stabilimento, sarà solo questione di tempo (qualche mese?) e poi, seguite le corrette procedure, i lavoratori “a spasso” finiranno. Non ci sono leggi che possono imporre alle aziende di non chiudere i propri stabilimenti, trent’anni di politiche liberiste, portate avanti da governi di qualsiasi colore, hanno lasciato i lavoratori soli contro lo strapotere dei padroni. Figuriamoci che in Italia non è previsto, per chi delocalizza, nessun obbligo di restituzione degli incentivi statali percepiti negli anni precedenti, e non sarà certo il governo Draghi, sempre così sollecito ad accontentare i desiderata di Confindustria, a varare nuove disposizioni che potrebbero indurre il Consiglio di amministrazione della Gkn a desistere dal suo intento.
Mauro Chiostri
Le delocalizzazioni in tv non fanno notizia
Cara redazione, da oltre un mese ci stanno martellando su tutte le televisioni con i No Vax e il Green pass tralasciando di dare notizie sulle aziende che stanno chiudendo e delocalizzando il lavoro dopo aver preso per anni soldi dallo stato Italiano. Possibile che nessuno ne parli e i nostri politici non prendano posizione?
Luciano
Amministrative, si vota solo se si ha il Green pass?
All’approssimarsi delle votazioni per le Amministrative sarò curioso di vedere come il governo potrà vietare il diritto di voto ai cittadini che non hanno il certificato vaccinale. Non mi sorprende che il problema non è stato sollevato da nessuno. Forse per non disturbare il “manovratore”.
Pietro Lonetto
I No Vax non beneficino degli sforzi degli altri
Nomi illustri che si ergono a paladini della Costituzione di fronte a una malattia infettiva che si trasmette per via aerea da quasi due anni. Non riesco a capire: le persone sono partite da casa volontariamente, hanno superato le proprie paure, si sono vaccinate e devono trovarsi accanto a chi è rimasto a casa, non si è vaccinato, e magari gira con la mascherina sotto il naso, come mutande senza elastico.
Non trovo giusto che i non vaccinati possano beneficiare dello sforzo collettivo della maggioranza degli italiani, e dato che la società non può vaccinare i cittadini in modo coercitivo, è giusto che ne limiti la circolazione in attesa che anche loro facciano la propria parte.
Giovanna Fresta
B. e le perizie: la prima la chiese Veronica Lario
Vorrei ricordare che la prima persona che consigliò una visita psichiatrica a Berlusconi fu la ex moglie Veronica Lario e non i giudici di Milano: penso che lei conoscesse bene la situazione di salute del marito.
Antonio Barbagli
Bernabè e i paragoni infelici a “Otto e mezzo”
Vorrei segnalare come, nel commento di Marco Travaglio del 18 settembre, quest’ultimo abbia trascurato la “chicca” dell’intervento di Bernabè a Otto e mezzo. Mi riferisco al paragone da lui fatto tra chi non si vuole vaccinare e gli imboscati durante la guerra, aggiungendo, con un pizzico di rimpianto: “Allora venivano fucilati sul posto”. Penso sia il caso di sottolineare frasi di questa gravità che vanno ad alimentare questo intollerabile clima che si è instaurato nel nostro Paese!
Laura
I NOSTRI ERRORI
Per un disguido, l’intervista al professor Gaetano Azzariti è stata pubblicata sul giornale di domenica 19 settembre in una versione parziale e non definitiva, alcuni passaggi sono risultati pertanto non precisati. In particolare nella parte in cui si spiega perché il mandato a termine non è proponibile dato che “non sarebbe in alcun modo formalizzabile, ponendosi in esplicito contrasto con quanto la Costituzione scrive all’art. 85”. La versione corretta dell’intervista è disponibile sul sito del nostro giornale, nella sezione “in edicola”. Mi scuso dell’errore con l’interessato e con i nostri lettori.
Silvia Truzzi
DIRITTO DI REPLICA
Egregio Direttore, quale difensore della sig.ra Maria Marcella Contraffatto, in riferimento all’articolo pubblicato il 17. 09.2021 dal Giornale da Lei diretto – “Perché adesso è il momento di pubblicare” firmato dai giornalisti Gianni Barbacetto e Antonio Massari, laddove si attesta “… qualcuno aveva sottratto illegalmente quei verbali dai computer dei PM… arrivati al Fatto consegnati dalla segretaria di Davigo, Marcella Contraffatto…”, mi corre l’obbligo di puntualizzare quanto segue: viene riferito come dato pacifico e accertato che a consegnare i verbali secretati dell’avv. Amara al giornale da Lei diretto sia la sig.ra Contraffatto. La circostanza è assolutamente falsa, calunniosa e diffamatoria, peraltro incompatibile con le risultanze investigative depositate agli atti e di Sua diretta conoscenza. Non è la prima volta che viene riportata la suddetta notizia: nell’articolo del 28 luglio u.s “Storari-Amara, omissioni e misteri: cosa non torna” viene indicato come dato acclarato che sia stata la mia assistita a consegnare gli ormai “famosi” verbali al Fatto Quotidiano. La precedente richiesta di rettifica è caduta nel vuoto. Conseguentemente mi vedo costretta ad avvisarLa che qualora non intenda provvedere a rettificare prontamente la notizia ai sensi ex art. 8 L. 47/48 mi rivolgerò alle diverse competenti autorità giudiziarie.
avv. Alessia Angelini