Utili stellari e tasse versate in proporzione irrisorie per le big pharma dei vaccini anti-Covid nel primo semestre dell’anno. Il monopolio della produzione dovuto alla detenzione dei brevetti dei vaccini, peraltro messi a punto grazie ai generosi finanziamenti per la ricerca erogati dagli Stati Uniti e dall’Unione europea direttamente alle aziende farmaceutiche, stanno spingendo i bilanci del cartello di fatto creatosi intorno ai preziosi vaccini anti-pandemia, verso vette mai viste. È la denuncia lanciata da Oxfam ed Emergency, membri della People’s vaccine alliance (Pva), in vista del summit virtuale sul Covid-19 che il presidente degli Usa Joe Biden intende convocare in concomitanza con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Gli analisti delle due Ong hanno puntato la loro attenzione su tre dei maggiori produttori mondiali di vaccini, Moderna, Pfizer e BioNTech.
A fronte di un investimento pubblico complessivo nel 2020 di oltre 8,3 miliardi di dollari, le tre aziende hanno registrato nel primo semestre dell’anno ricavi per 26 miliardi, con un margine di profitto superiore al 69% nel caso di Moderna e BioNTech, mentre resta non formalmente verificabile quello di Pfizer. La vendita di oltre il 90% delle dosi prodotte al miglior offerente tra i Paesi ricchi ha portato a rincari del prezzo per dose fino a 24 volte il costo stimato di produzione. A fronte di livelli di redditività esorbitanti, Moderna ha versato nel primo semestre 2021 un’aliquota effettiva di appena il 7% e Pfizer del 15%. “Aliquote così basse sono sintomatiche di un sistema fiscale distorto e iniquo – si legge nella ricerca – che consente a corporation con ricavi miliardari di pagare, in proporzione, molto meno di quanto versano al fisco famiglie che hanno il lavoro come unica fonte di reddito”. Si conferma di stringente attualità il confronto in atto all’interno dei Paesi del G20 e degli aderenti all’Ocse (l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per stabilire finalmente, dopo due decenni di colpevole omissione dei governi, una giusta tassazione globale delle attività delle multinazionali. La People’s vaccine alliance stima che Moderna abbia registrato, nel primo semestre 2021, ricavi dalle vendite del suo vaccino per oltre 6 miliardi di dollari, con profitti per 4,3 miliardi. La società prevede di realizzare vendite di dosi di vaccino per 20 miliardi di dollari nell’arco dell’intero 2021. Nel frattempo ha versato su scala globale al fisco appena 322 milioni di dollari. Moderna e BionNTech non hanno altri prodotti commerciali significativi, oltre ai vaccini per il Covid-19. Anche per Pfizer i proventi dalle vendite del vaccino, superiori a 11 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2021, rappresentano oggi più di un terzo dei ricavi registrati nel bilancio semestrale. Il colosso farmaceutico prevede di arrivare a 33,5 miliardi di dollari di vendite del proprio vaccino entro la fine del 2021.
Pfizer ha dichiarato che i margini di profitto sono inferiori al 30%, ma l’azienda fornisce dettagliate informazioni finanziarie solo per i ricavi e non per le spese sostenute per lo sviluppo e la produzione dello stesso. Inoltre Pfizer ha venduto solo lo 0,5% delle sue dosi di vaccino ai Paesi più poveri. Ma è opinione comune degli epidemiologi che se il Covid continua a circolare in altre parti del mondo può dar luogo a varianti più contagiose o aggressive in grado di resistere ai vaccini e rimandarci così al punto di partenza.
“Per tenere veramente sotto controllo questo virus, dobbiamo porre fine ai monopoli sui vaccini, condividere tecnologia e know-how, così da poter aumentare la produzione in tutto il mondo e vaccinare quante più persone possibile”, avvertono Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia, e Rossella Miccio, presidente di Emergency. “I Paesi ricchi che iniziano la somministrazione delle terze dosi, mentre la maggior parte degli altri fatica a garantire le prime dosi al proprio personale sanitario, evidenziano la drammatica iniquità e miopia nel modo di condurre la nostra battaglia contro il virus”, concludono.