Sganga (M5S) “Troppo tardi per un accordo qui Ma i giallorosa servono”
La 5Stelle che potrebbe essere l’ago della bilancia si smarca: “Non si può fare in 15 giorni ciò che non si è voluto fare per mesi”. Però il tema a Torino resta innanzitutto quello, cioè un eventuale accordo tra Movimento e Pd nel secondo turno delle Comunali. Anche se la candidata sindaco del M5S, Valentina Sganga, pare fare muro.
Nel confronto tra i candidati organizzato da La Stampa, il dem Lo Russo ha lanciato un segnale: “Al secondo turno voterei per Sganga”.
Sono rimasta sorpresa dalle sue parole, le ho trovate sgradevoli. Per anni Lo Russo ha fatto il fustigatore dei 5Stelle. D’altronde quando mesi fa Giuseppe Conte e il M5S proposero di mettersi a un tavolo per trovare una figura terza, dal Pd dissero di no.
Ma le scelte si fanno anche in base al momento, no?
Quella di Lo Russo mi pare una strategia calcolata, ha parlato solo perché il secondo turno si avvicina e i nostri voti sono appetibili. Ma non ci potrà essere un apparentamento.
Neanche se Conte invitasse a votare Lo Russo nel secondo turno?
Di questo dovrebbe chiedere a lui. Poi il tentativo con i dem è stato fatto. Dubito che il presidente voglia ripercorrere quella strada a Torino.
Due giorni fa lei ha messo un like a un video di Lo Russo.
Non mi sono accorta di nulla, stavo solo guardando il suo video, in cui tra l’altro rilancia le piste ciclabili, su cui noi 5Stelle abbiamo lavorato per cinque anni. Il Pd ci ha fatto la guerra su questo, e ora le promettono anche loro.
Ma lei la coalizione giallorosa a livello nazionale la farebbe?
Certamente. Io vengo da quell’area politica, e poi al nostro Paese manca una coalizione che metta al centro l’ambiente. Questo è un progetto da costruire, su cui bisogna insistere.
Se i sondaggi la danno terza avrete fatto errori. Cosa correggerebbe da sindaca?
Da tanti anni in centro c’è una sorta di Ztl che dura un paio d’ore. Noi avevamo lavorato a un progetto, Centro aperto, che andrebbe completato e realizzato. E poi c’è da fare sul comparto lavoro, perché abbiamo un alto tasso di disoccupazione in città. Per questo penso a delle zone a Torino dove incentivare le imprese e chi voglia assumere con sgravi fiscali.
Torino è anche la città di una sconfitta, anzi di una ferita per il M5S: il Tav.
Resto sempre della mia idea, è inutile e costoso se mai verrà costruito. Sarebbe stato molto più utile adoperare quei soldi per infrastrutture territoriali come la Metro 2, visto che abbiamo già avuto 870 milioni per la prima tratta.
Lei ha vinto le Comunarie, ma la sindaca Appendino sosteneva un altro candidato. Si sente appoggiata da tutto il M5S?
Assolutamente sì, tutti stanno lavorando, c’è compattezza. E sento anche il sostegno di Conte, che sabato sarà a Torino.
Lo Russo (Pd) “Nessuna apertura ai 5Stelle, non chiederò voti ai leader”
“Io ho detto che decidono i cittadini, che non darei indicazioni di voto, e che a titolo esclusivamente personale voterei Sganga nel secondo turno”. Il giorno dopo l’almeno apparente segnale ai 5Stelle, il candidato sindaco del Pd Stefano Lo Russo giura: “Nessun apparentamento con il M5S”.
Lei l’apertura l’ha fatta, Lo Russo. Ora sta correggendo?
Ma no, il senso delle mie parole è chiaro. Per me dovranno essere i cittadini a scegliere nel ballottaggio, che non sarà un secondo tempo ma una seconda partita. Io penso che possiamo vincere al primo turno. Ho solo detto che se proprio dovessi scegliere tra i due voterei Valentina Sganga, non tanto per Paolo Damilano (il candidato del centrodestra, ndr) ma per chi è dietro di lui, cioè Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
Lei non è l’uomo ideale per la mediazione, visto che presentò anche un esposto contro la Appendino. Tanto che la sua candidatura è parsa un imporsi del Pd torinese rispetto al partito nazionale, che voleva l’accordo con il M5S.
Il Pd nazionale ha rispettato l’autonomia dei territori: le scelte non si fanno in una stanza romana ma coinvolgendo i torinesi, quindi innanzitutto il Pd di Torino, che poi ha scelto di fare le primarie. Scelta alla luce del sole.
Ma per vincere il ballottaggio avrà bisogno dei voti del M5S.
In caso di ballottaggio dovremo rivolgerci a tutti gli elettori degli altri 11 candidati, compresi i 5S. Dopodiché i ragionamenti vanno fatti con i voti nelle urne, non con i sondaggi che, peraltro, vengono frequentemente smentiti. Ma ribadisco che non ci sarà alcun apparentamento: il perimetro della coalizione è definito e non cambia. Sono convinto che molte istanze degli elettori dei 5Stelle siano nel programma del centrosinistra. Penso ai temi dell’ambiente, dei diritti e dell’attenzione per le persone più in difficoltà.
Le farebbe piacere un appello di Conte a suo favore?
A decidere devono essere i cittadini torinesi. È a loro che ci rivolgeremo e non ai segretari dei partiti romani.
Però Letta prova a costruire una coalizione con il M5S.
Osservo con doveroso rispetto il processo evolutivo del Movimento, e l’abbandono totale dell’impostazione delle origini. Il M5S non esiste praticamente più, e quello che sta diventando potrebbe rappresentare uno degli interlocutori del centrosinistra. Lo vedremo nei fatti.
Da sindaco cosa farebbe come prima cosa?
Ne farei due: chiamerei a raccolta imprese, sindacati, terzo settore per concordare una strategia di utilizzo dei fondi del Pnrr che faccia ripartire la città. Parallelamente riaprirei nelle periferie i servizi essenziali chiusi dalla giunta del M5S: anagrafi, biblioteche, presidi sanitari.